martedì 18 novembre 2025

Tutto in un titolo

 

Altre armi e nuovi finanziamenti. Il consigliere di Zelensky, Mykhailo Podoliak, in un’intervista televisiva ha affermato che la corruzione è un “segno distintivo di qualsiasi economia sviluppata”, e dunque deve essere accettata come tale.

Questi signori, invece di promuovere una mediazione, di cercare una soluzione a un conflitto che da più di dieci anni vede soffrire e morire civili innocenti (e decine di migliaia di soldati uccisi o traumatizzati da entrambi le parti), insistono nel voler mandare altre armi nella scellerata illusione di sconfiggere la Russia, che, ci ricordano, non ha mai smesso di essere il regno del Male.

Questa loro determinazione alla guerra è ben più di un equivoco che potrebbe essere corretto con una chiara analisi delle circostanze reali. Così intelligenti, baluardi di democrazia e di questo sistema, si sono costruiti una coscienza che definire semplicemente falsa non rende giustizia della loro natura e del gioco insano di cui sono, allo stesso tempo, pupari e infime marionette.

Si dichiarano fautori di armoniosi rapporti sociali e di vacuità redistributive, ma in ogni aumento di imposte che li riguardi vedono violato e insultato il diritto al rendimento. E dunque non è difficile immaginare i loro ululati se i denari per le armi e altro fossero tratti direttamente dai loro conti correnti e non dal comune calderone erariale.

Arriverebbero al punto di mandare i loro figli e nipoti a morire per Kiev (fingendo fosse Danzica e Putin un altro Hitler) pur di potersi gloriare di avere avuto ragione.

I portuali di Genova del Collettivo Autonomo dei Lavoratori Portuali (CALP), già dal 2014, intercettano e bloccano le spedizioni di container di armi prodotte in Italia. Nel maggio scorso hanno bloccato l’invio di razzi prodotti in zona Bergamo ai terroristi con a capo il criminale ricercato Netanyahu. Purtroppo CGIL e UIL fanno da spettatori. Come meravigliarsi della crisi del sindacato?

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