venerdì 10 aprile 2020

Ricapitolando


Fa un certo effetto sentire il presidente del Consiglio dei Ministri chiamare ripetutamente in causa la scienza, dopo che pubblicamente si è dichiarato un fedelissimo di padre Pio, al secolo Francesco Forgione, millantatore di “miracoli” sbugiardato tra gli altri anche da padre Gemelli che su di lui ebbe ad indagare su mandato vaticano.

Non fa invece più alcun effetto sentire gli appelli del dottor Roberto Burioni a proposito del virus Covid-19, dopo aver sostenuto che avrebbe avuto più senso preoccuparsi degli asteroidi.

Il dottor Burioni, quasi due mesi dopo, sostenne a sua difesa:


Laddove scrive “20 gennaio” si tratta del 20 febbraio (un lapsus eloquente?). Sia chiaro, per quanto riguarda simili faccende, tutti possiamo sbagliare ma questi errori di comunicazione pubblica non sono consentiti a chi per mestiere fa il virologo e l’infettivologo, proprio alla luce di quanto stava avvenendo in Cina e stante la dichiarazione dello stato di emergenza nazionale del 31 gennaio. Non in Cina, ma in Italia (già alla fine di gennaio si registravano i primi ricoveri, due turisti cinesi).

Al momento questa epidemia virale si dimostra per la maggioranza dei contagiati anche più blanda di una normale influenza (vorrei ricordare al riguardo quella del 1957 e poi quella del 1969-70 che misero a letto decine di milioni d’italiani). Per una percentuale non ancora stimabile essa si presenta con sintomi più seri ma non molto dissimili da quelli di un’influenza. Per una piccola percentuale di casi, anch’essa ancora non stimabile, il virus può evolvere in una polmonite grave, dagli esiti fatali soprattutto per persone in età molto avanzata e con a carico altre patologie pregresse. In alcuni casi, finora rari, il contagio può rilevarsi letale anche in soggetti più giovani e non affetti da altre patologie. Penso che per questi casi si tratterà di stabilire il livello di carica virale, che varia secondo il grado di esposizione, contro cui ha dovuto lottare il sistema immunitario del soggetto.

Altro discorso, fondamentale per comprendere cos’è successo e quanto tutt’ora accade, andrebbe fatto per quanto riguarda i ritardi e gli errori innumerevoli compiuti e che si stanno tutt’ora compiendo, non solo in Italia per  la verità, avendo di fatto come unica strategia di contrasto quella del distanziamento interpersonale. Ecco dunque come un’epidemia che poteva essere meglio contenuta, con costi umani ed economici decisamente minori, è stata trasformata in un disastro epocale e in una paranoia collettiva insufflata dai media e da “autorità” il cui livello di capacità direttiva e competenza amministrativa si rivela ogni giorno di più ben al di sotto di quanto richiesto dalla situazione.

Queste mie opinioni, espresse negli ultimi 45 giorni, sono perlopiù considerate irricevibili ed eretiche, non basate sui fatti e soprattutto avulse dai dati statistici, quindi irresponsabili e denotate da ignoranza. E dunque non resta che aspettare e dedicarsi ad altro.

8 commenti:

  1. guardando i media, i blog, i twits, le veline, i numeri, sentendo le dichiarazioni, le conferenza stampa ecc ecc sembra che nessuno si sia mai sbagliato qua. Va bene. Ma sembra pure che nessuno dei responsabili abbia mai mentito. E questo è molto più grave. Quando Padre Pio dice che i provvedimenti e la loro tragica tempistica son stati presi in "scienza e coscienza" capiamo subito che non è la scienza il problema.
    Non resta che sperare nella realtà.

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    1. sperare e crepare.
      intanto i 600 euro non arrivano neanche per pasqua.

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  2. quando non si può criticare è perché bisogna operare subito, quando non arrivano i soldi è perché si sta operando.
    Acrobati.
    D'altra parte il fiato sospeso accentra l'interesse...

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  3. Per quel che vale, io non ritengo affatto eretiche ed irricevibili le riflessioni espresse in questo blog e men che meno dettate da ignoranza; del resto l'intelligenza è sempre stata eretica ("non avrà mai peso nel giudizio di questa pubblica opinione" diceva qualcuno). Noto semmai una certa tendenza al conformismo di troppi nel sentirsi coinvolti in qualcosa che è stato spacciato per epocale con un linguaggio bellico che fa sentire tutti in trincea all'apparente modico prezzo di barricarsi in casa e dare addosso a chi cerca di ritagliarsi uno spazio di pensiero autonomo nella canea fino al punto di contare le cacche di cane quotidiane consentite. Sorprende vedere così tanta gente fiera a parole del proprio individualismo plaudire ai diktat sgrammaticati di un De Luca o a certi lessici fortemente rivelatori ("non è ancora il momento del liberi tutti", "c'è ancora troppa gente per la strada" fino al famigerato "distanziamento sociale" come se in questo paese non fossimo tutti socialmente distanziatissimi praticamente da sempre).
    Un saluto

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    1. facendo tesoro dei gravissimi errori commessi, quindi proteggendo i soggetti più a rischio e edi evitando la trasmissione nosocomiale, smettendo di generare panico e invece informando correttamente e responsabilmente, dobbiamo raggiungere una immunità di massa. prima ce lo ficchiamo nella zucca è meglio sarà. al momento siamo, dicono, attorno al 15-20%, ancora troppo bassa.

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  4. Andiamo a cercare anche il lato positivo di questa situazione che ci consentirà di creare un futuro migliore. Se per futuro migliore pensiamo alla qualità della vita della gente comune. L'uso dell'auto non è più cosi indispensabile con la conseguenza di una migliore qualità dell'aria, non ci sono più incidenti e incidenti mortali. Negozi, non alimentari, che prima erano sempre pieni che drogavano gli acquisti ora, da un mese, riusciamo a vivere benissimo senza nessuna esigenza. L'acqua della laguna è tornata limpida e sono tornati anche i pesci, i figli lavorano tre giorni alla settimana così hanno la possibilità di godersi i propri figli. Ora la domanda, ma avevamo veramente bisogno di quello che in questo mese abbiamo potuto farne a meno? Spero che nel futuro si terrà presente che tutte quelle necessità forse erano una bolla di sapone?
    Un saluto roberto b

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  5. OK l'epidemia è più blanda di una normale influenza e nel 1959 e 1969/70 ci saranno stati più morti, per non parlare del 1918. E l’invenzione di un’epidemia offre il pretesto per provvedimenti d'eccezione. E Burioni sta pensando alle prossime elezioni e il governo è palesemente insufficiente e Barbara d'Urso ci spiega in TV come ci lava le mani e l'Olanda è un paese egoista e meschino e i meridionali non resistono due ore senza uscire di casa e se anche uno solo dei blogger che leggo avesse responsabilità di governo staremmo tutti molto meglio.
    Però io ho ottantadue anni e, come è normale che sia, alcuni problemi pregressi. E ho paura.

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    1. infatti ho scritto: proteggendo i soggetti più a rischio
      il resto l'ha scritto lei

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