I sei maggiori colossi petroliferi multinazionali – ExxonMobil, Chevron, Shell, BP, TotalEnergies ed Eni – hanno riportato profitti complessivi per una settantina di miliardi di dollari solo nel secondo trimestre. In soli tre mesi, ExxonMobile ha realizzato profitti per 17,9 miliardi di dollari, nel semestre 23,3, Chevron 11,6 miliardi e Shell Oil 11,6 miliardi nel secondo trimestre e 9,1 miliardi di dollari nei primi tre mesi del 2022.
Il New York Times ha riferito martedì che BP, Chevron, ExxonMobil, Shell e TotalEnergies hanno speso collettivamente circa 25 miliardi di dollari nella prima metà dell’anno per riacquistare le proprie azioni.
L’Eni ha registrato un utile di 7,39 miliardi contro gli 1,1 dei primi sei mesi del 2021. Il risultato precedente agli oneri finanziari (Ebit), è stato di 5,84 miliardi «in crescita del 13% rispetto al trimestre precedente e più che duplicato rispetto al secondo trimestre 2021». Permetterà di «migliorare la remunerazione degli azionisti aumentando il programma 2022 di acquisto di azioni proprie a 2,4 miliardi» ha detto l’amministratore delegato Claudio Descalzi.
La francese TotalEnergies ha annunciato un profitto di oltre 17,7 miliardi di euro nella prima metà del 2022, un aumento di tre volte rispetto allo stesso periodo dell’anno scorso. Dal 2020, la società ha tagliato 6.500 posti di lavoro a livello internazionale, di cui 1.100 in Francia.
La scorsa settimana, le società quotate sul mercato azionario CAC-40 di Parigi hanno annunciato un record di 174 miliardi di euro di profitti nel 2021, oltre il doppio degli 80 miliardi di euro registrati nel 2019.
I profitti record delle multinazionali seguono la sua politica di “ottimizzazione fiscale”, che consiste nel dichiarare perdite artificiali nei propri paesi di riferimento, mentre godono di miliardi di profitti in paesi con aliquote fiscali più basse. Di conseguenza, per esempio Total non ha pagato un solo euro d’imposta come società francese negli ultimi 24 mesi a causa delle perdite nel 2020, sebbene abbia comunque pagato 7,6 miliardi di euro ai suoi azionisti in quell’anno.
Secondo l’Agenzia internazionale dell’energia (IEA), le multinazionali dell’energia potrebbero contare su “extra profitti fino a 200 miliardi di euro nell’Unione europea nel 2022”.
Già si parla di un raddoppio delle bollette per ottobre. Alla pompa il prezzo della benzina viaggia a 2 euro il litro, nonostante il taglio temporaneo delle accise. Qualcuno ricordi che nel 2008 il prezzo di un barile di petrolio (Brent Crude) era di 147 dollari, circa 47 in più rispetto ai prezzi attuali.
Che cos’hanno da dire a tale riguardo i vari pagliacci che si alternano in tv? Possono qualcosa contro lo strapotere del sistema delle multinazionali?
Ma anche che cosa hanno da dire (e soprattutto fare) rispetto a tutti i teatri di guerra che gli Stati Uniti stanno aprendo, direttamente o indirettamente nel mondo. Sono il nulla vestito a festa. Personaggi grotteschi che in un mondo che precipita sbraitano come formiche che stanno per essere schiacciate da uno scarpone.
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