mercoledì 23 novembre 2022

Sfruttatori senza nome

 

Le sei del mattino è l’ora ideale per prendere una decisione “irrevocabile” (sto adeguando il vocabolario alla stagione politica), più tardi ci lasciamo un po’ andare dal disbrigo delle solite pratiche. Dalle 12.00 alle 14.00, non cambieremo mai il mondo, per ovvi motivi. Alle 15.00 è troppo tardi per iniziare qualsiasi cosa, specie se il cielo è quello di ieri (forse per voi, che leggete da un parallelo diverso, il cielo di oggi). Già vorremmo che fosse sera, e quali che fossero le luci casuali che appariranno nel pomeriggio, quali che fossero i volti incontrati, ci sarà un solo desiderio immenso, ostinato, crepuscolare: andare fino in fondo alla giornata che sarà stata fragile e uguale alle altre, per me di malinconia imprecisa e fantasticherie depresse.

La sera, poi, se accendi il televisore tutto assume le sembianze di una minaccia. Meglio scappar via. Verso le otto e mezza già prendo sonno. Registro puntante che poi cancello quasi sempre senza averle guardate. Solo a vedere certe facce, ad audio spento, vien voglia di scappare. La fine delle ideologie, tanto invocata, ha incontrato il suo doppio materialista, non meno spietato per i dimenticati dalla storia e i dannati della Terra. Questo ci dovrebbero raccontare i giornalisti ben pagati della televisione; ossia del vuoto e della perdita dell’orientamento. Su quale narrazione collettiva dovremmo riporre le nostre speranze? Appunto, dico, sono ben pagati, vivono nella loro realtà ovattata e spettacolare, i loro discorsi non possono essere altro che variazioni sullo stesso motivo, presentati come qualcosa di essenziale nella rappresentazione della realtà sociale.

Ne avete mai visto uno, dico uno solo, che s’alzi dalla seggiola per dire: ma di che cazzo stiamo parlando noi che guadagniamo 200mila l’anno e ci aspetta una pensione almeno dieci volte quella minima? Potremmo noi dire qualcosa di realmente sensato che sveli al pubblico la grande truffa su cui regge questo sistema? Qualcosa che vada al nocciolo della questione, che dica su che cosa si basa realmente la nostra democrazia, la libertà vigilata concessa in cambio di lavoro e tributi non più dovuti a un signore feudale, ma a una classe sociale di sfruttatori in gran parte senza nome?

2 commenti:

  1. https://bit.ly/3OKHmdH

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  2. Ma che registri? È una grande fortuna dormire mentre quelli parlano.

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