Uno tsunami di aumenti tariffari e a cascata dei prezzi dei beni di consumo si abbatterà sulle famiglie delle classi popolari e medie. Dopo il prezzo del gas naturale e di altri combustibili per riscaldare le nostre case, anche il prezzo dell’elettricità salirà alle stelle. Ciò metterà in crisi anche le attività produttive e commerciali, provocando la rovina per molti che si troveranno da un giorno all'altro a dover chiudere e i dipendenti senza lavoro con un carovita insostenibile.
È solo questione di tempo prima che questi aumenti siano completamente trasferiti alle famiglie. Tutte le formazioni politiche candidate alle prossime elezioni, nessuna esclusa, non potranno evitare, anche volendo, che a farsi carico della guerra in Ucraina, che essa intende continuare (nelle parole di Zelensky) fino alla completa “vittoria” sulla Russia, siano le classi popolari e medie.
Nel frattempo, produttori, intermediari e fornitori di gas stanno festeggiando profitti speculativi record, in precedenza inimmaginabili. Il prezzo oscillava tra 20 e gli 80 euro per megawattora, ora si superano i 300 euro, ma è prevedibile che salga ancora. I prezzi medi del gas nell’Unione Europea sono raddoppiati in un solo mese e sono 14 volte superiori al valore medio degli ultimi 10 anni.
Anche la distruzione di domanda non riuscirà a calmierare i prezzi nel breve periodo, poiché si tratta di prezzi fortemente speculativi, che in gran parte procedono per conto loro per un periodo più lungo.
Non va meglio in Francia, che ottiene il 70 per cento della sua elettricità dall’energia nucleare, ma ora 29 su 56 reattori nucleari sono attualmente inattivi perché non possono essere adeguatamente raffreddati a causa della siccità o necessitano di una manutenzione urgente. Il paese, che altrimenti esporta elettricità, sta importando maggiori quantità di elettricità generata dal gas dalla Germania.
Germania che è sull’orlo di una crisi senza precedenti dal dopoguerra. Secondo l’Ufficio federale di statistica, la maggior parte del gas naturale immesso in Germania proviene dall’estero. Nel 2021 le importazioni nette di gas naturale corrispondevano a una produzione di energia di 904,5 miliardi di kilowattora, contro i 47,8 miliardi di kilowattora di gas naturale dalla produzione interna.
Nel comunicato stampa dell’Ufficio federale di statistica del 21 luglio scorso si legge: «Il gas naturale importato era del 235,6% più costoso a maggio 2022 rispetto a un anno prima. A giugno 2022, il gas naturale per l’industria costava il 182,6% in più rispetto a giugno 2021. Il prezzo al consumo del gas naturale per le abitazioni private a giugno 2022 era del 60,7% in più rispetto allo stesso mese dell’anno precedente». I prezzi nel frattempo sono, come detto, aumentati di molto.
Inoltre: «Gli impianti di stoccaggio del gas sono pieni per circa il 60%, il che corrisponde all’incirca al livello medio di riempimento per gli anni dal 2015 al 2020. Il 2021 è stato già un anno con un livello di riempimento del gas relativamente basso in Germania».
Nel Regno Unito pare che la situazione sociale e politica sia esplosiva e mi riprometto di guardare con più attenzione da quella parte, perché potremmo aspettarci cose davvero interessanti, come del resto dagli Stati Uniti dove si segnalano i prodromi di qualcosa d’inquietante dal punto di vista della tenuta sociale.
Complessivamente, ciò dovrebbe dare l’idea che tra la fine di quest’anno e l’inizio del prossimo, la situazione dei prezzi dell’energia (ma non solo) in Europa si aggraverà al punto che è lecito attendersi il montare della protesta sociale, e non è da escludere che essa possa prendere dimensioni e forme inedite. Questo ai piani alti del potere politico ed economico lo sanno, perciò occorrerà escogitare misure atte a prevenire o quantomeno a contenere. Una nuova escalation pandemica è poco probabile, quindi si può pensare a una recrudescenza terroristica, o chissà che altro. La fantasia non manca.
https://www.officinadeisaperi.it/materiali/crisi-politica-crisi-del-gas-speculazione-da-il-manifesto/
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