lunedì 14 novembre 2022

La loro visione del mondo

 

La struttura degli elementi economici fondamentali della società non viene toccata dalle tempeste della politica. Questo fatto è noto a ogni capitalista intelligente e a ogni ideologo che non sia anche un cretino. Il processo di produzione capitalistico, considerato nel suo nesso essenziale, non muta in base a chi governa.

L’avvertita esigenza di un forte Esecutivo è una conseguenza diretta degli effetti della disgregazione delle funzioni tradizionali di rappresentanza dei partiti politici e della crisi degli istituti statuali, in parte risultato del trasferimento d’importanti funzioni ai centri di potere sovrannazionali.

Resta il fatto che, specie in Paesi deboli politicamente e ricattabili sotto il profilo finanziario, gli Esecutivi sono incaricati di muovere secondo le linee strategiche decise proprio da quegli organismi sovrannazionali che ne hanno sussunto le funzioni tecniche e le determinazioni politiche più specifiche.

Questi organismi, segnatamente la UE, la Bce, ma anche il FMI e altri, sono spesso costituiti da personale che ha prestato servizio presso i grandi monopoli finanziari. Infatti, con sempre meno eccezioni, le figure apicali non si formano attraverso le strutture dei partiti ormai inesistenti o inadeguate allo scopo (solo per citare nomi noti provenienti dal settore bancario, industriale e finanziario: Delors, Trichet, Draghi, Lagarde, Noyer, Papadmos, Barroso, eccetera).

Questo corpo di funzionari di alto grado funge da tramite naturale di relazioni privilegiate con i centri del potere economico-finanziario presso cui hanno svolto il loro tirocinio. È a questo livello latente che si struttura in forme stabili il rapporto di dipendenza sostanziale di questi organismi sovrannazionali dal movimento del capitale.

Si tratta di figure dell’ordine capitalistico occidentale intercambiabili al bisogno, come dimostra per esempio il caso eclatante dell’ex direttore generale del FMI e candidato alle presidenziali francesi, Dominique Strauss-Kahn, oppure ex personale della UE che non disdegna di ricevere per scopi elettorali ingenti finanziamenti da parte di George Soros e di sua moglie, naturalmente per sostenere battaglie per i diritti umani e lo stato di diritto (finanziamenti versati il giorno prima che fossero vietati per legge).

La funzione principale di questi organismi non è, come taluni dicono di credere, quella di normare il diametro delle vongole o la lunghezza media delle zucchine, ma di garantire le condizioni migliori per l’accumulazione capitalistica e la continuità del rapporto fra capitale e lavoro salariato, faccenda che determina tutto il carattere del modo di produzione e della società nel suo insieme.

Svolgono questo lavoro privi d’impegno morale e con la coscienza di favorire dei rapporti sociali laddove la legge del valore agisce come cieca legge di natura nei confronti dei singoli agenti e impone il proprio (dis)equilibrio sociale in mezzo a quelle che considerano delle banali fluttuazioni accidentali.

Non c’è bisogno di scomodare teorie del complotto, è la visione neoliberista del mondo, un incrocio spaventoso d’interessi e un impianto ideologico che ha come conseguenza sul piano legislativo di consentire ai singoli capitali, per esempio, di avere mano libera nelle delocalizzazioni della produzione oppure di trovare rifugio fiscale legale nei noti paradisi europei.

Tutto ciò avviene con un’accorta azione pedagogica affidata ai media, una “direzione morale e intellettuale” che si basa sul riconoscimento di legittimità da parte delle masse.

Tendenzialmente, nel suo complesso, si tratta dell’evoluzione del capitalismo nella sua espressione monopolistica e cibernetica, un cambio di paradigma ad altissima velocità con distruzione/trasformazione delle tradizionali forme produttive e commerciali, il dilagare della battaglia dei consumi, tanto che sarà sempre più difficile procurarsi del pane che sia ancora degno di questo nome.

Vale per tutto, per esempio anche per le politiche di riconversione energetica, la retorica (omissiva) dello sviluppo green, i cui effetti devastanti si faranno sentire nei prossimi anni su piani diversi (*), comprese le prospettive di guerra per il controllo delle materie prime. Sfruttano l’immagine della ragazzina con le treccine, innocente, pulita, appassionata, con ogni probabilità in buonafede.

Sia chiaro, con ciò non si vuole negare il problema del cambiamento climatico, e in generale della distruzione ambientale del pianeta, che esiste, ma il modo in cui viene affrontato (ne scrivo qui da più di un decennio), un lucroso affare che porterà con sé cambiamenti geopolitici potenzialmente devastanti.

Quindi, per citare un altro esempio, il fenomeno migratorio: ciò che effettivamente conta è il tentativo di adeguare il numero degli immigrati ai bisogni di valorizzazione del capitale, lasciando alla bagarre politica dei cabarettisti e funzionari periferici il compito di rinfacciarsi l’un l’altro i criteri di redistribuzione dell’inevitabile “carico residuale”.

(*) Vanno purificate 8,5 tonnellate di roccia per produrre un chilo di vanadio, 16 tonnellate per un chilo di cerio, 50 tonnellate per l’equivalente di gallio, e la cifra sbalorditiva di 200 tonnellate per un misero chilo di un metallo ancora più raro, il lutezio.


2 commenti:

  1. https://www.sinistrainrete.info/articoli-brevi/10724-ilaria-bifarini-neoliberismo-e-manipolazione-di-massa.html

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  2. https://sebastianoisaia.wordpress.com/2022/11/13/permanent-crisis/

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