Piove. Anche a quote più alte, per cui a Natale
gli sciatori dovranno accontentarsi di neve artificiale. M’importa nulla, io
amo il piano, la campagna e il mare, soprattutto nelle mezze stagioni, quelle
che com’è noto non ci sono più. La montagna invece non m’entusiasma, e mi tiene
distante quando c’è neve. E dire che nell’anno in cui nacqui, l’Italia fu
travolta da un'ondata di gelo senza precedenti: caddero numerosi record
climatici e nevicò fino a Lampedusa, evento rarissimo. Sul finire del mese di
gennaio il gelo era avanzato inesorabile verso il Mediterraneo Centrale, le
isoterme fino a -15° a 1500 metri sfondavano in Pianura Padana nelle prime ore
del giorno, portando intense e abbondanti nevicate su gran parte delle regioni
centro settentrionali. Il giorno dopo, venerdì, mia madre partorì verso le ore
12.
Con oltre mezzo metro di neve, genitori e
parentado convennero che si sarebbe atteso il giorno dopo per l’iscrizione all’anagrafe,
aperta anche di sabato mattina. Sennonché il giorno dopo la vecchia auto non ne
voleva sapere di superare la salitella che dal cortile conduceva in strada, e
del resto come arrivare con quel ghiaccio fino al municipio? Il nonno s’offri volentieri d’andare, a piedi, fino in piazza, tanto più che aveva bisogno di fermarsi
in ferramenta. Sennonché tra il negozio di ferramenta e il municipio incontrò l’osteria,
e gli parve giusto e doveroso festeggiare con amici e semplici avventori la
lieta novella. Per la verità il nonno non fu mai un forte bevitore, anzi, fu assai
moderato, salvo in pochissime occasioni.
Tornato a casa assai gioviale, il nonno fu
sottoposto a quarto grado dalla nonna e dalle zie. Si scoprì con raccapriccio
che all’anagrafe aveva fatto registrare il mio nome in modo sbagliato. In
pratica aveva omesso consonante e vocale in fine al nome, e aveva mutato di ciò
che restava l’ultima vocale da femminile in maschile. Dopo i primi momenti di agitazione,
sembrava che la cosa dovesse chiudersi lì, senza altri patemi. E però una
nipote riferì a mia madre, a letto, del fattaccio. In quel momento era presente
anche l’ostetrica, tornata a verificare come stesse la puerpera. Chiaro che la
questione del nome sbagliato non poteva passare in cavalleria.
Fu prontamente lo zio a offrirsi
di sistemare la faccenda presso l’anagrafe. Chiese all’ostetrica di
accompagnarlo, e così partirono entrambi su una pista di ghiaccio a bordo di
una Topolino anni Trenta, di quelle con i fari anteriori ancora distinti dal
cofano. Il protrarsi dell’assenza dello zio per quasi tutto il giorno non
preoccupò alcuno. Lo zio medesimo raccontò poi che emendare l’errore del nonno aveva
richiesto molto tempo, fino a pomeriggio inoltrato. I parenti sorrisero e si fecero
l’occhiolino, poiché tutti sapevano che zio e ostetrica erano amanti da anni.
Sei un mito. Grazie.
RispondiEliminaChapeau madame. quante persone ha reso felici con la sua nascita.
RispondiEliminaalcune certamente, grazie
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