venerdì 13 gennaio 2023

Il risultato non cambia

 

Ci sono nonni che vivono meglio con la pensione rispetto ai nipoti con la paga del loro lavoro attuale. È un paradosso, lo sanno tutti, ma di tutto ciò non si parla. Si parla molto di pensioni, ma non dei salari da fame, di contratti che non vengono rinnovati da molti anni, di indicizzazione all’inflazione che non esiste. Persino il signor Pierluigi Bersani sostiene che non è necessario reintrodurre la scala mobile per proteggere i salari. Propende per “una via di mezzo”. È a forza di vie di mezzo che siamo arrivati a questo punto.

I giovani rimproverano ai vecchi di aver consumato troppo, inquinato troppo e di aver lasciato alle generazioni successive un pianeta in rovina. Ma li criticano anche per averne approfittato e per continuare a farlo con pensioni comode, mentre loro, i giovani, devono accontentarsi di lavori precari pagati una miseria, nonostante il loro pezzo di carta con lode. I padroni delle cose vanno a nozze a sentire questi discorsi. La guerra generazionale è proprio quello che ci vuole.

Insomma, nei nostri 80 anni sulla Terra, lavoriamo solo per una quarantina d’anni, al massimo, e per chi trova lavoro. Poi 40 anni di “svago”, puoi dedicarti alla raccolta di francobolli. Un evento senza precedenti nella storia dell’umanità. A queste condizioni, come è possibile finanziare le pensioni? Impossibile, ovviamente. Questo almeno è ciò che vogliono farci credere.

La soluzione è l’occupazione e i salari (l’occupazione anche delle donne, che stupidamente “scelgono” di lavorare di meno, o di smettere del tutto e di prendersi cura dei propri figli e dei genitori). Quindi la ripartizione della ricchezza socialmente prodotta. Se un manager guadagna come 100 o anche 240 operai è ovvio che non vi saranno abbastanza denari per salari e contributi. Stesso discorso per chi occulta i profitti con sede fiscale su Marte.

Certo, sono i padroni a versare parte dei contributi previdenziali, ma questi soldi i padroni li prendono dal nostro stipendio, non dai loro profitti. Tutti gli altri sistemi previdenziali, “complementari” e altre “assicurazioni pensionistiche” ti rubano un sacco di soldi, perché devi pagare battaglioni di trader che giocano con i tuoi soldi. Ma siccome è molto ben fatto, non te ne accorgi (un giorno scopriremo meravigliati e scandalizzati che è uno schema Ponzi o quantomeno che gli assomiglia molto).

Le imprese beneficiano ogni anno e in varie forme (dirette e indirette) di decine di miliardi di aiuti pubblici, senza alcun controllo, soprattutto in termini di creazione di posti di lavoro. Viviamo in una situazione assurda in cui milioni di persone sono disoccupate o sottooccupate. Ci ricordano spesso i primi tre articoli della costituzione, si dimenticano di dare effettivamente applicazione al quarto: la Repubblica riconosce a tutti i cittadini il diritto al lavoro e promuove le condizioni che rendano effettivo questo diritto.

Più sei benestante, maggiore è l’aspettativa di vita. Lo sanno gli statistici ma anche tutti gli altri. Questa storia non è completamente folle? Non stiamo parlando di sei mesi, un anno di differenza nell’aspettativa di vita, che non sarebbero poi così tanto quando si vive fino a 80-85 anni. E invece stiamo parlando di lustri e di decenni.

Intorno a un tenore di vita di 1.000 euro al mese, altri 100 euro sono associati a 0,9 anni di aspettativa di vita negli uomini e 0,7 anni nelle donne. Statistica. Traduco: guadagni 1.000 euro al mese e muori, diciamo, a 75 anni. Se guadagni 1.500 euro al mese (non è una differenza enorme), guadagni altri 5 anni di vita. Quindi, letteralmente, il denaro è salute, è vita. E in proporzioni molto grandi.

Altro dettaglio che trascuriamo: sono i lavoratori a pagare parte della pensione di professionisti e dirigenti, a causa delle differenze di aspettativa di vita. A pagare le pensioni a quelli che per tutta la vita ti hanno detto che le differenze di classe sociale non esistono più perché abbiamo tutti lo stesso smartphone.

Se poi il tuo “datore di lavoro” ti butta fuori prima della fine della partita, allora il conteggio cambia ancora, in peggio. Ti allettano: vai in pensione prima, il taglio dei capelli è poca cosa. E con un’inflazione a due cifre ti ritrovi presto rapato quasi a zero.

Garantire l’equilibrio finanziario, e invece sono anni si vita. La tua, le nostre vite. Morire prima fa bene al debito pubblico. Loro queste cose le sanno, eccome, ma ti parlano per giorni o settimane dei 16 centesimi di accise sulla benzina. O siamo stupidi o ci prendono per tali. In entrambi i casi il risultato non cambia.


6 commenti:

  1. molto intelligente non mi sento, in questo paese

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  2. i padroni, quasi tutti di una coorte, NON vogliono scontro generazionale, da cui la retorica dominante: nessuno vuole lo scontro! ma riforme riforme riforme sempre riforme.
    Piuttosto fanno che i giovani emigrino in massa.

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  3. La maggior parte pensioni è a debito. Cioè pagano sempre altri.

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  4. Padroni non vogliono scontro generazionale, vogliono pace sociale (interna), non redistribuendo ricchezza bensì dispensando favori privilegi. Che nessuno riconosce mai aver ricevuto. Dove abito son tutti in pensione da anni, decenni, con reddito superiore a quando lavoravano ma il problema, per loro, sono io. Prima non avrei voluto voglia di lavorare, poi non avevo voglia di fare come loro, infine oggi si chiedono perché non emigri. Fan tutto loro. Si arriva all'assurdo di rendere un problema eminentemente geriatrico un problema per tutti; si arriva all'egoismo assoluto di voler vaccinare gli altri, anche col ricatto, per se stessi, dicendo "per gli altri". Anche se non era vero.

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    1. io capisco cosa tu voglia dire. Mi smebra di scorrere album di famiglia peraltro.
      Capisco pure tua pazienza miei riguardi, o più semplicemnte capisci che sono un provocatore, uno che scrivo così per dimostrare le cose si possono vedere all'opposto vuglata, si può ribaltare punto vista.
      I pensionati non hanno colpe s enon quando pensano esattamente come i padroni

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  5. https://bit.ly/3Xs1tAf
    https://bit.ly/3IPRy3p

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