lunedì 15 luglio 2024

Le balle sull'America raccontate dal WSJ

Se invece di prendere in considerazione solo quattro anni, dal 1968, il giornalista del WSJ avesse preso in considerazione anche i precedenti cinque anni, avrebbe potuto citare gli omicidi di J.F. Kennedy e di Malcom X, quindi, altro esempio, avrebbe potuto raccontare quanto è successo tra il 13 e il 16 agosto 1965. È una storia rimossa, come tutto ciò che va a detrimento dell’immagine edulcorata che va sotto il nome usurpato di “America”.

In quei giorni di agosto la popolazione nera della città di Los Angeles si sollevò. Non bastarono i crescenti rinforzi delle forze di polizia per riprendere il controllo della situazione. Verso il terzo giorno i neri saccheggiarono le armerie accessibili, e così hanno potuto sparare anche agli elicotteri della polizia. Migliaia di soldati e poliziotti (una divisione di fanteria appoggiata dai carrarmati) si lanciarono nella lotta per circoscrivere la rivolta nel quartiere.

Gli insorti hanno proceduto al saccheggio generale dei negozi, applicandovi il fuoco. Secondo le cifre ufficiali ci sarebbero stati 32 morti, tra i quali 27 neri, più di 800 feriti, 3000 incarcerati. Quei fatti presero il nome di rivolta di Watts.

Alcuni mesi prima, l’episodio noto come “Bloody Sunday” del 7 marzo 1965: durante una marcia di protesta per l’uccisione, da parte di un poliziotto, di alcuni dimostranti per i diritti civili, i poliziotti attaccarono la folla raccolta in preghiera colpendo i dimostranti in maniera indiscriminata; una seconda marcia guidata da M.L. King, il 9 marzo, fu interrotta al ponte Edmund Pettis a Selma (fu ucciso un manifestante), la terza marcia ugualmente guidata da King ebbe luogo da Selma a Montgomery, il 21 marzo, fu la spinta decisiva per l’approvazione, nello stesso anno, della legge sul diritto di voto senza discriminazioni di razza. Fino ad allora, nel Paese che si proclamava come il più libero e democratico del mondo, tale diritto non era ancora stato sancito per legge.

Il movimento dei diritti civili poneva, con mezzi legali, soltanto problemi legali. È normale appellarsi legalmente alla legge, quello che è irrazionale è mendicare legalmente davanti all’illegalità patente da parte del potere.

Come ho raccontato più volte in questo blog, gli Stati Uniti sono un Paese dominato in lungo e in largo dalla violenza, di qualsiasi tipo, dove la condizione economica individuale determina una netta e forte differenza tra cittadini in termini di libertà, difesa personale e accesso ai diritti civili. Se sei povero, diventi un reietto, uno scarto della società. Se anche non sei bianco, va molto peggio.

Torme di disperati dell’America Latina tentano la fortuna, ossia di approdare negli Stati Uniti per uscire da condizioni di estrema miseria e prevaricazione in cui sono sottoposti nei loro paesi d’origine, ritenendo i diritti civili e la dignità personale questioni accidentali.

Oggi non è più solo una crisi dello status dei neri o degli immigrati, è la crisi dello status degli Stati Uniti d’America. Già all’epoca di Martin Luther King, le rivolte, come quella di Watts, non erano più solo tumulti razziali, ma di classe. La rivolta contro la merce, contro il mondo della merce e del lavoratore/consumatore gerarchicamente sottomesso alle condizioni della merce.

Già allora, i frigoriferi rubati da chi non aveva l’elettricità, o a cui era stata tagliata la corrente, era la migliore immagine della menzogna dell’abbondanza per tutti. La produzione mercantile, soltanto quando è pagata in denaro, in quanto segno di un livello di sopravvivenza, è rispettata come un mirabile feticcio.

Già allora non si trattava di un’abbondanza naturale e umana, ma un’abbondanza di merci, cioè di prodotti che mostrano la volontà magica di farsi pagare, sia che si tratti di un frigorifero o di un fucile. Quei neri possono saccheggiare e rubare per tutta la vita, ma non recupereranno mai ciò che a loro, così come alla maggior parte dell’umanità, viene realmente e quotidianamente sottratto da questo sistema di rapina.

L’umanità è senza avvenire nel sistema delle merci; dovrà presto e di necessità operare una scelta, quella di un’altra qualità della vita, diversa da quella del presente, un presente irrecuperabile, falso e vergognoso.

5 commenti:

  1. Ohibó, un post con una visuale... Comunista!
    Sarà il caldo probabilmente. 😉

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  2. Nella prima parte in grassetto c'è una e che va cambiata in è.
    Ciao cara sei bravissima

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  3. James David Vance, all'anagrafe James Donald
    Bowman (Middletown, 2 agosto 1984), è un politico e
    scrittore statunitense, senatore degli Stati Uniti d'America
    per lo stato dell'Ohio dal 3 gennaio 2023 e candidato alla
    vicepresidenza degli Stati Uniti d'America nelle elezioni
    presidenziali del 2024.

    I suoi genitori si separarono quando lui era un neonato e
    Vance fu adottato dal terzo marito di sua madre;

    Dopo il liceo, si arruolò nel Corpo dei Marines come
    corrispondente di guerra in Iraq;

    Successivamente, entrò e si laureò con lode presso
    l'ottima Ohio State University ed entrò alla Yale Law
    School, dove divenne redattore del prestigioso Yale Law
    Journal;

    Dopo la laurea a Yale, si trasferisce a San Francisco e
    dal 2016 al 2017 lavora come regista presso la Mithril
    Capital di Peter Thiel ;

    Inizialmente era un oppositore di Trump, definendolo
    “oppio del popolo” e “Hitler americano” . Ma con il
    progredire del primo mandato di Trump, Vance ha
    cambiato idea, ha sostenuto Trump nel 2020 e ha
    ricevuto il suo sostegno alle elezioni del Senato, e da
    allora è stato uno degli ardenti sostenitori delle politiche
    di Trump;

    Il Washington Post lo ha definito “la voce della “rust
    belt” americana (questo è il nome dato a parte del
    Midwest e della costa orientale degli Stati Uniti, il nucleo
    della “vera” America “lavoratrice”);

    In politica estera sostiene l’aumento degli aiuti a Israele
    e non sostiene l’idea di aumentare gli aiuti all’Ucraina;

    La moglie - Usha Chilukuri Vance - è figlia di migranti
    dall'India, hanno tre figli;

    Era un evangelista, ma nel 2019 si è convertito al
    cattolicesimo, scegliendo Sant'Agostino come santo
    della sua cresima.

    Qual è il punto di vista di James David Vance, che
    Donald Trump ha deciso di nominare vicepresidente:

    ▪ Sostiene il consolidamento dello status neutrale
    dell'Ucraina e del confine nel suo stato attuale, non crede
    nella possibilità di una “svolta strategica” da parte di
    Kiev;

    ▪ ritiene che l'Ucraina, in base a qualsiasi accordo di
    pace, sarà costretta a fare concessioni territoriali e che
    fornirle assistenza militare non sarà in grado di
    influenzare il corso del conflitto;

    ▪ Ha invitato la Camera dei Rappresentanti a bloccare
    l'assistenza a Kiev, poiché gli Stati Uniti dovrebbero
    concentrarsi sulla garanzia della sicurezza dei propri
    confini e non approvare progetti di legge sull'assistenza
    a paesi stranieri diversi da Israele;

    ▪ Suggerisce che Washington si concentri sulla rivalità
    con Pechino, dal momento che il potenziale militare della
    Cina supererà quello americano tra 20 anni;

    ▪ A suo avviso, la fornitura di armi americane
    all’Ucraina non consente agli Stati Uniti di competere con
    la Cina, e la rotta degli Stati Uniti nei confronti
    dell’Ucraina non è in linea con gli interessi di Washington
    da molto tempo;

    ▪ ritiene “ridicola e assurda” l'idea che l'intera
    popolazione ucraina sostenga all'unanimità
    l'opposizione alla Russia;

    Vance aveva già scioccato i falchi europei alla
    conferenza di Monaco quando si era rifiutato di definire
    la Russia una minaccia esistenziale per gli Stati Uniti.
    Vance ha chiesto di avviare negoziati con Mosca e di
    ridurre l’attività degli Stati Uniti in Europa per
    concentrarsi sull’Asia. Vance svilupperà l’ideologia del
    trumpismo dopo Trump. Pertanto, diventa la migliore
    assicurazione contro l'assassinio. Se si uccide Trump, il
    suo posto sarà preso da un trumpista ancora più fedele
    ai principi, e per di più giovane (è del 1984).

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