Come ogni domenica Eugenio Scalfari ci illumina dalle colonne di Repubblica sulla situazione economica nazionale e internazionale, distribuendo perle di saggezza anche per quanto riguarda i compiti urgenti della politica, quindi raccomandazioni e appelli che purtroppo restano senza conseguenze pratiche.
Oggi apre parlando della Fiat, constatando cioè che essa è una multinazionale e come tale si comporta. Scopre così che la Fiat (vedi post precedente) andrà in Serbia perché lì troverà condizioni molto più vantaggiose rispetto all’Italia; anzi rilevando un nesso inquietante tra tale decisione operativa e decisioni politiche al più alto livello: “lo stabilimento Fiat in Serbia sarà pagato per tre quarti dall'Unione europea e per il resto da incentivi fiscali del governo di Belgrado”.
Se lo stabilimento Fiat in Serbia è pagato per tre quarti dall'Unione europea, ciò significa una cosa sola: la decisione dello smantellamento del sistema produttivo automobilistico italiano, e con esso del suo indotto, è attuata con il denaro dei contribuenti europei, italiani compresi, nell’ambito di un piano dei massimi organismi politico-economici europei e con la piena adesione e responsabilità del governo italiano, nel sostanziale disinteresse dei partiti e nel silenzio di quasi tutto il sindacato.
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