domenica 1 dicembre 2019

Spiritose analisi


Martedì scorso, la casa automobilistica tedesca Audi, una filiale della Volkswagen, ha annunciato l'eliminazione di 9.500 posti di lavoro nei prossimi cinque anni. Il taglio dei posti di lavoro è stata preparato e pianificato in mesi di colloqui segreti tra la direzione, i sindacati e il comitato aziendale. Mercoledì, la BMW ha annunciato tagli di oltre 12 miliardi di euro entro il 2022 e giovedì Bosch ha annunciato che taglierà altri 500 posti di lavoro nella città di Reutlingen.

La Volkswagen ha eliminato 30.000 posti di lavoro negli ultimi tre anni. Ford sta attualmente eliminando 12.000 posti di lavoro in Europa e 7000 in Nord America. Nissan sta tagliando 12.500 posti di lavoro in tutto il mondo. General Motors sta chiudendo quattro stabilimenti negli Stati Uniti e in Canada e sta tagliando 8.000 posti di lavoro.

Situazione analoga nel settore dei componenti per auto. Continental ha annunciato l'intenzione di eliminare 20.000 posti di lavoro nei prossimi 10 anni. Altri fornitori di componenti, tra cui ZF, Schaeffler e Mahle, stanno eliminando migliaia di posti di lavoro.

Mercedes-Benz ha annunciato venerdì che taglierà più di 10.000 posti di lavoro nei prossimi due anni [*].

L’annuncio del licenziamento di massa arriva due settimane dopo che il CEO Ola Källenius, presidente del consiglio di amministrazione di Daimler AG e capo di Mercedes-Benz Cars, ha annunciato, con l’applauso degli investitori a Londra, che la società ha pianificato un programma di austerità per ridurre i costi del personale di 1,4 miliardi di euro. Källenius ha promesso agli azionisti e agli investitori che avrebbe fatto tutto il necessario per aumentare i loro rendimenti.

Non solo Europa e Stati Uniti. Nell’anno in corso, 570.000 posti di lavoro sono stati eliminati in India e Cina, tagli solo nelle fabbriche dirette di produzione di veicoli, senza contare quelli che riguardano chi produce accessori e altre componenti. Molti analisti del settore affermano che nel corso del 2019 c’è stata una riduzione complessiva del 16,8% del forza-lavoro che produce veicoli in Cina, USA, Germania e India.

Scopo precipuo del capitale è di usare la tecnologia per abbattere i costi, in primis quello della forza-lavoro, per far fronte alla caduta dei profitti (in rapporto al capitale investito) [**]. È il classico cane che si morde la coda, ma non è il caso d’insistere su questo “dettaglio”. Nei prossimi decenni si conteranno nuove decine di milioni di disoccupati, una situazione sociale che non potrà reggere a lungo. Prima ancora assisteremo a nuove crisi sui mercati finanziari, per cui resto in curiosa attesa di conoscere, dalle spiritose analisi degli “esperti”, le motivazioni e i nomi dei responsabili dell’annunciato prossimo disastro.

Per quanto riguarda l’Italia, ormai attore non protagonista sulla scena dell’auto, si parla sempre ed esclusivamente di produttività. A farlo sono coloro che in fabbrica non ci hanno mai messo piede e che in genere chiamano “lavoro” la propria attività di mero azzardo speculativo. Mai spendessero una parola sui salari da fame vigenti in questo straordinario paese d’ipocriti e sfruttatori senza vergogna.

(*) Mercedes-Benz, fondata nel 1928 a Stoccarda, impiega 300.000 persone in tutto il mondo e 180.000 in Germania. Il Baden-Württemberg è il centro dell'industria automobilistica tedesca, sarà particolarmente colpito dalle misure annunciate. Complessivamente, circa 460.000 lavoratori sono impiegati nelle industrie automobilistiche nel solo Baden-Württemberg.

[**] Scrive Marx: “le stesse leggi producono per il capitale sociale un aumento della massa assoluta del profitto e una diminuzione del saggio del profitto”. Lo sviluppo tecnologico aumenta la forza produttiva del lavoro, quindi la massa del plusvalore e quindi la massa assoluta del profitto, malgrado diminuisca in via relativa il capitale variabile nei confronti di quello costante e pertanto il saggio del profitto. Quel dogmatico di Treviri si chiede: “In quale forma deve ora esprimersi questa legge a doppio taglio della diminuzione del saggio del profitto e del corrispondente aumento della massa assoluta del profitto, dato che entrambi i fenomeni hanno le stesse cause?”. La risposta, i curiosi e volenterosi, la possono cercare nel suo inutile e confuso librone.




7 commenti:

  1. «Ma non è il caso d’insistere su questo “dettaglio”.»
    A me piacerebbe tanto, invece, che tu insistessi su questa "quisquilia" perché magari, a forza d'insistere, agli spiritosi viene uno strizzone.

    RispondiElimina
    Risposte
    1. figurati, quelli si spaventano solo se vedono un po' di rosso nei LORO bilanci e conti correnti. Per il resto può crollare il mondo. PER QUESTI SPIRITOSI, I DECRESCITI, I CRETINI "DE SINISTRA" ma soprattutto "LIBERALDEMOCRATICI", preciso quanto già scritto più volte:

      La teoria sottoconsumistica, così come altre posizioni consimili, ritiene che la contraddizione centrale dell’economia capitalistica sia tra produzione e consumo, e dunque individua la causa della crisi nella disuguale distribuzione della ricchezza, vale a dire nel sottoconsumo, non comprendendo che esso esprime solo un lato, un aspetto, della crisi, non la sua necessità. Non è la disuguaglianza sociale, l’ineguale distribuzione della ricchezza, la causa effettiva delle crisi nel modo di produzione capitalistico, altrimenti la crisi di genere capitalistico si segnalerebbe anche nelle formazioni economiche precedenti.

      ad ogni modo per chi volesse approfondire:

      http://diciottobrumaio.blogspot.com/2015/04/perche-cala-il-prezzo-delle-uova.html

      http://diciottobrumaio.blogspot.com/2016/10/la-tendenza-storica-dellaccumulazione.html

      PER QUELLI invece che ritengono Marx un dogmatico:

      https://www.sinistrainrete.info/marxismo/4069-olympe-de-gouges-vieni-avanti-ennesimo-cialtrone.html

      Elimina





  2. Si racconta di un tale che aveva provato a insegnare al proprio asino a non mangiare. Diceva di esserci riuscito ma che, purtroppo, proprio quando aveva imparato bene, l’asino era morto.

    RispondiElimina
  3. Un'altra analisi spiritosa: http://www.ansa.it/sito/notizie/economia/2019/12/03/unicredit-piano-taglia-8.000-dipendenti-e-500-filiali_c5f703d9-d314-4066-bd75-0bd4768c7223.html

    RispondiElimina
  4. Mi piacerebbe avere una sua opinione riguardo al MES perchè nel ginepraio di dichiarazioni e polemiche di questi giorni non si riesce a dividere il grano dal loglio. Forse è un argomento che meriterebbe un post a parte?

    RispondiElimina
  5. Anche le rinnovabili non vengono risparmiate: Secondo quanto riferito, Alta Devices di proprietà di Hanergy licenzia 250 dipendenti senza preavviso

    https://www.pv-magazine.com/2019/12/04/hanergy-owned-alta-devices-reportedly-lays-off-250-employees-without-notice/

    RispondiElimina