L’Italia è un paese senza speranza. Qualunque
tentativo di riforma strutturale è destinato inesorabilmente ad abortire. Per
diversi motivi, storici e contingenti, ma ne spicca uno in particolare: siamo
un paese di mariuoli. Chi più e chi meno dotato, difficile stabilire eccezioni.
Basti pensare al caso del più recente terremoto: 120
miserabili sciacalli hanno chiesto la residenza in quelle zone per intascare
gli aiuti che possono arrivare anche a 900 euro il mese. Oppure quelle
centinaia di finti poveri che incassavano l’assegno sociale ma erano residenti
all’estero anche da sessant’anni. Le decine di docenti universitari arrestati o
indagati che truccavano i concorsi, tra i quali un ex ministro. Ogni giorno è
un florilegio. E questo è solo ciò che sappiamo.
Nei cinque anni dal 2012 al 2017 sono sorte in Italia
113.400 case abusive, numero pari al 16,7 per cento di tutte le nuove
costruzioni. Un esempio: grazie alle rilevazioni aeree si è potuto scoprire che
a Roma e nelle campagna circostanti sono state presentate richieste di
sanatoria per migliaia di immobili inesistenti
al momento dell’approvazione della legge partorita nel 2003. Non si tratta del
terrazzino trasformato in veranda o cose del genere, bensì di case totalmente
abusive, addirittura d’intere palazzine per di più costruite su terreno
demaniale!
Altro esempio: con la semplice sovrapposizione delle
mappe catastali alle foto aeree che si riferiscono a una piccola porzione del
litorale nella provincia di Reggio Calabria, si evince l’esistenza di
costruzioni (edificate in questo caso anche in una fascia protetta) sconosciute
al catasto e quindi anche al fisco. Immobili sui quali i proprietari non pagano
imposte, né tasse per i servizi pubblici.
Scrive Sergio Rizzo in un articolo su Repubblica che le tre sanatorie del
1985, del 1994 e del 2003 hanno fatto riversare negli uffici dei circa 8 mila
Comuni italiani ben 15 milioni 431.707 domande di condono. In quale altro paese
europeo succedono cose del genere? Neanche in Grecia. A distanza di tredici
anni dall’ultima di queste tre sanatorie – scrive Rizzo – giacciono ancora nei
cassetti degli uffici ben 5 milioni di richieste inevase, di cui 3 milioni
relative al condono del 1985.
Il fatto, oltre ai risvolti grotteschi, è grave
poiché in tal modo non si sa se gli abusi dichiarati da chi invoca la sanatoria
sono regolarizzabili oppure no. E dopo 32 anni e 22 governi, come fai a dire a
chi vi abita da una vita che la sua casa abusiva non ha i requisiti per la
sanatoria e dunque è da abbattere? Al tempo stesso si sono verificati casi d’immobili
completamente abusivi che per ragioni “imperscrutabili” hanno ottenuto
l’iscrizione al catasto, nelle cui mappe figurano normalmente accanto agli
edifici in regola. Soggiungo: abitazioni abusive accatastate (!!) che magari
sono passate di mano (a degli incauti acquirenti) con tanto di rogito notarile
e trascrizione nei pubblici registri.
Mi pare lampante che se tale situazione ha visto
inerti tutti i governi, decine di migliaia di amministratori pubblici, dei
motivi ci devono pur essere. Non può essere un mistero che si tratta di
convergenze non casuali, ossia che si tratta di un gigantesco voto di scambio,
di favori e corruttele su scala nazionale.
Ecco un altro esempio: http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/27/indagato-rettore-suor-orsola-benincasa_c27c7289-9baa-48f3-99fa-c87af419483d.html
RispondiEliminaAnche a questi "problemi" ci penserà il "neofeudalesimo" in arrivo , la sintesi Hegeliana di totale "liberismo" per chi è (molto) ricco e "socialismo" ( di merda) per tutti gli altri.
RispondiEliminaws
Un ‘mix’ di corruzione, criminalità e degenerazione caratterizza ormai la putrida ‘seconda repubblica’ in cui viviamo. Il fatto che uomini onesti e benintenzionati esprimano la loro costante indignazione è risultato sinora vano, poiché la mancanza di reali alternative, l’assuefazione al male, il carattere trasversale della corruzione e la potenza dei ‘mass media’, dominati anch’essi, sia pure in forme diverse, da questo stesso ‘mix’, impediscono che l’indignazione travalichi la soglia di ciò che è ‘politicamente corretto’, ossia compatibile con il sistema di potere esistente e con la sua indefinita riproduzione. Nel nostro paese, ad esempio, gran parte della popolazione non vede nel sistema economico-sociale esistente una perpetuazione dello sfruttamento e nella corruzione un elemento strutturale di tale sistema, ma pensa che la corruzione sia dovuta alla malvagità dei singoli (i cosiddetti mariuoli) o all’interesse dei partiti, e che con un’azione di risanamento morale (cioè, in buona sostanza, con la ripresa di una linea salveminiana) sia possibile rivitalizzare questa società. La corruzione, tuttavia, non è soltanto quella personale, presente persino nelle epoche più morigerate, ma quella derivante dalla senescenza del capitalismo. Una compagine solida, ad esempio l’impero romano del I secolo d.C., poteva avere al vertice un Caligola o un Nerone e risolvere il problema eliminando fisicamente un individuo. In epoche successive, neppure imperatori educati alla più rigorista delle filosofie, quella stoica, riuscirono ad allontanare la crisi. In Italia il malessere sempre più evidente suscita una protesta contro la cosiddetta casta, in particolare verso deputati, senatori e amministratori. Sennonché questi personaggi non sono la classe dominante, ma solo i suoi servi privilegiati, un po’ come i liberti della corte imperiale romana o gli eunuchi del sultano turco. Per la verità, da qualche tempo la rabbia crescente della popolazione si rivolge anche verso settori ben più potenti della classe dominante, i banchieri, anche se contraddittoriamente ampie fasce della popolazione hanno accettato i rappresentanti dei banchieri al vertice del governo, credendoli migliori dei soliti politicanti.
EliminaGuarda che quella del mariuolo non è una vita facile. Negli ultimi dieci anni ho cambiato residenza quasi una volta all'anno: Pakistan, Cina, Perù, Haiti, Giappone, Cile, Turchia e Messico. A stento ci ho recuperato le spese di viaggio.
RispondiEliminavai forte, manuel fantoni
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