mercoledì 27 settembre 2017

Un paese di mariuoli



L’Italia è un paese senza speranza. Qualunque tentativo di riforma strutturale è destinato inesorabilmente ad abortire. Per diversi motivi, storici e contingenti, ma ne spicca uno in particolare: siamo un paese di mariuoli. Chi più e chi meno dotato, difficile stabilire eccezioni.

Basti pensare al caso del più recente terremoto: 120 miserabili sciacalli hanno chiesto la residenza in quelle zone per intascare gli aiuti che possono arrivare anche a 900 euro il mese. Oppure quelle centinaia di finti poveri che incassavano l’assegno sociale ma erano residenti all’estero anche da sessant’anni. Le decine di docenti universitari arrestati o indagati che truccavano i concorsi, tra i quali un ex ministro. Ogni giorno è un florilegio. E questo è solo ciò che sappiamo.

Nei cinque anni dal 2012 al 2017 sono sorte in Italia 113.400 case abusive, numero pari al 16,7 per cento di tutte le nuove costruzioni. Un esempio: grazie alle rilevazioni aeree si è potuto scoprire che a Roma e nelle campagna circostanti sono state presentate richieste di sanatoria per migliaia di immobili inesistenti al momento dell’approvazione della legge partorita nel 2003. Non si tratta del terrazzino trasformato in veranda o cose del genere, bensì di case totalmente abusive, addirittura d’intere palazzine per di più costruite su terreno demaniale!

Altro esempio: con la semplice sovrapposizione delle mappe catastali alle foto aeree che si riferiscono a una piccola porzione del litorale nella provincia di Reggio Calabria, si evince l’esistenza di costruzioni (edificate in questo caso anche in una fascia protetta) sconosciute al catasto e quindi anche al fisco. Immobili sui quali i proprietari non pagano imposte, né tasse per i servizi pubblici.

Scrive Sergio Rizzo in un articolo su Repubblica che le tre sanatorie del 1985, del 1994 e del 2003 hanno fatto riversare negli uffici dei circa 8 mila Comuni italiani ben 15 milioni 431.707 domande di condono. In quale altro paese europeo succedono cose del genere? Neanche in Grecia. A distanza di tredici anni dall’ultima di queste tre sanatorie – scrive Rizzo – giacciono ancora nei cassetti degli uffici ben 5 milioni di richieste inevase, di cui 3 milioni relative al condono del 1985.

Il fatto, oltre ai risvolti grotteschi, è grave poiché in tal modo non si sa se gli abusi dichiarati da chi invoca la sanatoria sono regolarizzabili oppure no. E dopo 32 anni e 22 governi, come fai a dire a chi vi abita da una vita che la sua casa abusiva non ha i requisiti per la sanatoria e dunque è da abbattere? Al tempo stesso si sono verificati casi d’immobili completamente abusivi che per ragioni “imperscrutabili” hanno ottenuto l’iscrizione al catasto, nelle cui mappe figurano normalmente accanto agli edifici in regola. Soggiungo: abitazioni abusive accatastate (!!) che magari sono passate di mano (a degli incauti acquirenti) con tanto di rogito notarile e trascrizione nei pubblici registri.


Mi pare lampante che se tale situazione ha visto inerti tutti i governi, decine di migliaia di amministratori pubblici, dei motivi ci devono pur essere. Non può essere un mistero che si tratta di convergenze non casuali, ossia che si tratta di un gigantesco voto di scambio, di favori e corruttele su scala nazionale.

5 commenti:

  1. Ecco un altro esempio: http://www.ansa.it/sito/notizie/topnews/2017/09/27/indagato-rettore-suor-orsola-benincasa_c27c7289-9baa-48f3-99fa-c87af419483d.html

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  2. Anche a questi "problemi" ci penserà il "neofeudalesimo" in arrivo , la sintesi Hegeliana di totale "liberismo" per chi è (molto) ricco e "socialismo" ( di merda) per tutti gli altri.
    ws

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    1. Un ‘mix’ di corruzione, criminalità e degenerazione caratterizza ormai la putrida ‘seconda repubblica’ in cui viviamo. Il fatto che uomini onesti e benintenzionati esprimano la loro costante indignazione è risultato sinora vano, poiché la mancanza di reali alternative, l’assuefazione al male, il carattere trasversale della corruzione e la potenza dei ‘mass media’, dominati anch’essi, sia pure in forme diverse, da questo stesso ‘mix’, impediscono che l’indignazione travalichi la soglia di ciò che è ‘politicamente corretto’, ossia compatibile con il sistema di potere esistente e con la sua indefinita riproduzione. Nel nostro paese, ad esempio, gran parte della popolazione non vede nel sistema economico-sociale esistente una perpetuazione dello sfruttamento e nella corruzione un elemento strutturale di tale sistema, ma pensa che la corruzione sia dovuta alla malvagità dei singoli (i cosiddetti mariuoli) o all’interesse dei partiti, e che con un’azione di risanamento morale (cioè, in buona sostanza, con la ripresa di una linea salveminiana) sia possibile rivitalizzare questa società. La corruzione, tuttavia, non è soltanto quella personale, presente persino nelle epoche più morigerate, ma quella derivante dalla senescenza del capitalismo. Una compagine solida, ad esempio l’impero romano del I secolo d.C., poteva avere al vertice un Caligola o un Nerone e risolvere il problema eliminando fisicamente un individuo. In epoche successive, neppure imperatori educati alla più rigorista delle filosofie, quella stoica, riuscirono ad allontanare la crisi. In Italia il malessere sempre più evidente suscita una protesta contro la cosiddetta casta, in particolare verso deputati, senatori e amministratori. Sennonché questi personaggi non sono la classe dominante, ma solo i suoi servi privilegiati, un po’ come i liberti della corte imperiale romana o gli eunuchi del sultano turco. Per la verità, da qualche tempo la rabbia crescente della popolazione si rivolge anche verso settori ben più potenti della classe dominante, i banchieri, anche se contraddittoriamente ampie fasce della popolazione hanno accettato i rappresentanti dei banchieri al vertice del governo, credendoli migliori dei soliti politicanti.

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  3. Guarda che quella del mariuolo non è una vita facile. Negli ultimi dieci anni ho cambiato residenza quasi una volta all'anno: Pakistan, Cina, Perù, Haiti, Giappone, Cile, Turchia e Messico. A stento ci ho recuperato le spese di viaggio.

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