martedì 20 luglio 2010

La flessibilità necessaria



Cattive notizie per Telecom Italia, non così malvagie per i suoi azionisti. Il gruppo ha chiuso infatti il 2009 con un utile netto in calo di 596 milioni a 1,58 miliardi di euro. Non un taglio da poco: si tratta infatti, approssimativamente, del 25% rispetto all’anno precedente. Ciononostante, nella stessa nota il cda ha deliberato la distribuzione di un dividendo di 5 centesimi per le azioni ordinarie e di 6,1 centesimi per le azioni risparmio. L’amministratore delegato Franco Bernabè ha tenuto comunque a precisare, quasi a voler gettare acqua sul fuoco, che i risultati sono giudicati “molto soddisfacenti”: Telecom Italia, afferma, ha raggiunto gli obiettivi di margine operativo lordo e debito per il 2009 “grazie a un incisivo controllo dei costi e a un continuo recupero di efficienza” che confermano “l’efficacia della strategia e ci consentono di remunerare gli azionisti con un monte dividendi di circa 1 miliardo di euro”.

Non solo: le prospettiva per gli azionisti di Telecom Italia sono ancora più rosee in ottica 2011: il dividendo, infatti, dovrebbe tornare a crescere a partire dal prossimo anno. “La strategia per il prossimo triennio – dice l’ad di Telecom -, l’obiettivo di crescita del free cash flow, insieme alla ripresa dei ricavi e la riduzione dei costi” permetteranno a Telecom di raggiungere l’obiettivo di riduzione del debito a meno di 28 miliardi nel 2012, “e questo ci darà la flessibilità necessaria per aumentare il dividendo già dal prossimo anno”.

Telecom Italia passa dalle parole ai fatti; lo scorso 19 aprile la società telefonica avevannunciato ai sindacati 6,800 “esuberi” da realizzare entro il 2012. Ora, in piena estate, quando tutti sono un po’ più disattenti, Telecom Italia, passa ai fatti.

Sono arrivate sui tavoli dei sindacati 3700 lettere di licenziamento che, in pratica, corrispondono a 3700 persone e relative famiglie che e che andranno ad incrementare la già consistente fetta di momentanei cassaintegrati e poi disoccupati o precari. Come prevede la legge sui licenziamenti collettivi, partiranno 75 giorni entro i quali i sindacati dovranno “contrattare” con l’azienda per chiedere una riduzione dei tagli o il ricorso alla CIG o alla mobilità. In questo modo Telecom fa profitti licenziando i propri dipendenti, addossando i relativi oneri all'Inps. Che differenza c'è tra l'ancien régime di Luigi XVI e l'attuale?

N.B.: Il blog di Beppe Grillo, in data 12 luglio, si è occupato, brevemente, dei licenzimenti Telecom. Come azionista, però, non ha detto nulla in merito ai dividendi.


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