giovedì 18 luglio 2024

Jean-Luc Mélenchon, una carriera

 

Sapete chi era Pierre Lambert, pseudonimo di Pierre Boussel? Se a vostro tempo non avete bazzicato un qualche gruppo bordighista semiclandestino è difficile che possiate saperlo. Peccati di gioventù. Basta non aver perseverato.

Jean-Luc Mélenchon, il leader de La France insoumise (LFI), Pierre Lambert l’ha conosciuto bene. Militante trotskista prima della Seconda guerra mondiale, leader del Partito dei Lavoratori Indipendenti (POI), erede dell’Organizzazione Comunista Internazionalista (OCI), di cui Lambert divenne leader storico, sciolta da De Gaulle con decreto presidenziale del 12 giugno 1968 contemporaneamente ad altre organizzazioni di sinistra.

Mélenchon nel 1972, all’età di 21 anni, a Besançon, si unì all’OCI e ne divenne rapidamente il leader, prima di scomparire improvvisamente.

Non fu l’unico dei futuri politici francesi ad aderire all’OCI. Lionel Jospin, per esempio, fu sodale e amico di Pierre Lambert, grazie al quale perfeziona la sua formazione politica, intellettuale e personale. Quando poi divenne primo segretario del PS nel 1981, Jospin negò per anni la sua militanza trozkista, sostenendo di essere stato confuso con ... suo fratello Olivier, ma più tardi, a babbo morto, riconobbe i suoi legami con l’OCI.

Nel 1976, Mélenchon, all’età di 25 anni, andò a seppellirsi in un minuscolo villaggio del Giura, Montaigu. Come per magia diventa socialista e lavora come freelance per Les Dépêches du Jura. Titolo di un suo articolo dedicato alle fabbriche tessili: “Dalle corde ai fili... l’importante è non perdere il filo”! In un altro rimpiange “il buon pane di una volta”, che non ha più nulla a che fare con il “pane com’è oggi”. Grandi temi.

Nel 1978 iniziò un’importante avventura. Nel Partisto socialista infuriava la battaglia tra la corrente rocardiana e quella mitterrandista per chi sarà il candidato alle elezioni presidenziali del 1981. A quell’epoca nessuno conosce Mélenchon, ma Claude Germon, un mitterrandista sindaco di Massy, promuove Mélenchon a suo capo di gabinetto.

Germon sapeva della trascorsa militanza trozkista di Mélenchon? Anche Germon è fortemente sospettato di essere stato lambertista. Ha detto di Lambert: “Era un personaggio interessante, con il quale mi piaceva chiacchierare regolarmente”. Pierre Lambert, leader indiscusso dell'OCI, è morto il 16 gennaio 2008 e la sua sepoltura al Père-Lachaise dimostra le dimensioni della sua influenza.

Mélenchon quando ha rotto con l’OCI, se ha davvero rotto? Il fatto è che, dal 2017, il POI- OCI sostiene Mélenchon in tutte le sue imprese. A poco a poco, e per decisione esclusiva di Mélenchon, il movimento lambertista divenne uno dei pilastri de LFI. Almeno venti tra incontri e seminari, incontri e conferenze stampa del movimento si sono svolti al numero 87 di rue du Faubourg-Saint-Denis, nella storica sede parigina dei Lambertisti.

Mélenchon, decideva di presentare sei candidati del POI sotto l’etichetta Nupes. Il 26 marzo 2023, Mélenchon era presente a un’assemblea POI. Jérôme Legavre, pilastro del POI, appena rieletto deputato de LFI, pronuncia queste parole: “Dal 2017, sono coinvolto nelle campagne de La France insoumise. Innanzitutto nella campagna di Jean-Luc Mélenchon, che vi chiedo di salutare, perché è presente nella stanza, e lo ringraziamo per la sua presenza”.

Mélenchon è sempre stato un convinto laicista, un convinto oppositore del fanatismo islamista. Ha “mancato” il secondo turno delle presidenziali per 600.000 voti, e il deputato Éric Coquerel lo convincerà che esiste una notevole riserva di voti nelle periferie. Tra i musulmani. Nel novembre 2018, Coquerel organizza gli Incontri Nazionali dei Quartieri Operai.

In pochi mesi decisivi, Mélenchon ha reso l’islamofobia una lotta essenziale per La France insoumise. Nel 2019 ha partecipato a una marcia vergognosa, co-organizzata dal Collettivo contro l’islamofobia in Francia (CCIF), i cui legami con i Fratelli Musulmani hanno portato alla sua messa al bando. Nelle elezioni presidenziali del 2022, secondo un sondaggio, il 69% dei musulmani francesi avrebbe votato per il candidato Mélenchon.

Certi personaggi e le loro carriere non sono solo un prodotto italiano.

2 commenti:

  1. Poi mi criticano perché non vado a votare. Fottetevi!

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  2. A proposito di sinistra... I partiti italiani
    che hanno sostenuto e votato per la rielezione di Von der Leyen sono il PD, Forza Italia e i Verdi. Rispettivamente Elly Schlein, Antonio Tajani e Angelo Bonelli.

    Escludendo Tajani, mi sembra che il PD (Schlein) e i Verdi (Bonelli) dovrebbero solo vergognarsi per predicare bene e razzolare malissimo.

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