martedì 12 maggio 2020

Ce la giocheremo

Un mattino svegliandoci scopriremo che era tutto finto,
tutto troppo ridicolo per essere vero.
Se ci sveglieremo.


Mi dà fastidio tutto dall’inizio di questa psicosi. Anche prima, va da sé, e non parliamo di come si prospetta il dopo. Quella che gli alti stipendiati chiamano resilienza sicuramente non fa per me. Nemmeno l’obbedienza cieca.

Ascoltavo la radio elvetica dove il Consiglio federale “invitava” la cittadinanza a determinati comportamenti. E il Giappone? Ma figurati, loro sono abituati ai grandi disastri, non solo Fukushima, pensa ai 400.000 morti del grande terremoto del 1923. E la Svezia, allora? Incoscienti, un milione di morti.

Che contrasto con i Mosè italiani: “La Belle époque è finita, questa è una guerra! Tu e tu a lavorare, tutti gli altri tappati in casa!”. Non eravamo abituati a combattere, troppo radicati nelle nostre mollezze e decrepitudini. Mi consolavo: chi sta peggio sono i ricchi, con tutte le boutiques chiuse.

La mia è un’opinione proibita. Ho osato dire, in un piccolo gruppo, all’inizio di questo incubo, che c’era isteria in quello che ci veniva detto e imposto. Sono stata chiamata assassina e criminale. Non crediamo più al reale, viviamo di citazioni (Burioni, Brusaferro, ecc.).

Accidenti, non avevo votato per loro (e neanche per gli altri).

Comunque ho seguito le istruzioni e il coprifuoco totale alla lettera, se non altro per un alto quoziente di senso civico.

Quanto alla classe politica, non ce la farà, non ce la può fare con quei cervelli sciolti. Che idea possono avere della salus publica questi homines novi, se non dopo l’interesse personale e quello di parte? Il passaggio al potere è avvenuto per loro in modo troppo immediato. Basta far caso al loro contegno esteriore per capire il loro intimo sentimento. Rosari, santini, bacetti a san Gennaro. Ciò che fa loro più difetto è la dignità.

Tutte le democrazie ormai sono povere di soggetti politici all’altezza delle situazioni, ma in tal senso l’Italia è l’emblema della miseria, superata ora solo dagli Stati Uniti. Ma ce la giocheremo all’ultimo tweet.


6 commenti:

  1. All'inizio, a pelle, ho pensato: "è un'influenza". Poi, frastornato dai media ho dubitato. Ora vivo con le mie mascherine come fossi dentro uno dei più terribili incubi dickiani fattosi realtà. Ne usciremo, ma sarà soltanto per entrare in un altro.

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  2. Quello con il suo blog è stato l'incontro più felice in cui potessi imbattermi online. Per le informazioni e le fonti che porta a conoscenza, per lo stimolo a rileggersi analiticamente i classici del marxismo (e non solo). Per i mille spunti di riflessione che regala. Dunque grazie di cuore. Peccato solo non aver modo di far due chiacchiere di persona.

    P.S. Ieri sera ho sentito Cacciari dire che bisogna riaprire prima che il crollo diventi disastro definitivo.
    Che trattare tutta l'Italia nello stesso modo è stato ed è demenziale.
    Che la cassa integrazione non sta arrivando a milioni di persone che non ce la fanno ad andare avanti se ancora gli viene negato un aiuto per loro fondamentale.
    Che i soldi a commercianti e partite iva bisogna darglieli sul conto corrente (come hanno fatto in Paesi seri) e non costringerli a passare dalle banche.
    Che il balletto di continui rinvii decisionali a livello governativo è qualcosa d'immondo e inaccettabile.
    Quello che ho sentito ripetere qui nel suo spazio da mesi.
    Ci stanno arrivando anche loro. Con tutta calma naturalmente.

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    1. cominciano ad intuire le conseguenze, dapprima sottovalutate da parte di molti, di troppi

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  3. Oggi ho ricevuto per errore una email. L'errore consiste nel fatto che io non sono né gioielliere né orologiaio. La email proviene da un grosso rivenditore di quel tipo di prodotto, che crede di rivolgersi a un "collega". Comincia così: Noi di XYZ, società attiva nel settore della gioielleria e orologeria sul mercato italiano e internazionale, intendiamo sviluppare una nuova strategia commerciale per creare un fronte comune contro l’emergenza sanitaria ed economica che stiamo attualmente vivendo.
    La nostra idea è di un’ampia e sinergica collaborazione commerciale per rispondere alle perdite ingenti generate dalla chiusura forzata di tutti i punti vendita del nostro settore.
    Per farla breve, trovandosi probabilmente a disporre di liquidità, vogliono comprare a prezzi stracciati il magazzino di concorrenti meno fortunati.
    Anche senza fare ipotesi maliziose sulla provenienza della liquidità in eccesso, constato che siamo in presenza di speculatori di guerra, o sciacalli, se lo si preferisce. Io mi domando come siamo arrivati, in così breve tempo, a questo tipo di situazioni, vorrei dire a questo tipo di società. Forse c'eravamo dentro già prima, e non ce ne accorgevamo pienamente.

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    1. L'ultima che hai detto. Il mercato è anche questo, le chiamano "opportunità"

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