venerdì 6 gennaio 2023

Il finto vecchio

 

In questi giorni a Venezia sembra di essere a settembre, per l’affollamento (gli Attila del turismo) e la temperatura assai mite (quasi 10°). Poi, la suggestione e il degrado sono quelli di sempre. La cosa più difficile a Venezia è riscoprire le sensazioni e le impressioni intense della propria giovinezza. Qui per molte generazioni si era fatta una cosa impossibile, su quei pochi lembi di terra paludosa si era inventato un antidoto, una formula magica contro tutto ciò che c’era di brutto al mondo.

Intendiamoci, non è il degrado come quello di Roma o di altre capitali italiane del turismo, si tratta soprattutto di altro. La questione che si pone, non da oggi ma dal dopoguerra, riguarda, tra le altre cose, la scelta estetica. Non potendo ricreare tali meraviglie, bisognerebbe conservare al meglio quelle che esistono. Puoi installare una piramide di vetro nel cortile del Louvre, non lo puoi fare a Venezia. E di porcate del genere se ne sono fatte troppe anche in Laguna.


Nel 1965, la carta di Venezia sulla ricostruzione dei monumenti prevedeva che “gli elementi destinati a sostituire le parti mancanti devono integrarsi armoniosamente nell’insieme, pur distinguendosi dalle parti originarie, affinché il restauro non falsifichi il documento dell’arte e della storia”. Insomma, conviene sia integrare ... che distinguere. Alla fine ognuno fa come vuole. Chi ha scritto quella roba aveva in mente la sala da pranzo della casa di sua nonna.

All’inizio del secolo scorso il campanile di san Marco è stato ricostruito “dov’era, com’era”. Anche il teatro de La Fenice è stato ricostruito in tal senso, seppur a guardar bene alcuni dettagli degli interni è un po’ Disneyland (non se ne accorge quasi nessuno). Invece il restauro della facciata della chiesa di san Moisè grida vendetta al cielo. Per non parlare di cose recenti e meno recenti che non mi va neanche di menzionare tale è l’orrore. A volte potremmo anche lasciare le cose così come sono piuttosto che avere una cosa falsa che imita quella antica. Venezia ormai va trovata dov’è possibile.




4 commenti:

  1. Grazie per gli scorci incantevoli. E fortunati i viaggiatori e i turisti dei giorni feriali dal 9 di gennaio fino ai primi giorni di festa del Carnevale...

    RispondiElimina
  2. la bellezza salverà il mondo? potrebbe
    «Potrebbe essere rilassante, allora, sfilare i canini dal collo del prossimo, dedicando le nostre energie alla ricerca di noi stessi piuttosto che all’accumulo compulsivo di ogni cosa, rendendoci conto che lo spazio della nostra esistenza è limitato, ingombro per natura, e va gestito con parsimonia. Si può rinunciare a uno stipendio più cospicuo in cambio di tempo, al prestigio di un ruolo in cambio di sincerità nei rapporti con le persone, alla sicurezza del futuro in cambio della libertà di cambiare idea. Si può persino rinunciare a ogni cosa, oppure a molto, almeno a qualcosa: l’alternativa è rinunciare a se stessi. Se diventiamo solo quel che possediamo, perdiamo irrimediabilmente la nostra umanità»
    S. La Porta

    RispondiElimina
  3. per me Venezia è sempre la stessa e va a momenti, miei.

    RispondiElimina
  4. come ieri, che mi piace andare in fondo in fondo a cannaregio, a sedermi là dove ci sono le panche rosse - hai presente vicino al benzinaio? - e sto ore lì. senza pensare a nulla. ciao.

    RispondiElimina