lunedì 16 gennaio 2023

Sopravvissuti reviviscenti

 

A proposito di mutazioni climatiche:

6 gennaio 1948. «Una vera Pasqua di Befana, come si dice a Roma. Talmente primaverile che spegniamo i caloriferi».

Noblesse oblige:

8 gennaio. «Tirava vento e pioggia tutta notte [...]. Mi spendo coi figlietti e poi anche coi ragazzini della scuola, accolta festosamente. Li interrogo su ciò che vorranno fare da grandi. Nessuno intende di coltivare la terra, tanto meno poi di curare le bestie. Uno farà il ragioniere, due parlano di farsi preti, forse solo voglia di vita comoda e protetta. Altrimenti abbondano i meccanici, camionisti, trattoristi ecc.. Allora chiedo. “Ditemi un poco chi lavorerà la terra, che ci dà da mangiare?”. Un coro femminile risponde “Io, signora contessa”».

Per dato anagrafico e circostanze spaziali non potevo essere tra la prole interrogata dalla nobile proprietaria fondiaria, altrimenti le avrei risposto: “Signora contessa, a zappare la terra e pulire le stalle ci mandi i suoi figlietti”.

Tuttavia, l’Autrice di questo idilliaco quadretto del tempo che fu, riserva anche analisi storico-politiche e sociali di un certo interesse, per esempio, nell’imminenza delle elezioni politiche dell’aprile successivo, annotava puntuta:

18 gennaio. «Si fa grossa la questione delle scuole religiose, ora che Gonella e all’Istruzione. Ed è in crescita la hybris pretina. La tracotanza, di genere spicciolo e per lo più scadente, io la noto nei tanti preti, pretoni e pretonzoli di cui Roma e ora invasa. Non procedono più modestamente lungo i muri, tengono il centro delle vie maggiori, dei pubblici uffici. Con cartelle e scartoffie da uomini di affari, sono divenuti disinvolti e sicurissimi, pronti a valersi di questo governo che di loro ha bisogno specie in fase preelettorale. Le prediche sono divenute concioni politiche minacciose, nella santa crociata anticomunista».

Va notato che colei che scriveva queste righe era peraltro assai religiosa. Questo è un classico esempio della differenza che intercorre tra conservatori e reazionari. I primi, che si fanno chiamare liberali, puntano a conservare i rapporti sociali tra le classi sostanzialmente così come sono, i secondi con l’aggiunta dell’aspersorio e al bisogno anche del manganello.

Per finire e rifarmi alle notiziuole di queste ore, riporto un episodio narrato dall’Autrice:

«Ultimo arriva Vittorio Emanuele Orlando, una giovane promessa [detto chiaramente in senso ironico]. Mi colpisce la sua vivacità, quasi mostruosa [...] Venuti a parlare della Mafia rifiorente, io racconto del mio bisnonno Guido Giacosa, mandato come magistrato a Palermo per una inchiesta ed istruttoria d’un caso complicato è gravissimo. Andò e giunse a sospettare che la centrale criminosa era in un molto aristocratico palazzo [...] Senonché il successo del magistrato non ebbe altro effetto che quello politico di chiudere l’istruttoria e rimandare l’uomo capace ed onesto al suo Piemonte, mentre il grande patrizio siciliano rimase in quel primo Senato torinese. A un tratto vedo Orlando, che pareva indifferente nella prima parte del racconto, infiammarsi tutto il viso con qualche parola irata. Dunque la vecchia storia risultava bruciante per lui, mafioso eminente come lo si diceva e io avevo dimenticato. Subito però, quasi a maggior conferma, lui si è ripreso, si è schiarito in viso, è tornato piacevolissimo, come sa essere. Dio ci salvi dai sopravvissuti reviviscenti».

Elena Carandini Albertini, Le case, le cose, le carte. Diari 1948-1950, Il Poligrafo.

6 commenti:

  1. Come sai, non perdo il mio tempo e non abuso del tuo a lodarti. Ogni tanto, però, la lode è funzionale all'argomentazione. Se tu non rovistassi lodevolmente in soffitta, non emergerebbero certi cimeli. E, ovviamente, per rovistare con successo bisogna sapere in quali angoli guardare.
    Vorrei soffermarmi sulla distinzione, che mi pare acuta, fra conservatore e reazionario. Sono d'accordo, ma con una precisazione: la distanza tenuta dai preti non è semplicemente aristocratico distacco. Questa distanza è stata funzionale allo sviluppo del Paese. Non dobbiamo mai dimenticare la questione scolastica, che viene anche toccata dalla contessa nel brano che citi. Nel 1861 l'istruzione era in mano ai preti, nel 1915 non più. In mezzo, ci fu uno sforzo immane, e di grande successo, verso l'istruzione pubblica. L'anticlericalismo ne fu il carburante. Se tu sei in grado di esporre al pubblico i tuoi tesoretti di cultura, il merito è principalmente dei notabili massoni. E stendiamo un velo pietoso sui successori, non solo fascisti.

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    1. vero, però poi ci fu il patto gentiloni-giolitti, e poi quello gasparri-mussolini, in seguito quello di craxi a villa madama. una buona fetta dell'élite, compresi i "laici" Carandini, ha studiato dai preti (anch'io, dalle suore ;-D)

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    2. Queste suore mi sanno di genderfluid. Spero tu abbia preso misure difensive.

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  2. però, anche l'istruzione laica...
    Chi pensa è Pericoloso. *Il ministro della P.I. BACCELLI nel 1894 nel fare il programma sulla nuova "Riforma della Scuola così si esprimeva nel suo preambolo:... bisogna insegnare solo leggere e scrivere, bisogna istruire il popolo quanto basta, insegnare la storia con una sana impostazione nazionalistica, e ridurre tutte le scienze sotto una.........unica materia di "nozioni varie", senza nessuna precisa indicazione programmatica o di testi, lasciando spazio all'iniziativa del maestro e rivalutando il più nobile e antico insegnamento, quello dell'educazione domestica; e mettere da parte infine l'antidogmatismo, l'educazione al dubbio e alla critica, insomma far solo leggere e scrivere. Non devono pensare, altrimenti sono guai!"

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    1. Il ministro Baccelli fu uno degli artefici dello sviluppo scolastico e culturale italiano. Sarebbe una specie di pratica "woke" pretendere che avesse una mentalità progressista da 2023. Riguardo alla sua posizione politica, basti dire che era cattolico, ma, sedendo nel consiglio comunale di Roma, votò per l'erezione del monumento a Giordano Bruno, bocciata in quella seduta dalla maggioranza dei consiglieri.

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  3. Finchè è stato possibile ottenere il controllo della popolazione con l’ignoranza, la superstizione, la paura e la violenza, l’inciucio reazionario religioso-laico ha funzionato.
    Dopo l’illuminismo, la rivoluzione industriale, la rivoluzione francese, l’inciucio, seppur sempre valido, ha variato le modalità.
    I religiosi hanno continuato ad usare la paura e la superstizione: reazionari. I laici l’ottundimento di menti e coscienze: conservatori.
    Lo scopo primario, il controllo della popolazione, non è mutato. E quando il momento lo richiede utilizzano il fascismo.
    https://www.key4biz.it/in-italia-lanalfabetismo-funzionale-e-al-277/419395/

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