venerdì 9 luglio 2010

Cigni neri



Sono ormai tre mesi, da aprile, che un pozzo della BP immette petrolio nelle acque del Golfo del Messico. Se ne parla sempre meno, da noi. Infatti se si vuole trovare qualche notizia bisogna rivolgersi all’estero. Secondo l’Associated Press vi sono 27.000 pozzi di petrolio abbandonati nel Golfo del Messico. Nonostante il potenziale di perdite a causa della pressione e della corrosione, i pozzi non sono controllati dal governo degli Stati Uniti o da qualsiasi agenzia all'interno dell'industria petrolifera. L’Associated Press descrive il Golfo del Messico come "un campo minato ambientale".
Secondo la AP, oltre la metà dei 50.000 pozzi che sono stati perforati nelle acque federali del Golfo del Messico sono state abbandonati, con 23.500 di loro considerati come definitivamente sigillati. Il più antico di quelli abbandonati, secondo tale indagine, data agli anni Quaranta. I pozzi sono abbandonati dalle compagnie petrolifere quando non sono considerati più redditizi, o quando il potenziale per la quantità di greggio da estrarre non è così elevata come la società può aver inizialmente creduto. Secondo la AP, "Alcuni proprietari hanno abbandonato i pozzi temporaneamente, in attesa cioè di un aumento dei prezzi del petrolio".
Diversi fattori possono causare la fuoriuscita di petrolio dai pozzi abbandonati, quali l'erosione o l’invecchiamento del cemento utilizzato per chiudere i pozzi e i cambiamenti delle condizioni geologiche. L’erosione delle tubazioni dei pozzi o in altre zone della struttura può produrre la fuoriuscita di gas in superficie. Ciò può avvenire gradualmente o con uno scoppio improvviso e catastrofico.
La sigillatura permanente di un pozzo offshore è costosa e richiede tempo, con costi fino a 200.000 dollari. Molte compagnie petrolifere per aggirare questo ostacolo classificando i loro pozzi come "temporaneamente abbandonato”. Ben 3.500 pozzi sono considerati "temporaneamente abbandonati". Utilizzando questa scappatoia, le aziende possono lasciare i loro pozzi in una sorta di limbo giuridico per anni e possono farlo ben sapendo che non dovranno affrontare nessuna ripercussione.
Infatti, l’inchiesta della AP dice che "Circa tre quarti dei pozzi temporaneamente abbandonati sono stati lasciati in questo stato per più di un anno, e molti dal 1950 e 1960”, e le società ne approfittano poiché le procedure per abbandono temporaneo non sono così severe come quelle per delle chiusure definitive". L'AP ha rilevato che la Federal Minerals Management Service (MMS) ha emesso multe di "soli 440 mila dollari per sette società dal 2.003 al 2.007 per “abbandono arbitrario”.
BP ha abbandonato non meno di 600 pozzi nel Golfo del Messico.
Scriveva Guy Debord: «La sedicente "lotta contro l'inquinamento", per il suo lato statuale e legislativo, creerà innanzitutto nuove specializzazioni, servizi ministeriali, lavoretti, proliferazione burocratica. E la sua efficacia sarà del tutto commisurata a tali mezzi. Non può diventare una volontà reale, se non trasformando il sistema produttivo attuale dalle fondamenta».

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