domenica 14 maggio 2017

Suggerimenti di lettura



Fu descritto dai suoi contemporanei come l’uomo più famoso al mondo dopo Napoleone. Non si trattò né di Metternich e tantomeno di Wellington, né di Beethoven né di Canova, per quanto meritassero tale riconoscimento. Nacque patrizio prussiano, fu acceso critico del colonialismo e sostenitore delle rivoluzioni in America Latina, e tuttavia ciambellano di due sovrani. Simón Bolívar gli attribuì “la scoperta del Nuovo Mondo”. Ammirava gli Stati Uniti, che allora erano anche territorialmente poca cosa, per le loro idee di eguaglianza e libertà, ma non smise mai di criticarli per non essere riusciti ad abolire la schiavitù (né ci riusciranno in seguito). Definì gli Usa un “vortice cartesiano che risucchia e livella tutto fino a noiosissima monotonia”.

Fu sicuramente il più noto scienziato della sua epoca, l’epoca nella quale la vetta del vulcano spento Chimborazo era considerata la più alta del pianeta. Aveva inventato il concetto di natura che noi oggi conosciamo, così come dimostra una sua frase: “non c’è un sol fatto che possa essere considerato isolatamente”. E fu forse il primo a parlare di “cambiamento climatico” nel senso quale noi oggi l’intendiamo. E di deforestazione. Thomas Jefferson lo considerava tra i principali artefici della “bellezza” della sua epoca. Il pacatissimo Charles Darwin scrisse che “niente mi ha mai infervorato tanto come la lettura di Personal Narrative”, affermando che senza di lui non si sarebbe mai imbarcato sul Beagle, né avrebbe concepito Origin of Species. 



Il centenario della sua nascita fu celebrato in tutto il mondo, con festeggiamenti in Europa, Africa e Australia, e nelle Americhe. A Melbourne e Adelaide la popolazione si riunì per ascoltare i discorsi in suo onore e lo stesso accadde a Buenos Aires e Città del Messico. A Mosca si svolsero delle feste dove egli fu chiamato lo “Shakespeare delle scienze”, e ad Alessandria d’Egitto si organizzarono serate ad invito sotto un cielo illuminato da fuochi d’artificio. A New York e nel resto degli Usa le celebrazioni e le feste popolari in suo onore furono fuori dell'ordinario. Oggi non sono in molti, fuori dalla cerchia accademica, a ricordarne il nome e ciò che significa, specie in paesi come l’Italia, eppure il suo nome resiste ovunque in quello di città, regioni, fiumi, una corrente marina, montagne, sierre, geyser, una baia, parchi, ecc..

Già prima di arrivare a questo punto i lettori del blog avranno senz’altro capito di quale scienziato e viaggiatore sto parlando.

I suoi libri furono pubblicati in moltissime lingue ed erano così popolari che la gente corrompeva i librai per ricevere le prime copie, e però nonostante tanta fama e stima riuscì a morire povero! In Italia, che io conosca (non mi va di far ricerche su internet), sono stati pubblicati L’invenzione del Nuovo Mondo, La Nuova Italia, 1992, vale a dire estratti dell’Examen critique de l’histoire de la géographie du Nouveau Continent, poi tre splendidi volumetti in cofanetto del Viaggio alle regioni equinoziali del Nuovo Continente, Fratelli Palombi Editori, 1986. C’è anche il fondamentale Cosmos, nella prima edizione italiana, in quattro volumi, edito nel Venezia nel 1860 dalla tipografia Giuseppe Grimaldo, non una edizione di pregio ma stampato ancora, grazie a Dio, su una carta non di cellulosa.

Ora, per i tipi della Luiss University Press, è uscita un’imperdibile biografia, L’invenzione della natura, scritta da Andrea Wulf, una storica molto nota per i suoi bestseller internazionali. Un libro oltretutto stampato come si deve, con illustrazioni, al modico prezzo di 22 euro. Non importa leggere molti libri, vale la lettura di quelli “giusti”.

2 commenti:

  1. Il dono di Humboldt, per rubare un titolo a Bellow
    Grazie del suggerimento, non perdo mai nessuno dei suoi ottimi suggerimenti.
    Saluti
    Enrico

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    Risposte
    1. bravo, però non è Alexander ...
      avevo citato H. anche in questi:
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2012/08/la-raja.html
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2016/08/sia-che-si-chiamasse-impero-del-brasile.html
      http://diciottobrumaio.blogspot.it/2013/04/il-contratto-con-la-morte.html

      ciao

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