mercoledì 17 agosto 2022

Qualunque cosa possano dire i "moderati"

 

Puntando gli occhi verso la battigia, vedo un sub in completa muta nera emergere dall’acqua. Non posso crederlo, perciò inforco gli occhiali per vedere meglio. È una giovane donna fasciata dalla testa alle caviglie con uno strano indumento, poi lesta scompare tra gli ombrelloni.

Eccolo qui l’islam, penso. La causa principale della sua decadenza secolare è stata la difficoltà con cui ha dovuto affrontare la modernità, nata politicamente in Europa con la Rivoluzione francese e in termini tecnico/economici con la rivoluzione industriale. Dal loro medioevo gli islamici non si sono più mossi, altro che “nuovo rinascimento”.

Si può facilmente trovare un denominatore comune tra il terrorismo islamista e l’imposizione del velo alle donne musulmane: questo indumento, che dovrebbe simboleggiare la modestia della donna pia, è diventato dal XX secolo, con la copertura del diritto di vivere liberamente la propria religione, un vero e proprio simbolo politico e identitario.

Tra le affermazioni religiose “morbide”, quali indossare il velo per le donne musulmane, carne halal nelle mense e nei ristoranti, separazione di genere nelle piscine, dai parrucchieri, dai medici, negli ospedali e gli atti terroristici islamici, non c’è un baratro ma una continuità logica.

È ideologia totalitaria, vuole imporsi ovunque e con tutti i mezzi. Nell’islam non esiste separazione tra potere politico e potere religioso, non è agibile la libertà di coscienza, la diversità sessuale, eccetera. Nell’islam, la cui storia è stata spesso scritta nella violenza come quella del cattolicesimo, certi valori semplicemente non hanno posto perché sono tante minacce al suo dominio delle coscienze.

Questo fatto è negato delle élite occidentali, essenzialmente di “sinistra”, che anche in questo caso hanno totalmente pervertito la realtà, tanto che non possiamo più nominare certe cose.

Il mio pensiero va a Rushdie, all’aggressione che ha subito qualche giorno or sono. Nessun religioso iraniano ha mai cancellato la fatwa emessa dall’ayatollah Khomeini nel 1989, né i cosiddetti “moderati”, né gli altri. In nome di questa fatwa, il traduttore giapponese di Rushdie fu pugnalato a morte nel 1991, il suo traduttore italiano ferito e così due anni dopo il suo editore norvegese.

Quest’atto è un crimine di Stato, ordinato da un regime totalitario e terroristico, in nome di una religione che pretende di imporsi con la forza e la paura sull’intera umanità. Il pericolo non è rappresentato solo dai “fanatici” islamici, bensì dall’islam tout court, dalle sue “guide” intellettualmente nulle e spesso culturalmente ignoranti.

La parola “rispetto” in bocca a questa gentaglia è diventata un’arma per minacciare e uccidere. Se ispiri autentico rispetto, non hai bisogno di emettere fatwa per essere credibile. Il rispetto si guadagna, non è dovuto. Anche in ciò sta la grande debolezza delle religioni, che più spesso ispirano il ridicolo che il rispetto.

L’Islam è una religione paradossale, per certi aspetti più ancora del cristianesimo e di altre. La stessa parola islam esprime questo paradosso: nel Corano, allah comanda al suo profeta e al suo gregge di condurre un jihad violento contro gli infedeli e altri politeisti, mentre la parola che designa questa religione è della stessa famiglia di salam, che significa ... pace!

Non esiste un islamismo moderato, perché è un ossimoro. Per definizione, non può essere moderato, perché ha in sé il progetto politico di sottomettere l’intero campo sociale alla sua ideologia fondamentalmente totalitaria. Il terrorismo costituisce la sua sublimazione e non la sua antitesi, qualunque cosa possano dire gli islamisti che si definiscono moderati.

3 commenti:

  1. L'Islam degli inizi era a tratti tollerante verso le altre religioni, sicuramente molto più dei cristiani.
    Mi sembra chiaro che manca ancora un vero processo di "secolarizzazione", che speriamo non vogliano imporre gli occidentali illuminati.
    AG

    RispondiElimina