sabato 20 agosto 2022

Ama il prossimo tuo, cotto e mangiato

 

Trecentocinquanta anni fa, il 20 agosto 1672, non nel Borneo, ma agli albori dell’Illuminismo nell’aristocratica e civile città dell’Aia, Johan de Witt, figlio di Jacob e Anna van den Corput [sic!], avvocato e uomo politico olandese, da poco dimessosi da gran pensionario d’Olanda (primo ministro), carica che occupò per varie rielezioni, con suo fratello Cornelis fu fatto prigioniero, picchiato, accoltellato e fucilato, il loro cadaveri scuoiati, sventrati, “dita, orecchi e altri frammenti furono venduti come souvenir”, il resto dei cadaveri fu cotto e mangiato. Tutto ciò mentre i pastori protestanti lodavano l’opera del signore.

In quello stesso anno, in aprile, Luigi XIV aveva dichiato guerra alle Province Unite e il 23 giugno i francesi entravano a Utrecht. De Witt fu la principale vittima di quel disastro militare, accusato da pamphlet anonimi di essere del tutto incompetente, di essersi messo in tasca parte dei fondi pubblici, di volere vendere la Repubblica ai nemici, per continuare a governare su loro mandato, di aver avuto rapporti con il “malvagio” autore del Trattato teologico-politico, pubblicato anonimo nel 1670 da un piccolo editore olandese.

Baruch Spinoza fu presto identificato come autore del libro. Era stato allievo anche di Franciscus Van den Enden, un ex gesuita di idee politiche radicali destinato a finire sul patibolo per aver preso parte a un complotto repubblicano contro il re di Francia Luigi XIV. Erasmo fu un estimatore di Johan de Witt. Un nemico di de Witt giunse a dire che si avvertiva la presenza dell’uomo politico nella stesura del Trattato teologico-politico. Come Hobbes e gli allievi di Descartes, de Witt prese le distanze dal Trattato. Pare che ciò fosse riferito a Spinoza, ed egli inviò qualcuno da Sua Eccellenza per dirgli che voleva parlare con lui, ma gli fu risposto che Sua Eccellenza non voleva vederlo varcare la soglia di casa.

Due anni prima dell’eccidio dei due fratelli de Vitt, Spinoza nel suo fondamentale librone sosteneva che la Bibbia non rappresentava alla lettera il Verbo di Dio, ma era piuttosto un frutto letterario dell’ingegno umano e che i profeti del Vecchio Testamento erano semplici individui in possesso di un’immaginazione particolarmente fervida; che la “vera religione” nulla aveva a che vedere con la teologia, le cerimonie liturgiche o i dogmi settari, ma era costituita unicamente da una semplice regola morale, quella che si riassume in “ama il prossimo tuo”; che i miracoli erano assurdità e che la fede in essi era solamente l’espressione della nostra ignoranza sulle vere cause dei fenomeni, che alle gerarchie ecclesiastiche non spettava alcun ruolo nella gestione di uno Stato moderno.

A Spinoza non andò meglio con gli ebrei, comunità alla quale apparteneva. A 23 anni, il 27 luglio del 1656, gli ebrei di Amsterdam gli inflissero un herem, cioè un provvedimento di messa al bando: «(lo) espelliamo, malediciamo e danniamo [...]. Che egli sia maledetto di giorno e maledetto di notte, maledetto quando si sdraia e maledetto quando si alza, maledetto quando esce e maledetto quando rientra [...]. La collera del Signore e la sua gelosia si abbatteranno su quest’uomo, e tutte le maledizioni penderanno su di lui, e il Signore cancellerà il suo nome da sotto il cielo». Nelle righe che chiudevano il documento di messa al bando: «Nessuno comunichi con lui, neppure per iscritto, né gli accordi alcun favore, né stia con lui sotto lo stesso tetto, né si avvicini a lui più di quattro cubiti, né legga alcun trattato composto o scritto da lui».

4 commenti:

  1. Chiamato arbitrariamente in causa, nego ogni coinvolgimento.

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  2. Sembri uno che ha letto "Un libro forgiato all'inferno", di Steven Nadler.
    Nel caso non lo avessi letto, libro eccellente sulla storia del Trattato Teologico Politico, sulle sue tematiche e sul contesto politico. Altrettanto valido "Spinoza e l'Olanda del Seicento".

    Oltre ai poveri fratelli De Witt, altrettanto triste ma meno nota è la fine di Adriaan Koerbagh, amico di Spinoza e autore di un libello anticlericale e blasfemo, che lo portò a morire in carcere nel 1669.

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    1. So di Adriaan Koerbagh, non ho letto Un libro forgiato all'inferno. grazie ciao

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