Fu descritto dai suoi contemporanei come l’uomo più
famoso al mondo dopo Napoleone. Non si trattò né di Metternich e tantomeno di
Wellington, né di Beethoven né di Canova, per quanto meritassero tale
riconoscimento. Nacque patrizio prussiano, fu acceso critico del colonialismo e
sostenitore delle rivoluzioni in America Latina, e tuttavia ciambellano di due
sovrani. Simón Bolívar gli attribuì “la scoperta del Nuovo Mondo”. Ammirava gli
Stati Uniti, che allora erano anche territorialmente poca cosa, per le loro
idee di eguaglianza e libertà, ma non smise mai di criticarli per non essere
riusciti ad abolire la schiavitù (né ci riusciranno in seguito). Definì gli Usa
un “vortice cartesiano che risucchia e livella tutto fino a noiosissima
monotonia”.
Fu sicuramente il più noto scienziato della sua
epoca, l’epoca nella quale la vetta del vulcano spento Chimborazo era
considerata la più alta del pianeta. Aveva inventato il concetto di natura che
noi oggi conosciamo, così come dimostra una sua frase: “non c’è un sol fatto
che possa essere considerato isolatamente”. E fu forse il primo a parlare di
“cambiamento climatico” nel senso quale noi oggi l’intendiamo. E di
deforestazione. Thomas Jefferson lo considerava tra i principali artefici della
“bellezza” della sua epoca. Il pacatissimo Charles Darwin scrisse che “niente
mi ha mai infervorato tanto come la lettura di Personal Narrative”, affermando che senza di lui non si sarebbe mai
imbarcato sul Beagle, né avrebbe
concepito Origin of Species.
Il centenario della sua nascita fu celebrato in tutto il mondo, con festeggiamenti in Europa, Africa e Australia, e nelle Americhe. A Melbourne e Adelaide la popolazione si riunì per ascoltare i discorsi in suo onore e lo stesso accadde a Buenos Aires e Città del Messico. A Mosca si svolsero delle feste dove egli fu chiamato lo “Shakespeare delle scienze”, e ad Alessandria d’Egitto si organizzarono serate ad invito sotto un cielo illuminato da fuochi d’artificio. A New York e nel resto degli Usa le celebrazioni e le feste popolari in suo onore furono fuori dell'ordinario. Oggi non sono in molti, fuori dalla cerchia accademica, a ricordarne il nome e ciò che significa, specie in paesi come l’Italia, eppure il suo nome resiste ovunque in quello di città, regioni, fiumi, una corrente marina, montagne, sierre, geyser, una baia, parchi, ecc..
Già prima di arrivare a questo punto i lettori del
blog avranno senz’altro capito di quale scienziato e viaggiatore sto parlando.
I suoi libri furono pubblicati in moltissime lingue
ed erano così popolari che la gente corrompeva i librai per ricevere le prime
copie, e però nonostante tanta fama e stima riuscì a morire povero! In Italia,
che io conosca (non mi va di far ricerche su internet), sono stati pubblicati L’invenzione
del Nuovo Mondo, La Nuova Italia, 1992, vale a dire estratti dell’Examen critique de l’histoire de la
géographie du Nouveau Continent, poi tre splendidi volumetti in cofanetto del Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo
Continente, Fratelli Palombi Editori, 1986. C’è anche il fondamentale Cosmos, nella prima edizione italiana, in
quattro volumi, edito nel Venezia nel 1860 dalla tipografia Giuseppe Grimaldo, non
una edizione di pregio ma stampato ancora, grazie a Dio, su una carta non di
cellulosa.
Ora, per i tipi della Luiss University Press, è
uscita un’imperdibile biografia, L’invenzione della natura, scritta
da Andrea Wulf, una storica molto nota per i suoi bestseller internazionali. Un
libro oltretutto stampato come si deve, con illustrazioni, al modico prezzo di 22 euro. Non importa
leggere molti libri, vale la lettura di quelli “giusti”.
Il dono di Humboldt, per rubare un titolo a Bellow
RispondiEliminaGrazie del suggerimento, non perdo mai nessuno dei suoi ottimi suggerimenti.
Saluti
Enrico
bravo, però non è Alexander ...
Eliminaavevo citato H. anche in questi:
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/08/la-raja.html
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2016/08/sia-che-si-chiamasse-impero-del-brasile.html
http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/il-contratto-con-la-morte.html
ciao