giovedì 26 dicembre 2019

È il mercato, non il meteo


Aggiornamento:


Stesso Grande Giornale, poche ore dopo.



Premetto che non ho nessun titolo per parlare di meteorologia, però mi sembra che si stia esagerando con allarmismi ed emergenze. L’Italia, a causa del suo territorio particolarmente vario, costellato di catene montuose, di pianure o altipiani incastonati tra le montagne, e per la presenza di un mare chiuso particolarmente caldo, è un territorio davvero complesso per le condizioni meteo. Senza dimenticare i flussi atlantici, africani e artici.

In ogni epoca si è assistito a degli estremi, sia per il maltempo, con forti scarti sull’equilibrio idrostatico, e sia per la siccità prolungata. Con ciò non voglio negare che negli ultimi vent’anni, in particolare, vi sia una tendenza globale all’aumento delle temperature con picchi elevati, e che in gran parte ciò sia causa delle attività antropiche. Su ciò pare non ci siano più dubbi sul piano scientifico, e unanimità dal lato della comune percezione dei fenomeni.

Tuttavia vorrei ricordare, tenendo fermo questo dato sull’aumento delle temperature medie, che non molto tempo fa, verso la metà degli anni 80, si parlò di “mini glaciazione”. A tale riguardo rammento con certezza un numero di Le Scienze, credo del 1985, in cui numerosi articoli (e la copertina) erano dedicati all’ondata di freddo che si stava abbattendo in particolare in Europa e negli Stati Uniti.

In questi giorni, per quel che mi pare di capire leggendo la carta del tempo, si sta stabilendo nel centro Europa un’area di alta pressione con risalita di aria relativamente calda fin verso la Scandinavia, alla quale va a intersecarsi un’altra area di alta pressione (1025 hPa) proveniente dall’Atlantico e che risale la penisola iberica giungendo fino in Germania. Questa situazione ci sta portando temperature di fine anno di qualche grado superiore alla media. Nulla di particolarmente straordinario, anche in considerazione della tendenza in atto, e del fatto che ci attenderà poi una “sciabolata” di aria gelida proveniente dalla Russia.


Per quanto riguarda gli agricoltori, mantengono intatto il loro sempiterno diritto di lamentarsi. Fioriture premature seguite da repentine gelate, ci sono da epoche remote. Autunni troppo piovosi, idem. Estati troppo secche e poi con grandinate, da quando Adamo ed Eva furono sfrattati. I fenomeni si stanno facendo più intensi, questo è vero, ma dire “spazzati via i cicli stagionali” mi sembra per ora esagerato.

Continuiamo a produrre vino, gli asparagi hanno sempre subito primavere troppo piovose, le ciliegie hanno avuto due anni da record e poi quest’anno hanno sofferto. Succede. Il radicchio di Treviso ha patito l’anno scorso la siccità e quest’autunno troppa acqua, ora con il freddo si riprenderà facendosi croccante e gagliardo (nel prezzo lo è sempre). I coltivatori continueranno con le loro geremiadi, queste sì puntuali ad ogni cambio di stagione. I loro prodotti saranno pagati sempre troppo poco, e questo è realtà, da grossisti e grandi catene. È l'oligarchia del mercato, non il meteo.

Di seguito alcune previsioni per quanto riguarda alcune località alpine. Mi pare smentiscano i titoli allarmistici che ci vorrebbero con i glutei al sole in dicembre e tuffi in piscina. Restano le scottature al naso, per chi se le può permettere.  


16 commenti:

  1. Le Scienze Novembre 2019. Un punto decisivo sul clima Le persone che liquidano con sufficienza il cambiamento climatico spesso affermano che il riscaldamento della Terra è solo parte di una “variabilità naturale del clima”. Ma uno studio pubblicato a luglio su Nature ha messo a tacere questa che argomentazione. Gli autori hanno dimostrato che nei 2000 anni passati gli anni caldi e quelli freddi si sono intervallati regolarmente* e che addirittura i periodi più caldi e più freddi sono avvenuti in aree circoscritte e in un momento specifico, mai in tutto il globo simultaneamente. Il riscaldamento attuale, al contrario, sta avvenendo nel 98% del pianeta contemporaneamente dal 1900 circa fino ad oggi. “È del tutto differente”, afferma Raphael Neukom dell’università di Berna che ha diretto la ricerca. Tutte le regioni si stanno riscaldando senza sosta all’unisono. Mark Fischetti *dall’anno 0 al 1950, quasi ogni anno, alcune aree della terra sono state più calde o più fredde rispetto alla media. Ma dal 1950 circa, quasi tutti gli anni sono stati nettamente più caldi, e la crescita della temperatura è stata ben più grande.

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    1. la mia posizione su questo tema, per quel che vale ovviamente, è sempre stata chiara. ma dire “spazzati via i cicli stagionali” mi sembra, per ora, esagerato. guardo alla tendenza, e questa dice chiaramente che le temperature medie sono in aumento. un picco di temperatura per un paio di giorni a dicembre o una nevicata a fine aprile, sono episodi che possono capitare a prescindere dalla tendenza. chiaro o faccio disegnino?

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    2. Il vero problema è il permafrost.
      Una volta sciolto non si torna più indietro. Poi l'Italietta può lamentarsi quanto vuole con i suoi valvassori valvassini e sudditi a destra e manca.

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    3. Quel titolo è chiaramente esagerato, ma il tuo articolo sembrava minimizzare una questione che invece è importante, e andrà a peggiorare sempre di più in futuro.

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    4. ho scritto e ribadito che un conto è la tendenza e altro il singolo fenomeno, e nel merito in precedenza ho scritto altro

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    5. già scritto recentemente anche sul permafrost

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  2. Per noi del primo mondo i cambiamenti climatici non sono un grosso problema finora. Compreremo prodotti agricoli prodotti in luoghi diversi e d'estate accenderemo il condizionatore. Se i ghiacciai sulle Alpi non ci sono più e gli orsi polari si estinguono la nostra vita non cambia molto.
    Ma sono le popolazioni più povere del mondo che stanno già subendo le consegienze. Quelle che vivono in ambienti rurali le cui condizioni stanno cambiando. Migrazioni dovute alle mutate condizioni climatihe sono già in atto. Penso che il problema del clima non sia da sottovalutare.

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    1. pensi che ciò che ho scritto vada nel senso della sottovalutazione? s'è così ti sbagli

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    2. Avevo in effetti questa impressione, ma se mi sbagliavo meglio così!

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  3. la “variabilità naturale del clima” non è in riferimento al ciclo stagionale, ma a quello di glaciazioni e deglaciazioni.

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    1. mademoiselle Olympe , ho paura che abbia toccato con mano quello che vuol dire addentrarsi nelle tenebre del tifo calcistico...

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    2. beh, almeno non mordono

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  4. https://www.reccom.org/2019/09/09/ere-glaciali-e-riscaldamento-globale/

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  5. Se potessero, ghiglottinerebbero.

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