Posto che si parla del nulla,
parliamone.
Si inginocchiò, fingendo di cercare l'accappatoio nel borsone, e poi,
con un guizzo fulmineo, con una disinvoltura di cui non si immaginava capace,
ficcò la testa fra le gambe di Mariani e si infilò l'uccello in bocca. Aveva un
odore penetrante di urina, e un sapore dolce. Invece di dargli un pugno in
testa, Mariani lasciò fare. Giose lo inghiottì fino all'ultima goccia e sentì
il suo sapore in gola per giorni. Il fatto si ripeté altre due volte,
innalzandolo a livelli di beatitudine inaudita.
Che c’entra il problema della
sessualità, il tema dell’omosessualità, trattati a scuola, con questo genere di
cose che un tempo si leggevano sui muri dei cessi? Il libro della Mazzucco Melania
si sarebbe potuto portare ad esempio, ma per contrasto. Leggere l’Ernesto di Saba, I neoplatonici di Luigi Settembrini, tanto per citare e senza
scomodare l’Antinoo descritto da Marguerite Cleenewerck (per altri motivi suggeriva
di leggere il suo Mémoires d’Hadrien
a una certa età), per poter stabilire sulla base dell’evidenza, la differenza
che passa tra la grande letteratura di codesto tema, e l’immondizia corrente.
Come mettere a raffronto Desiderio da Settignano, Mino da Fiesole, Donatello,
quella loro finezza, l’apparente ingenuità dell’espressione artistica, con l’obbrobrio
senza fine di ferraglia e cemento che stazza davanti a scuole, piazze, giardini
pubblici e che chiamano sculture.
Il vero scandalo è il livello di
scrittura, il modo vile di esprimersi su un tema, in letteratura, a scuola e nella
vita, che invece meriterebbe ben altro approccio che una falsa vivacità di forza. Il discrimine, come in ogni
cosa della nostra epoca, è quello di fare della vita in generale e delle sue espressioni artistiche una patologia.