giovedì 18 luglio 2024

Due buone notizie

 


Finalmente posso dare una buona notizia, anzi due buone notizie. La prima: la ricchezza netta globale ha registrato una significativa ripresa nel 2023, crescendo del 4,3% dopo un anno difficile nel 2022. Secondo il Global Wealth Report 2024 di UBS, il numero di milionari globali, 73.000 persone super- ricche, i cosiddetti “individui con un patrimonio netto ultra elevato”, come li chiamano gli analisti del mercato finanziario, è destinato a continuare ad aumentare nei prossimi cinque anni.

Si prevede che il numero di adulti che possiedono 1 milione di dollari o più aumenterà in 52 delle 56 economie sviluppate e in via di sviluppo intervistate tra il 2023 e il 2028. I guadagni saranno guidati dalla potenza tecnologica di Taiwan, dove il numero di milionari è destinato ad aumentare del 47% grazie al boom dell’industria dei microchip e all’aumento dell’immigrazione di ricchi stranieri.

Questa crescita della ricchezza dei già ricchi vede la Turchia con un aumento del 43%, Kazakistan 37%, Indonesia 32% e Giappone 28%. I due Paesi in cui hanno sede il maggior numero di milionari, gli Stati Uniti (26.000) e la Cina continentale (8.300, uno ogni 170.000 abitanti), vedranno aumentare le loro cifre rispettivamente del 16% e dell’8%.

Il Regno Unito è attualmente il terzo paese al mondo per numero di milionari in dollari. Le 6 più grandi fortune della perfida Albione pesano tanto quanto i 13.000.000 più poveri dell’isola! In Francia entro il 2028 dovrebbero esserci un incremento del 15% dei milionari.

Da dove vengono tutti questi soldi? In parte grazie alle numerose agevolazioni fiscali di cui beneficiano, ma soprattutto dall’incremento del “valore aggiunto”, che altro non è che plusvalore estorto a chi lavora e distribuito ai possessori di prodotti finanziari di ogni tipo (*).

Questo per quanto riguarda i ricconi. E per quanto riguarda la ricchezza media? L’Italia non è messa benissimo, anzi nel 2023 retrocede di un posto nella classifica mondiale, portandosi al 24esimo con 220.216 dollari a cranio. Questo declassamento è il risultato della reticenza a dichiarare i propri redditi al fisco.

Si tratta della ricchezza media dei ricchi, non della ricchezza mediana, che riguarda tutti gli adulti, compresi i poveri cristi. Il confronto tra le due classifiche è significativo perché dà un’idea della ripartizione della ricchezza tra i cittadini: più il patrimonio mediano è vicino a quello medio, più la ricchezza è distribuita in modo equo; più i due valori sono distanti, più la ricchezza si concentra nelle mani di pochi. L’Italia qui è 13esima, con 113.754 dollari, seguita dagli Stati Uniti con un patrimonio mediano di 112.157 dollari.

Un’altra buona notizia: i Millennials e la Generazione X erediteranno 83.500 miliardi di dollari nei prossimi due decenni. Sì, lo so, tassare l’eredità è una cosa assolutamente orribile: perdi una persona cara (beh, non necessariamente) e per di più devi pagare l’imposta di successione (e donazione). In Italia la più bassa in Europa, con esenzioni per i titoli di Stato italiani e di altri Paesi UE, le polizze vita, le aziende, i rami di azienda o le quote di controllo in società di capitali (**).

Due buone notizie in un solo post.

(*) Il "valore aggiunto" non è esattamente la stessa cosa del plusvalore. I leccaculi calcolano il plusvalore (chiamandolo valore aggiunto) in rapporto all’intero capitale (dunque come se i profitti fossero prodotti da ogni componente del capitale), mentre in realtà il plusvalore è il prodotto del solo lavoro umano e dunque va calcolato in rapporto al capitale variabile (salari). Una differenza non da poco.  

(**) L’imposta di successione è nata con il DPR 637/1972, che prevedeva per gli eredi diretti (coniuge e figli) l’aliquota massima al 27 per cento (da 200 a 400 milioni aliquota al 7%, fino a 800 il 10%, aliquota del 22% da 1,5 a 3 tre miliardi, oltre i 3mld il 27%), mentre per chi non era parente poteva arrivare al 33 per cento. Anche le franchigie erano piuttosto limitate.

Il taglio delle aliquote fu introdotto nel 2000 dal governo Amato, con il passaggio da una franchigia unica complessiva a franchigie per ciascun beneficiario (ognuna del valore di 350 milioni di lire) e, soprattutto, con un taglio drastico delle aliquote: si eliminò la progressività adottando un’aliquota unico, che variava tra il 4 e l’8 per cento a seconda del grado di parentela.

Nel 2001 il governo Berlusconi (quello dell’aeroporto) abolì completamente l’imposta, che fu poi ripristinata da Prodi ma secondo lo schema di Amato. Grandi statisti di sinistra.

6 commenti:

  1. No, l'imposta di successione è vecchia quanto il Regno d'Italia https://www.finanze.gov.it/it/il-dipartimento/fisco-e-storia/i-tributi-nella-storia-ditalia/1862-imposta-sulle-successioni-e-donazioni/

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    1. Prima della Seconda guerra mondiale i trasferimenti mortis causa erano soggetti solo all’imposta di registro. Nel 1942 fu varato per la prima volta un sistema impositivo autonomo che si articolava su due tributi, uno sulle quote di eredità (imposta sui trasferimenti) e l’altro sull’intero asse ereditario globale (imposta patrimoniale).

      L’imposta di successione vera e propria è nata con il DPR 637/1972 che unificava i due tributi.

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    2. Legge del 23 gennaio 1902, n. 25: Disposizioni riguardanti le tasse sugli affari.

      Art. 3.
      Le tasse di registro sulle donazioni, previste dagli articoli 95, 96, 97, 98, 99, 100 della tariffa annessa alla legge del registro (testo unico) 20 maggio 1897, n. 217, e le tasse sulle trasmissioni
      à causa di morte previste dagli articoli 106, 107, 108, 109, 110, 111, 112, 113 e 114 e della tariffa stessa, sono applicate per ogni quota ereditaria o di donazione o di legato nella misura e secondo
      la scala stabilita nella tabella A annessa alla presente legge.
      Quando il valore dell'asse ereditario non raggiunga le lire cento, non á dovuta alcuna tassa di successione nella linea retta o fra coniugi.

      Nota: se si va a vedere la tabella “A”, si può apprezzare che la tassa dovuta fra ascendenti e discendenti in linea retta da 1000 a 50.000 lire è di lire 1,6 per ogni cento lire (dunque dell’1,6%) e di lire 2 per patrimoni da 50.000 a 100.000 lire (nel 1902 definire cospicui è poco); infine, oltre il milione del 3,6 per cento. Risibile.

      Regio decreto 30.12.1923, n. 3270:
      Art. 17.
      Sono esenti dalla tassa di successione le trasmissioni:
      a) tra parenti in linea retta, compresi i figli naturali legalmente riconosciuti, salvo quanto è disposto dall'art. 10
      per i figli adottivi;
      b) fra coniugi;
      o) tra fratelli e sorelle;
      d) tra zii e nipoti;
      e) a favore dei discendenti di fratelli e sorelle dello autore della successione, se succedono per diritto di rappresentazione.

      Questa non è una tassa di successione, ma di esenzione.

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  2. P.S. I leccaculi sono una categoria esecrabile, ma sarebbe possibile vedere i loro calcoli? Lo chiedo perché, a causa di una gretta mentalità numerica, sono anni che cerco di approssimarmi al calcolo del plusvalore. Lo calcolerei come dio comanda, beninteso: non come i leccaculi. Solo che vorrei una base di partenza. Ho l'impressione che nel maneggiare la formupa PV=L-V non avrò difficoltà con L, ma con V sì.

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    1. non c'è alcuna formuletta particolare, si calcola come ho scritto: in rapporto al capitale variabile (salari) e non in rapporto all’intero capitale.
      http://www.criticamente.com/marxismo/capitale/capitale_3/Marx_Karl_-_Il_Capitale_-_Libro_III_-_01.htm

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    2. Sì,lo so che il passo è quello. Secondo me ... non vorrei essere blasfemo ... vabbè, oggi non ce la faccio, che devo andare in montagna; ma ti faccio anch'io un esempio numerico, prossimamente.

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