martedì 13 luglio 2010

Quaquaraquà



«Nessuno mi convincerà mai che Provenzano e Riina sono i veri capi della mafia. Sono i bracci operativi, ma un'associazione criminale che ha un giro di affari di 130 miliardi all’anno vuol dire che in essa ci lavorano persone che stanno nell'alta finanza e nella grande industria e non è diretta da chi sta in campagna e manda pizzini».
A parte l’italiano claudicante, l’ex sindaco di Roma e ex segretario del Pd, Valter Veltroni, ha profferto (ancora una volta) lo stesso concetto espresso anche dal barista, il signor Gino, che mi ha servito il caffè stamattina.
Né Veltroni e nemmeno il sig. Gino hanno fatto il minimo accenno concreto sull’identità degli altolocati che sarebbero coinvolti. E nessuno mi convincerà mai che Veltroni Valter  possa fare esplicitamente anche un solo nome di quelli che “nell'alta finanza e nella grande industria” dirigono “un'associazione criminale che ha un giro di affari di 130 miliardi all’anno”.
Quella di Veltroni, evidentemente, è solo una deduzione. Come il fatto, incontestabile, che ogni giorno è il sole a girare intorno alla terra. La differenza tra Valter e Gino, è che quest’ultimo, nel dedurre queste cose, ti serve un buon caffè, a modico prezzo, mentre l’on. Veltroni è membro della commissione parlamentare Antimafia e le sue rivelazioni quotano la prima pagina dei giornali.

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