Quello che il Papa ha compiuto a Lampedusa è stato un
viaggio d’ipocrisia. Del resto un Papa è pur sempre un prete, e da quei pulpiti
non si possono attendere parole di reale franchezza.
Dice Bergolio: Ho sentito che dovevo venire qui oggi a pregare, a compiere un gesto
di vicinanza, ma anche a risvegliare le nostre coscienze.
Risvegliare
le coscienze sul tema dell’emigrazione e delle sue cause, ma in quale modo?
Chiedendo perdono “per coloro che con le
loro decisioni a livello mondiale hanno creato situazioni che conducono a
questi drammi”.
Prima
di ricevere il perdono papale, i colpevoli dovrebbero ammettere le loro colpe, quantomeno
pentirsi, non restare ignoti. E, soprattutto, non si possono
perdonare dei colpevoli nel momento stesso in essi reiterano i loro crimini in faccia al
mondo intero.
I
responsabili hanno dei nomi a tutti ben noti, e perciò non basta alludere al mondo politico, economico e finanziario quale responsabile del
disastro. E, anche se non si voleva scendere in dettaglio per ragioni di
opportunità politica, se questi nomi per interesse e ipocrisia si
vogliono tacere, il Papa avrebbe almeno dovuto, per decenza, dire che le guerre
scatenate nel Vicino oriente e nel Medio
oriente, nonché nel Nordafrica, sono tra le prime cause delle crisi umanitarie.
Poi, si sa, un papa non arriverà mai a dire pubblicamente che a fomentare queste guerre sono soprattutto gli
Stati Uniti e i loro alleati, e loro la causa di aver favorito in molti modi il
risorgere dell’integralismo islamico.
E anche per quanto riguarda il richiamo alla finanza, dire che il denaro è un "idolo" è un truismo dei più banali. Lo so, piace alle platee dei più deficienti devoti. Viceversa, una franca
coscienza avrebbe dovuto rilevare che anche le banche del Vaticano, cittadella
dell’economia celeste, attingono dalla speculazione una parte non trascurabile dei
loro profitti.
Né s’è sentito alcun accenno al fatto che sono le
multinazionali ad affamare le popolazioni. Una
dozzina di gruppi di trading dotati di magazzini, flotte e stabilimenti sparsi
per il mondo decide il prezzo dei cereali con i quali si sfama il pianeta, il
prezzo del petrolio con cui batte il cuore del mondo. Le americane Adm, Bunge e
Cargill, la francese Dreyfus, tengono in pugno le commodities alimentari
controllando fra il 75 e il 90% dei cereali mondiali.
Il direttore generale della Fao, José Graziano, intervenendo l’anno
scorso a Roma al dibattito su Food Price
Volatility and the Role of Speculation, ha dichiarato che “il mondo deve guardare con
durezza alla speculazione sui mercati finanziari ed al suo potenziale impatto
sulla volatilità dei prezzi alimentari. [È] l'eccessiva speculazione nei
mercati dei derivati, a far aumentare le oscillazioni dei prezzi e la loro
velocità, soprattutto la velocità con cui sono presenti dal 2007, [e ciò] ha un
impatto negativo sui consumatori poveri e i produttori poveri in tutto il
mondo”.
Se queste cose le può dire un gerarca delle Nazioni unite,
vuoi non possa farvi accenno un’autorità morale riconosciuta a livello mondiale che si reca in visita nei luoghi di un esodo e un martirio degno di altre epoche?
È alla Borsa di Chicago, tanto per fare un esempio, che si stabiliscono i prezzi dei cereali, e dunque se in Africa la zuppa è sempre più liquida e le
donne acquistano ormai il riso al bicchiere, non si tratta di un fatto naturale, ma di mercato (*). Questo il buon parroco di Buenos
Aires lo sa, ma lo tace. Non dice ciò che è ormai a tutti evidente, ossia che questo sistema economico, per le sue leggi e nella sua anarchica sconsideratezza, produce più morti in un anno di quanti ne abbia fatti una guerra mondiale.
La
denuncia così generica da parte della Chiesa non produrrà nulla, né
l'auspicato risveglio delle coscienze e tantomeno dei mutamenti concreti. Il Vaticano persegue
altri scopi, ha obiettivi diversi da quelli di mettere in mora il sistema. Il
cristianesimo è nato da una matrice economica diversa da quella capitalistica,
e tuttavia la Chiesa cattolica sa bene che gli aspetti sociali di una crisi generale
sono fondamentalmente gli stessi in ogni epoca storica, e che è su questo tipo
di ferite che essa può intrufolarsi per inzuppare il suo pane benedetto.
Perciò la Chiesa brandisce il megafono della povertà, poiché essa per sopravvivere deve dare battaglia contro la concorrenza su quel mercato, ossia quello della rassegnazione, della sofferenza, delle lacrime, della paura, della morte. Non gl'importa nulla effettivamente delle responsabilità e del fatto che il massacro continui. Invece Roma è il sismografo della crisi sociale e perciò dello spostamento progressivo delle politiche economiche e delle conseguenti strategie, ed è sul terrendo dell’instabilità e dello spappolamento sociale che essa deve intervenire per non venir esclusa.
(*) I prodotti derivati, non sono un’invenzione recente, ma
apparvero all’inizio del XX secolo a Chicago. Questi strumenti finanziari, il
cui valore è “derivato” dal prezzo di un altro prodotto, definito “sottostante”
– come azioni, obbligazioni, strumenti monetari –, erano inizialmente destinati
a permettere agli agricoltori del Middle west di vendere la loro produzione ad
un prezzo fissato prima della raccolta – da cui il nome di “contratto a
termine”. Non è vero come sostiene il noto sociologo svizzero Jean Ziegler su Le Monde diplomatique, che allora, in
caso di caduta dei prezzi al momento della mietitura o della raccolta,
l’agricoltore era protetto e, viceversa, in caso di impennata, gli investitori
registravano un profitto. Non è altresì vero, come egli sostiene, che solo all’inizio
degli anni 1990, questi prodotti a vocazione prudenziale si sono trasformati in
prodotti speculativi. Prodotti ad alto potenziale speculativo i “derivati”
lo sono sempre stati, tanto è vero che tale pratica fu proibita nel 1936 sotto
Roosevelt.
L'ipocrisia ha sempre un'altra guancia da porgere, e finite le guance si passa alle chiappe, per la serie una faccia un culo.
RispondiEliminaIn attesa di assistere all'imminente spellamento di palmi per la santificazione dell'amico di Pinochet, alziamo i cuori agli equilibrismi morali del magazine di Belpietro: "Viva il papa ma non i clandestini." (tratto dal volume: "Espedienti per monetizzare in tempo di crisi: fare trading col Teologismo di Borsa").
Afosi saluti :)
beh, qui solo da ieri c'è un po' di caldo afoso, ma di notte si dorme bene
Elimina
RispondiEliminaCon Vasco Rossi verrebbe da dire: "...e ci fregano sempre...".
Un'altro aspetto è la funzionalità della soluzione dell'accoglienza alla creazione di esercito industriale di riserva.
Che, oltre tutto, se vai nelle parrocchie lo vedi bene, si traduce nel dazio che i migranti pagano al culto per avere un minimo di aiuto all'inserimento. Carità pelossissima...
Ma più strutturalmente.
I famosi due piccioni con la fava della globalizzazione. Abbassare salari e diritti con la libera circolazione di merci, capitali e mano d'opera, e spostare l'opinione pubblica a destra. E' scritto in tutti i manuali di sociologia che quando in un breve arco temporale le percentuali di immigrazione toccano il 5/6 la popolazione autoctona, per reazione, si sposta a destra.
Ciao gianni
P.s. Cose frivole. Come è andata con gli afidi?
ho fatto prima ad eliminare le formiche con delle piccole pastiglie nei loro nidi. miracolose. le troppe piogge hanno compromesso le rose, in compenso ho una splendida pianta con grandi fiori rosa. l'anno scorso l'avevo vista ai bordi di una statale, era alta una trentina di cm.. Ne ho raccolta una metà con le radici e l'ho piantata. quindi d'inverno le foglie si sono seccate, ma ora è alta quasi un metro e mezzo con una fioritura straordinaria.
Eliminain questo momento sul canale 23 stanno trasmettendo un documento che parla del Clordecone ( Kepone ) ch è stato ampiamente utilizzato nelle Indie Occidentali francesi, elle piantagioni di banane delle antille e martinica. pazzesco quello che è successo, anche perché sapevano degli effetti.
ciao
RispondiEliminaI fiori...una meraviglia.
Clordecone ( Kepone ) armi si distruzione di massa.
Attento alle formiche che, come sai, anche nel loro piccolo si incazzano.
Cosa ne dici - non credo bene - di Gianfranco La Grassa?
gianni
eh, lo so che i piccoletti s'incazzano facilmente
Eliminanon dico niente di glg
ciao
Ma anche tu olympe dici sempre le stesse cose: il sistema del capitale, le multinazionali eccetera come se fossero solo loro a far aumentare i prezzi del grano e non il fatto che la popolazione sia superiore alle possibilità di sostentamento del pianeta.
RispondiEliminaSiamo al punto che se dovesse esserci una qualsiasi crisi alimentare seria la fame sarebbe diffusa e mondiale o distruggeremmo gli ultimi angoli di vita selvaggia del pianeta.
E' un treno in corsa verso il baratro.
Ogni immigrato che arriva in Europa richiede alimenti ed energia almeno dieci volte quelle che consumava nelle regioni calde.
Mentre noi riduciamo i nostri consumi e la nostra natalità questi arrivano e chiedono tutto quello che non avevano in africa, democrazia, diritti, assistenza, alimenti, casa.
e lo ottengono a spese di chi resta là.
E poi vediamo l'uso della democrazia nei paesi arabi: se non fosse intervenuto l'esercito avremmo un egitto integralista islamico e la repressione delle donne.
La democrazia non esiste, facciamo finta di crederci ma siamo in un meccanismo di autoriproduzione del potere in cui le caste prosperano e ingrassano.
In Italia saranno forse tre milioni le persone che realmente producono, lavorano e soffrono.
tutti gli altri sono parassiti che si annidano nel corpo del paese sfruttandolo fino alla fine senza curarsi che lo stanno uccidendo.
Moriremo tutti o diventeremo servi degli africani.
Scappate ragazzi finchè siete in tempo, non c'è più speranza.
Governare gli italiani no
World War Z già miete i primi cervelli.
Elimina