sabato 1 febbraio 2020

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Nel novembre 2019, la produzione della prima auto elettrica VW di nuova concezione, la ID.3, è iniziata nel padiglione 5 dello stabilimento Volkswagen. Per chi crede ancora che il passaggio all’auto elettrica non avrà significative conseguenze sui livelli di occupazione, oppure che questo fatto sia ancora indeterminato, propongo un trafiletto, tradotto, tratto da un articolo di Die Welt



Che ciò abbia "senso e sia necessario" non si discute, ma che crei anche dei problemi di occupazione e di reddito, di sostenibilità di un sistema sociale, è altrettanto certo.  E che nel medio-lungo periodo tenda a cadere il saggio del profitto in rapporto agli investimenti (pur aumentando la massa del profitto) è dimostrabile con semplicissime operazioni algebriche. E questo fatto, nel suo insieme, produrrà anch'esso delle non lievi conseguenze.

7 commenti:

  1. Quindi non pensi che l'electromotive tipo Tesla sia una bolla?

    Pietro

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    1. tipo Tesla non so, ma l'auto elettrica è il futuro prossimo, mentre quelle a idrogeno o altro tipo di carburante sarà la tappa successiva. non ho dubbi su questo

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    2. «L’idrogeno è l’elemento più abbondante dell’universo e rappresenta una soluzione preziosa per decarbonizzare il settore energetico: fino a oggi c’è stato soprattutto un problema di costi, ma i costi dell’idrogeno prodotto da fonti rinnovabili stanno progressivamente scendendo».

      https://www.lastampa.it/economia/2020/02/01/news/snam-al-via-nuova-business-unit-su-idrogeno-1.38412207/amp/

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  2. su Tesla, a proposito di bolla, c'è stata troppa gente che l'ha venduta allo scoperto (autunno scorso) quando sembrava prossima a fallire
    il rally degli ultimi 4 mesi prende lo sprint dalle ricoperture delle posizioni all' interno del corale ingiustificato (giustificato da dinamiche autoreferenziali) ottimismo per il 2020

    ripenso alle parole dei consiliaristi un secolo fa, quando affermavano che rispetto alla russia sovietica "la classe operaia in europa è sola", cioè senza l' appoggio dei contadini poveri

    anch' essi,avanguardia, non furono in grado di declinare le anticipazioni marxiane che legavano la produzione di plusvalore allo stato della scienza e della tecnica -che inglobano nel capitale costante l' atto immediato della produzione e che estinguono (trasferiscono) la classe salariata.

    la cornucopia delle fabbriche totalmente automatizzate è lo stesso del capitale che si autovalorizza da solo: può essere ma non lo possono essere tutte allo stesso grado

    su questo terreno si gioca la competizione sul processo di produzione del prodotto. l' altra si gioca sul prodotto stesso e lì i salariati sono ingegneri, informatici ecc

    tanto per dire l' impossibilità di stabilire un confine netto tra salario e stipendio, tra lavoro produttivo di plusvalore e valore derivato ecc

    categorie che analiticamente sono più preziose e utili oggi che ieri, proprio perchè, mutata la realtà, sono diventate ancora più contro intuitive

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    1. certo, la produzione di plusvalore è da sempre legata alla produttività del lavoro e questa allo sviluppo tecnico e tecnologico.
      sul fatto che sia sempre più ibrido e meno intuitivo il confine tra lavoro produttivo e improduttivo, pure concordo, avendo cura però di dire che il lavoro che non si scambia con capitale non è mai produttivo di plusvalore:

      Smith aveva sostanzialmente ragione col suo lavoro produttivo e improduttivo, ragione dal punto di vista dell’economia borghese. Ciò che gli viene contrapposto dagli altri economisti è o sproloquio (per esmpio Storch, Senior ancor più pidocchiosamente), e cioè che ogni azione produce comunque degli effetti, per cui essi fanno confusione tra il prodotto nel suo senso naturale e in quello economico; secondo questo criterio anche un briccone è un lavoratore produttivo poiché, mediatamente produce libri di diritto criminale; (per lo meno questo ragionamento è altrettanto giusto per cui un giudice viene chiamato lavoratore produttivo perché protegge dal furto). Oppure gli economisti moderni si sono trasformati a tal punto in sicofanti del borghese da volerlo convincere che è lavoro produttivo se uno gli cerca i pidocchi in testa o gli sfrega l’uccello, giacché quest’ultimo movimento gli terrà più chiaro il testone — testa di legno — il giorno dopo in ufficio (Grundrisse, Meoc, XXIX, p. 203).

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  3. Volevo solo complimentarmi con lei per il modo e la diffusione dei suoi pensieri, che, almeno personalmente, aiutano molto a farsi un'idea della qualità e dello sviluppo umano, se così si può dire.
    Buon compleanno
    Un suo ammiratore

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