domenica 30 maggio 2021

E quando la sorte ...

 

“E quando la sorte fa che il popolo non abbi fede in alcuno, come qualche volta occorre, sendo stato ingannato per lo addietro o dalle cose o dagli uomini, si viene alla rovina di necessità (Machiavelli, Discorsi sopra la prima deca di Tito Livio).

Il 30 maggio 1924, Giacomo Matteotti prese la parola alla Camera dei deputati per contestare i risultati delle elezioni tenutesi il precedente 6 aprile sulla base della legge Acerbo, voluta da Benito Amilcare Mussolini per assicurare al Partito Nazionale Fascista una solida maggioranza parlamentare. La legge prevedeva un premio di maggioranza in quota fissa, pari ai 2/3 dei seggi, a beneficio del partito più votato qualora questo avesse superato il quorum del 25%.

Il 21 luglio del 1923 il disegno di legge Acerbo fu approvato dalla Camera. A favore si schierarono il Partito Nazionale Fascista, buona parte del Partito Popolare Italiano, una vasta maggioranza dei componenti dei gruppi parlamentari di tendenze liberali, fra i quali Antonio Salandra ed Enrico De Nicola, futuro primo presidente dalla Repubblica e allora presidente della Camera, della quale mantenne la presidenza fino al conseguente scioglimento della stessa, il 25 gennaio 1924.

Nelle elezioni precedenti, quelle del maggio 1921, i fascisti avevano ottenuto solo 35 seggi. In quel 15 maggio vi furono 29 persone uccise, 104 i feriti. Il giorno successivo i socialisti uccisi furono 10, i fascisti 2 e 2 tra gli estranei; 34 i feriti tra i socialisti, 14 fascisti e 16 tra gli estranei. Da sei mesi i fascisti colpivano e uccidevano gli avversari politici. Italo Balbo inventò la “punizione all’olio di ricino” (numerosi comuni italiani lo celebrano nella toponomastica; ma quanti sono gli odonimi di fascisti? Centinaia!). Gli agrari e la borghesia volevano e ottenevano la loro vendetta. Nel 1924 la vittoria fu completa.

8 commenti:

  1. Viviamo tempi meno cruenti. Se qualcuno oggi accusasse un partito al potere di brogli, sarebbe sufficiente sopprimerlo mediaticamente.

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    1. meno cruenti perché non c'è nessuna reale opposizione

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  2. Si sta approssimando una meschina lunga stagione, quella delle celebrazioni illegali e tollerate dei centenari di tutte le nefandezze del ventennio fascista.
    (Peppe)

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    1. Non siate così pessimisti...
      "...ma la televisione ha detto che il nuovo anno
      porterà una trasformazione
      e tutti quanti stiamo già aspettando
      sarà tre volte Natale e festa tutto il giorno,
      ogni Cristo scenderà dalla croce
      anche gli uccelli faranno ritorno.
      Ci sarà da mangiare e luce tutto l'anno,
      anche i muti potranno parlare
      mentre i sordi già lo fanno.
      E si farà l'amore ognuno come gli va,
      anche i preti potranno sposarsi
      ma soltanto a una certa età,
      e senza grandi disturbi qualcuno sparirà,
      saranno forse i troppo furbi
      e i cretini di ogni età."

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  3. Il Potere utilizza la Violenza quando non basta più l'ottundimento di menti e coscienze.

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  4. Non mi pare poi così difficile vedere le cose buone del ventennio e le cose terribili dello stesso periodo ( comprese le leggi razziali del 38, ridicole, volgari, infamanti e fuori dalle tradizioni sociali degli italiani. Potremmo passare ad altro? Possiamo pensare a un futuro diverso in modo serio e non squisitamente e scioccamente ideologico? Forse un'utopia.

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    1. sono d'accordissimo, tuttavia ho provato a dirlo ai neofascisti, ai criptofascisti e C., ma niente.

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