Gli uomini non si sono mai
rassegnati all’inspiegabile, e quando il livello delle loro conoscenze non
riusciva a fornire risposte soddisfacenti sono ricorsi al mito. Oggi il mito ha
assunto connotazioni diverse, non è più qualcosa di rivelato ma di “dimostrato”,
non più trascendente ma reale, almeno nelle apparenze di un modello
fisico-matematico. Spesso si tratta di una realtà solo immaginata, “prodotto
della fantasia più che di prove sperimentali”, di “ipotesi altamente
speculative emerse dalle fertili menti dei fisici teorici”, come si legge in un
articolo di Le Scienze del mese
scorso.
La nuova teologia si avvale di
formule e modelli matematici sofisticati con i quali cerca di risolvere gli
enigmi posti dalla teoria di base del big bang e altre questioni simili,
dimentica che i risultati in cui sono sintetizzate
le sue esperienze al computer sono concetti, e che l'arte di operare con
questi concetti richiede invece un pensiero
reale, e questo pensiero – come poneva in evidenza Engels – ha una lunga storia sperimentale, né più né meno dell'indagine
naturalistica sperimentale. Appunto imparando a far propri i risultati dello sviluppo della filosofia
durante venticinque secoli, si può pervenire alla coscienza delle leggi del
pensiero dialettico. Altrimenti anche le migliori intelligenze continueranno a
sguazzare tra empirismo e nuova teologia.
In altri termini, vero che la
natura è scritta in formule matematiche, ma queste fanno capo a delle leggi
dialettiche, a dei principi fondamentali che nelle loro linee essenziali sono
già stati delineati tra i secoli XVII e XIX, poi si è trattato di apportarvi
delle correzioni parziali, degli aggiustamenti. Si è commesso l’errore opposto
a quello che aveva caratterizzato il rapporto tra scienza e filosofia nei
secoli che furono, quando la prima era vista come ancella della seconda. La filosofia e la dialettica sono solo muffa, noi oggi abbiamo il Large Hadron Collider, vuoi mettere?
Tra l’altro, le sconvolgenti “scoperte”
della fisica teorica recente, con impiego di mezzi imponenti, mi ricorda
Colombo che cercando una “cosa” ne trovò un’altra che stava pressappoco lì dove
disse si sarebbe trovata quella che cercava. Serendipità. Cercando e ricercando
si trova, dipende da cosa.
So bene che queste sono eresie alle orecchie dei nuovi
sacerdoti e dei loro adepti devoti, anzi, delle vere e proprie sciocchezze, delle enormità, delle bestialità,
la solita merda che sale a galla in
internet, di gente che non sa di che cosa parla, anche perché bisogna da un
lato giustificare le enormi spese sostenute per il mantenimento della nuova
fede e dei suoi ministri, e dall’altro non si può chiedere agli adepti di
buttare nella spazzatura le credenze tanto faticosamente accumulate in anni di
studio.
Per altro verso e a tale riguardo,
c’è da osservare che si giunge a dei risultati – e ciò non riguarda la fisica
teorica contemporanea, ma le scienze applicate – perché vi si è costretti
dall'accumularsi dai fatti della scienza della natura, ma vi si arriverebbe più
facilmente raccostando al carattere dialettico di questi fatti la coscienza
delle leggi del pensiero dialettico.
Se non altro sono sempre di più
gli scienziati che, pur con mille cautele e distinguo, stanno prendendo le
distanze dalla nuova teogonia, a grave rischio delle proprie carriere,
s’intende.
Temi forti da scuola di Atene.
RispondiEliminaIl percorso obbliga il transito dal passaggio positivista pertanto il senso della realtà non sarebbe svelato dalla metafisica ma dalla scienza.
Senza scomodare i Big, Nicholas Taleb nel divertente 'Cigno nero' sostiene la tesi che alla base di molte scoperte la competenza preponderante sia da attribuire al culo (non anatomico ma sinonimo di caso), il tutto peraltro avvalorato dal cammino secolare di Scienza e Tecnica. Tanto per inciso le caravelle di Colombo erano pure in leasing.
Quando ci si accosta a 'concetto' e 'pensiero reale' recuperando la filosofia come metodo, obtorto collo non possiamo eludere il Tractatus (roba da professori però). Anche il fuzzy pensiero è curioso, rifiuta la polarità e
in effetti solo la bivalenza mi sembra deprimente.
Forse il pensiero dialettico dispensa umorismo, i vari tipi logici, le astrazioni, la bellezza, la bruttezza, il dolore, la gioia, archiviandoli nel Mito. Il fulcro del concistoro 'genetico' non mi sembra così altrettanto facilmente liquidabile.
Nella nostra galassia ci sono quattrocento miliardi di stelle e nell’universo ci sono più di cento miliardi di galassie. Pensare di essere unici è molto improbabile, ci illustra Margherita Hack.
Chi ha frequentato o frequenta scienziati e ideologi ,recto e verso della medesima medaglia, conosce i protagonisti del Pensiero Unico.
Ogni tanto per una metodica pulizia mentale, sarebbe opportuno scendere dalla bici, abbandonare l’egodromo e uscire all’aperto per prendere un po’ di aria fresca.
Da maturo non ho più voglia di fisicità impegnativa, osservo i derby solo dalla panchina. Quindi tutto ampiamente discorsivo.
lr
bruttezza-bellezza, dolore-gioia, appartengono a concetti elementari. la dialettica materialistica è altro.
Eliminaposto che le galassie stimate siano 100mld, le stelle non possono essere 400mld, sarebbero un po' troppo poche. io ne ho contate fino a 70mila mld di mld, poi ho preso sonno
Da ex fisico delle astro-particelle (passato attraverso la fisica teorica e subito scappato) non posso che darti ragione. Il problema specifico che ho rilevato nel mio percorso di studi è stato la fede incrollabile nella matematica come mezzo per descrivere la realtà. Si tende a sostituire le idee, i concetti, con delle mere formule. Il mio professore di Fisica Teorica ( che tanto per dirti ha vinto l'equivalente del Nobel per la fisica teorica (http://it.wikipedia.org/wiki/Premio_Dannie_Heineman_per_la_fisica_matematica), non proprio l'ultimo degli ultimi diciamo) sosteneva che noi dovevamo imparare a fare "i conti", il resto era secondario. La fisica del Novecento e del nostro secolo, pur avendo ottenuto grandi risultati (teorici e non... un esempio su tutti, i transistor, e quindi tutto ciò che ne consegue, fino ai tablet e agli smartphone, sono un'applicazione DIRETTA della meccanica quantistica), si è persa in un delirio autocelebrativo. Pochi hanno il coraggio di ammetterlo, specialmente coloro che ci si sono guadagnati pane e fama, ma le attuali teorie (Relatività ristretta e generale escluse!!) non hanno alcun fondamento concettuale degno di nota. Si tratta solo di modelli matematici, peraltro estremamente ineleganti (un raffazzonamento incredibile, si fanno sparire infiniti come se piovesse, roba da matti!!!), che vengono iterativamente ritoccati per meglio addattarli ai dati sperimentali. Un capitolo a parte merita la cosmologia... non puoi immaginarti l'accozzaglia di ipotesi strampalate che ne costituisce l'ossatura. Si spendono miliardi per esperimenti per confermare/smentire idee campate in aria... materia oscura, energia oscura, tutta roba inventata di sana pianta. Processo: mi invento un modello di universo, scrivo delle formule che lo descrivono, ci metto dentro la fisica delle paticelle (che, ricordiamolo!, è tutta da dimostrare, un po' di relatività generale, faccio "due conti", misuro l'espansione dell'universo, e ne consegue ho bisogno di materia oscura e energia oscura... e daiiii, miliardi in esperimenti di estremamente dubbia utilità. E poi vai con l'aggressione mediatica con gli speciali di divulgazione scientifica con l'esperto di turno che ti spiega cosa succedeva dopo 30 nanosecondi dal big bang... MA-PER-FAVORE!!! ok... ho finito!
RispondiEliminail pensiero logico umano non è riducibile al calcolo e tantomeno alla logica elementare del calcolatore. non credo sia azzardato l'accostamento della matematica all'autismo ....
Eliminaper favore non disturbarmi, sto contando fino a infinito :) per la seconda volta
RispondiElimina