Per un paio di giorni ci terranno occupati con altro, tuttavia l’esito del conflitto in corso in Ucraina ci riguarda da vicino fin troppo. Non ne sembriamo consapevoli e sbucciamo piselli come nulla fosse.
A seguito dei colloqui tra i rappresentanti di Stati Uniti, Ucraina e alcuni Stati membri dell’UE a Ginevra, sono state apportate modifiche a dir poco significative al piano di Donald Trump per porre fine alla guerra in Ucraina.
Questo piano attualmente esiste solo sulla carta, e senza l’accordo della Russia sul nuovo piano, il piano rivisto di Trump non è altro che aria fritta. La nuova bozza non include più gli obiettivi politici centrali della Russia, come l’esclusione dalla NATO, la limitazione delle dimensioni delle forze armate ucraine e la messa al bando dei gruppi fascisti in Ucraina. Il nuovo piano omette inoltre qualsiasi garanzia sullo status della lingua russa in Ucraina.
Quanto poi alla questione dei territori, siamo lontani anni luce da un accordo. Dunque sembra dubbio (eufemismo) che la Russia sia disposta ad accettare questa base negoziale dato l’attuale stato del conflitto. E allora a che cosa serve tutta questa manfrina? È solo propaganda, per addossare la responsabilità del rifiuto del piano alla Russia. Bisogna essere dei disonesti per non ammetterlo.
Inoltre, e questo ci riguarda da vicino, l’esito di Ginevra potrebbe rappresentare un successo per l’UE nella sua lotta con gli Stati Uniti per il riconoscimento come forza politica, soprattutto perché Trump l’aveva già designata come il più importante contributore finanziario.
Il vantaggio della bozza originale, quella di Trump, era che affrontava i principali obiettivi politici della Russia: dalla rinuncia all’espansione della NATO alla creazione di una nuova architettura di sicurezza europea e all’estensione dei più importanti accordi sul controllo degli armamenti. Il punto debole, molto debole, era dato dal fatto che rinviava sine die la questione territoriale. La nuova bozza su questo punto è addirittura peggiorativa e inaccettabile per la Russia.
Si potrebbe persino parlare di sabotaggio della pace. Ma una cosa è chiara: Volodymyr Zelensky può vivere tranquillamente con il “piano di pace” rivisto. Prolungherà la guerra e non dovrà più affrontare la minaccia di nuove elezioni, che molto probabilmente perderebbe. Il ritorno della pace in Ucraina è impossibile se gli ucraini non daranno l’assalto al proprio quartier generale.
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