Secondo un recente articolo di Der Spiegel, un ristretto gruppo di esperti sta elaborando, su richiesta del cancelliere tedesco Angela Merkel e del ministro delle finanze Wolfgang Schäuble, un piano di emergenza per i paesi europei con grave defcit e in difficoltà (o non più in grado) di pagare i propri debiti alle banche europee. Le delibere sul nuovo piano sono conservate sotto chiave in modo da non allarmare i mercati.
Come è noto, in maggio, la Germania ha acconsentito con altri governi europei e il FMI di istituire un fondo di salvataggio (prestito) senza precedenti di 750 miliardi (945.000.000.000 dollari) da utilizzare per rifinanziare i debiti di quei paesi della zona euro in difficoltà di rimborso. Il cancelliere tedesco ora teme che il nuovo piano in corso di elaborazione a Berlino possa essere considerato come un voto di sfiducia al pacchetto di salvataggio europeo partorito a maggio. Infatti l'euro è caduto lunedì scorso quando la notizia del nuovo piano è trapelata.
Il piano di Berlino prevede la ristrutturazione del debito per i paesi europei in difficoltà. I candidati principali sono al momento le economie di Grecia, Portogallo e Spagna, ma anche un certo numero di altri paesi potrebbero esservi coinvolti. Il piano, in sostanza, prevede che in cambio della ristrutturazione dei loro debiti, i paesi interessati debbano cedere ampi poteri sulle loro economie.
Nelle progetto di Berlino, questo processo “richiederà restrizioni discrezionali ai poteri sovrani”, ovvero il controllo effettivo sulla politica di bilancio dovrebbe quindi essere assunto da “un individuo o gruppo di individui con familiarità con le caratteristiche regionali del Paese debitore”. Questo “individuo o gruppo di individui”, sarà nominato da un comitato di esperti in Germania, noto come Club di Berlino.
Il piano tedesco rivela la totale incapacità delle classi dirigenti di affrontare la crisi economica, nel quadro tradizionale della democrazia borghese. Recentemente, Schäuble ha ammesso una verità che a nessun ministro piace rendere pubblica: i governi prendono ordini dai mercati finanziari. Ora, al fine di placare le banche, Schäuble è pronto a trattare gli Stati insolventi come le imprese in fallimento. Descrivendo il concetto alla base del piano tedesco, Schäuble ha dichiarato: “Ogni volta che una società rischia il fallimento, i creditori devono abbandonare una parte dei loro crediti. Lo stesso vale nei casi di fallimento nazionale”. Egli dichiara che gli Stati a rischio insolvenza saranno trattati allo stesso modo delle società in liquidazione, ovvero sottoposte da parte di un’agenzia esterna ad un controllo efficace dei loro bilanci.
Questa settimana il Financial Times, in un commento sul piano di Berlino, ha osservato che se le norme europee per arginare la crisi finanziaria del continente hanno fallito, sono quindi necessarie ulteriori misure.
Il Financial Times è la voce della comunità finanziaria internazionale, cioè dei padroni del mondo, e sostiene senza riserve i suoi interessi. C’è da chiedersi se il popolo greco, segnatamente i lavoratori greci, hanno bisogno di acquistare le merci germaniche, anzitutto i carri armati Leopard e i sottomarini Type 214, acquistati dalla tedesca ThyssenKrupp Marine Systems AG tramite istituti di credito tedeschi [qui].
La dittatura finanziaria sta sempre più prendendo i connotati di una dittatura politica di fatto. C’è un solo modo per uscire da questa situazione che sta, di giorno in giorno, degenerando, ma tale tipo di risposta non è ancora all’ordine del giorno.
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Come è noto, in maggio, la Germania ha acconsentito con altri governi europei e il FMI di istituire un fondo di salvataggio (prestito) senza precedenti di 750 miliardi (945.000.000.000 dollari) da utilizzare per rifinanziare i debiti di quei paesi della zona euro in difficoltà di rimborso. Il cancelliere tedesco ora teme che il nuovo piano in corso di elaborazione a Berlino possa essere considerato come un voto di sfiducia al pacchetto di salvataggio europeo partorito a maggio. Infatti l'euro è caduto lunedì scorso quando la notizia del nuovo piano è trapelata.
Il piano di Berlino prevede la ristrutturazione del debito per i paesi europei in difficoltà. I candidati principali sono al momento le economie di Grecia, Portogallo e Spagna, ma anche un certo numero di altri paesi potrebbero esservi coinvolti. Il piano, in sostanza, prevede che in cambio della ristrutturazione dei loro debiti, i paesi interessati debbano cedere ampi poteri sulle loro economie.
Nelle progetto di Berlino, questo processo “richiederà restrizioni discrezionali ai poteri sovrani”, ovvero il controllo effettivo sulla politica di bilancio dovrebbe quindi essere assunto da “un individuo o gruppo di individui con familiarità con le caratteristiche regionali del Paese debitore”. Questo “individuo o gruppo di individui”, sarà nominato da un comitato di esperti in Germania, noto come Club di Berlino.
Il piano tedesco rivela la totale incapacità delle classi dirigenti di affrontare la crisi economica, nel quadro tradizionale della democrazia borghese. Recentemente, Schäuble ha ammesso una verità che a nessun ministro piace rendere pubblica: i governi prendono ordini dai mercati finanziari. Ora, al fine di placare le banche, Schäuble è pronto a trattare gli Stati insolventi come le imprese in fallimento. Descrivendo il concetto alla base del piano tedesco, Schäuble ha dichiarato: “Ogni volta che una società rischia il fallimento, i creditori devono abbandonare una parte dei loro crediti. Lo stesso vale nei casi di fallimento nazionale”. Egli dichiara che gli Stati a rischio insolvenza saranno trattati allo stesso modo delle società in liquidazione, ovvero sottoposte da parte di un’agenzia esterna ad un controllo efficace dei loro bilanci.
Questa settimana il Financial Times, in un commento sul piano di Berlino, ha osservato che se le norme europee per arginare la crisi finanziaria del continente hanno fallito, sono quindi necessarie ulteriori misure.
Il Financial Times è la voce della comunità finanziaria internazionale, cioè dei padroni del mondo, e sostiene senza riserve i suoi interessi. C’è da chiedersi se il popolo greco, segnatamente i lavoratori greci, hanno bisogno di acquistare le merci germaniche, anzitutto i carri armati Leopard e i sottomarini Type 214, acquistati dalla tedesca ThyssenKrupp Marine Systems AG tramite istituti di credito tedeschi [qui].
La dittatura finanziaria sta sempre più prendendo i connotati di una dittatura politica di fatto. C’è un solo modo per uscire da questa situazione che sta, di giorno in giorno, degenerando, ma tale tipo di risposta non è ancora all’ordine del giorno.
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