La politica dell’annuncio è politica. Produce fatti e conseguenze
politiche. Non è solo marketing. Se un annuncio convince dieci milioni di
italiani che dal giorno dopo le Europee staranno un po’ meglio, non solo vanno
meglio le Europee, ma cresce anche l’indice di fiducia delle famiglie, e si può
sperare in più consumi e investimenti.
Tony Blair visse per l’intera prima legislatura sull’onda degli annunci:
si chiamavano white paper, riforme annunciate, date in pasto alla stampa,
digerite dal pubblico come cambiamenti epocali, e poi dimenticate. Ma tirarono
su il morale di una nazione depressa dal post-thatcherismo.
Così scrive sul Corriere Tonino Polito. Resterebbe da
capire per quali motivi (più d’uno, ovviamente) dieci milioni di italiani
possano ancora credere che dal giorno dopo le Europee staranno un po’ meglio,
ma sarebbe tempo sprecato. Se i britannici – persone indicate come istruite e
lettori forti – hanno creduto a Blair, non si vede perché quei dieci milioni d’italiani
– che sono istruiti e forti in tutt’altro – non dovrebbero credere a un
qualunque Mario Monti o Christian De Sica.
*
Se in una conferenza stampa
qualcuno di spiritoso ponesse una domanda del tipo: Perché chi ha bisogno di
lavorare per vivere non trova un lavoro? Si sentirebbe rispondere: “Perché
bisogna essere più flessibili”. È tale stronzata meno grave e sintomatica di
quella pronunciata da un’autorevole cretina nel sostenere che i giovani sono
disoccupati per pigrizia e schizzinosità? Eppure nessuno ha fatto una grinza
nel caso della dichiarazione di Renzi.
Nessuno dei grandi editorialisti
osa chiedere per quale motivo, di governo in governo, il lavoro salariato
diventi sempre più una galera, posto che chi produce pane e companatico per
tutti fa fatica a campare e invece i ricchi non si fanno mancare nulla pur non
facendo un cazzo. Anzi, questi bellimbusti incitano a tutta penna perché si
violenti ancor più il bisogno.
Credo che in Italia si viva una specie di illusione ottica o di vero e proprio delirio: da un lato abbiamo 20 e più anni di continuo smantellamento del welfare, dismissione del patrimonio pubblico, precarizzazione che diventa guerra tra poveri in alcuni settori, di lavoro che è sempre più merce a bassissimo costo e sempre più prossima alla schiavitù mentre dall'altro politici, giornalisti, commentatori, "esperti" di vario genere parlano dell'Italia come di un paese quasi socialista, pieno di privilegiati, di paghe stratosferiche, di sindacati onnipotenti.
RispondiEliminaBalle spaziali raccontate enne volte al giorno in tv, sul web, sui giornali borghesi di destra , di centro e su quelli che hanno una immeritata reputazione di sinistra....Forse aveva ragione quel tale che diceva che a forza di ripetere menzogne queste diventano verità nella percezione comune...
senza forse
EliminaInoltre, in conferenza stampa, nessuno che faccia presente che i "fogli bianchi" ce l'ha anche la carta igienica.
RispondiElimina