I media operano sostanzialmente su due piani: quello
della formazione della notizia e quello dell’identificazione ideologica del
lettore-fruitore del messaggio. Ed è proprio l'ansia di stare su questi due
piani che produce materiale mediocre, nei libri e nei giornali, nelle tv e in
rete, ovunque. Non resta che il passato.
*
Se ci chiedessero quanto è vasta l’Arabia Saudita, ce
la possiamo cavare rispondendo che è molto grande. Di più oppure di meno della Germania?
La risposta più furba è: più grande! Sì, ma quanto più vasta della Germania? E qui sorgerebbe un dubbio
che non farebbe dormire la notte prima degli esami. Ebbene, l’Arabia Saudita è
più vasta di Germania, Francia, Olanda, Belgio, Svizzera, Austria, Italia,
Spagna e Portogallo messi insieme. Vale a dire che il suo territorio (2.149.690 km²) corrisponde grossomodo a quasi tutta l’Europa occidentale. È il 13° Stato per
superficie, la Germania solo il 63°. Conta 32mln di abitanti, che non è poco per
quelle lande. Soprattutto rappresenta la più grande riserva di petrolio al
mondo.
Un tempo l’attuale Arabia Saudita era costituita dal regno
dell’Hegiaz, così come concordato, durante il primo conflitto mondiale, tra al-Husayn
ibn Ali (sceriffo della Mecca) e l'Alto Commissario britannico per l’Egitto,
Henry McMahon. Il nuovo regno fu riconosciuto a livello internazionale nel
1920, col trattato di Sèvres, e tuttavia a capo dell’Arabia Saudita da molto
tempo vi è una dinastia di predatori provenienti dal Neged, i wahhabiti, che
con dell’Hegiaz non c’entravano nulla.
Ecco un motivo per il quale lo studio della geografia
è importante, non solo per sapere che Napoli è più vicina al Levante di
Trieste. La geografia da sola però non basta, deve fondersi con lo studio della
storia, e viceversa, altrimenti è come far visita al Colosseo e non trovare di
meglio da dire che è grande quanto un campo da baseball.
Se guardiamo la carta del Vicino Oriente notiamo già
al primo colpo d’occhio che i confini tra i vari Stati dell’area è come se
fossero stati tracciati con il filo sulla polenta. Sono linee dritte, senza alcun
riguardo per la realtà e i popoli interessati di quei territori.
Immancabilmente ogni volta che ci troviamo di fronte a dei confini così
definiti si può star certi che sono opera di politici cinici privi di qualunque
scrupolo.
È quanto successe la mattina del 16 dicembre 1915, quando
un giovane e promettente politico, sir Mark Sykes, entrò in fretta a Downing
street per un incontro. Deputato conservatore, Sykes andava a presentare al
primo ministro Asquith e a lord Kitchener, il ministro della Guerra, il suo tour d'orizont: una mappa di ciò che era
ancora l’Impero ottomano, sulla quale era stata tracciata, per esempio, una retta da Haifa, a
Sud Ovest, a Kirkuk, nel Nord Est.
È la genesi di quello che conosciamo oggi come Medio
Oriente: gli Stati mediorientali concepiti sul modello dello Stato-nazione di
matrice europea, e come tali imposti dalle potenze coloniali. Lo Stato-nazione
con le sue guerre, i suoi nazionalismi irrisolti che hanno prodotto società
civili irrealizzate, i settarismi chiusi in frontiere evanescenti che avrebbero
prodotto solo conflitti. Il più insolubile, ora sopito ora in fiamme, è quello
fra israeliani e palestinesi.
Sarà dunque questo il tema del prossimo post. Forse.
A proposito di "linee dritte", per i confini degli stati africani credo che abbiano chiesto una consulenza ad Euclide.
RispondiEliminaAG
Petrolio, Maledetto Petrolio!
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