Ogni notte si fa più pesante con l’attesa del giorno seguente. In questa stagione poi ... E penso a quando eravamo bambini: sapevamo che i nostri genitori avevano dei progetti. Vedevamo nei loro occhi aspettative più grandi, più consapevoli e più distanti delle nostre. Non le capivamo tutte, ma le sapevamo.
A che punto è questa guerra, e quell’altra? E la prossima, dove? Non sappiamo più bene cosa stia succedendo. Ora ci raccontano di cecchini a Sarajevo nel weekend. Pagavano per uccidere. Sparare sui civili, donne e bambini compresi, come se si trattasse di una battuta di caccia. Uccidere gli anziani era gratis. Questa cosa, se fosse vera, sarebbe enorme.
I cani sono migliori degli umani. Certo, abbaiano, sbavano e puzzano, come gli umani del resto, ma loro non hanno bisogno di molto; una palla o un giocattolo li tiene occupati all’infinito. A volte piccoli litigi tra loro, ma è raro. Di diverse linee e razze, il più delle volte vanno d’accordo e si divertono insieme, ci danno meravigliose lezioni di vita.
Anche ciò che avviene a Gaza e in Cisgiordania è safari. Come già il 7 ottobre 2023 a parti invertite. Mi chiedo: com’è possibile che la popolazione ebraica di Israele accetti che il proprio governo compia, in suo nome, un genocidio? Com’è stato possibile che in due anni, nelle manifestazioni di piazza contro Netanyahu, la gran parte dei cittadini israeliani abbia chiesto a gran voce la fine della guerra a Gaza unicamente in nome della liberazione degli ostaggi?
In fondo, proveniamo da una mentalità preistorica piuttosto simile: i cani con il branco e noi con la tribù. Loro, i cani, aiutano persone di ogni classe sociale, genere ed età, di ogni estrazione religiosa e sessuale, e persino con diverse convinzioni politiche.
Com’è possibile che la popolazione russa accetti che il proprio governo, in suo nome, continui una guerra contro una popolazione che fino a qualche decennio fa era parte della popolazione russa? Com’è stato possibile che dal 2014 la popolazione ucraina abbia accettato che il proprio governo, in suo nome, iniziasse una guerra contro una popolazione con la quale condivideva la stessa nazionalità e la stessa lingua?
Grandi cimiteri sotto la luna, scriveva Bernanos a proposito della guerra civile spagnola. Chi legge più Bernanos? Qualche mese fa ho letto i diari di Luca Pietromarchi, e mi chiedevo: come poteva, questo galoppino che per conto di Galeazzo Ciano sovraintendeva l’organizzazione della cooperazione bellica italiana, descrivere in modo così asettico ciò che avveniva in Spagna?
Pietromarchi inframmezzava il suo racconto tra quello di una cena e la recensione di un film che aveva visto. E però in seguito la repubblica italiana “nata dalla resistenza” gli conferì l’incarico di ambasciatore. Tante storie come la sua. Dunque, perché dovrei meravigliarmi di Sarajevo, di Gaza e di molto altro? La storia non si ripete mai uguale, ma la strage è la stessa.
Era il XX secolo, quando le principali nazioni europee si univano con fervore al governo di un Duce, di un Führer o di un Caudillo. Ma ora, nell’epoca dell’intelligenza artificiale? Sembra il delirio di un guidatore al buio con gli occhi iniettati di sangue.


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