venerdì 25 ottobre 2019

Un volubile astrologo


Per la stragrande maggioranza degli italiani adulti di oggi, il nome di David Lloyd George (1863 – 1945) non rammenterà nulla e del resto va a demerito del conte di Dwyfor di non essere stato né un celebrato tennista né una rockstar, e invece dapprima un cancelliere dello Scacchiere e poi, in anni davvero cruciali, Primo ministro (1916 – 1922).

È quanto mai interessante, almeno per me e presumo per qualche lettore del blog, il giudizio che Lloyd George espresse nelle sue Memorie di guerra a riguardo di un personaggio che ebbe modo di conoscere direttamente e in delicati frangenti, ossia a riguardo di J.M. Keynes, barone di Tilton, universalmente noto più per sentito dire che per la voluminosa quanto mitologica Teoria Generale. Del resto, come ebbero a sostenere Marx ed Engels, “La diminuzione, la più equa distribuzione ecc. delle imposte, è la banale riforma borghese”.

Scrive Lloyd George:

«Keynes si mostrava ancora più allarmante nel gravissimo documento che aveva preparato per noi. Pur facendo le più ottimistiche previsioni riguardo alle nostre possibilità di collocare prestiti in America, noi avremmo potuto arrivare alla fine dell’anno finanziario, cioè al 31 marzo 1915, a condizione che i nostri impegni non fossero cresciuti per nuove ordinazioni (egli non faceva cenno delle ordinazioni date da noi di munizioni per fucili e per parti di macchine) ma, dopo di ciò, si sarebbe scatenato il diluvio a meno che non si fosse venuti alla conclusione della pace. E aggiungeva: “… noi dobbiamo poter fa ciò senza produrre una catastrofe nel corrente anno finanziario purché la pace ci metta in una posizione tale da poter cancellare l’inflazionismo subito dopo. Altrimenti la spesa dei mesi successivi renderà le nostre difficoltà insopportabili. Questo ci lascia comprendere il significato dell’inflazionismo e le conseguenze che ne dipendono”.»

Pertanto, secondo Keynes, nel settembre 1915 all’impero britannico non restavano che sei mesi di vita belligerante, prima dell’inevitabile catastrofe finanziaria provocata da una gigantesca inflazione.

«Quindi veniva – prosegue Lloyd George – ad una esposizione tecnica del carattere e della inevitabilità della catastrofe con questa conclusione: “Le alternative che ci si presentano sono, dunque, alternative di gradazione. Se, gettando via senza riguardo le nostre risorse, noi potessimo essere sicuri di finire la guerra al principio della prossima primavera, io prevedo che esse potrebbero bastare per i nostri bisogni. Se, d’altra parte, una previsione simile sembra troppo ottimistica, bisogna vedere se sia più desiderabile fissare una media delle nostre spese oppure continuare a spendere e spandere fino al gennaio prossimo, per apprezzare le prospettive che ci si presenteranno improvvisamente in quell’epoca, e poi, avendo riguardo al prossimo futuro, fare delle rigorose economie e dire ai nostri alleati che per l’avvenire essi devono pensare a se stessi”.»

Insomma, secondo Keynes l’alternativa prospettata stava tra la pace e il contingentamento delle spese di sostentamento della guerra, compresa la sospensione degli aiuti agli alleati. Lloyd George prosegue nel citare il documento previsionale di Keynes:

«”È certo che lo spendere nella misura attuale è possibile solamente come uno sforzo violento e temporaneo che deve necessariamente essere seguito da una forte reazione; che noi siamo in vista dei limiti estremi delle nostre risorse; e che, nel caso di ogni nuova spesa, dobbiamo considerare d’ora in avanti non solo se sia utile ma se possiamo farla”.»

Osserva a questo punto Lloyd George: «Winston Churchill in una delle sue spiritose sortite ebbe a dire una volta che il nostro paese era il “Governo del 31 marzo”. Mettete l’impero britannico su un piatto della bilancia ed il “31 marzo” sull’altro e quest’ultimo finirà sempre per vincere.»

Reginald McKenna (1863 –1943) era in quel momento cancelliere dello Scacchiere. Scrive Lloyd George: «I nervi di McKenna erano molto scossi per i vaticini del suo principale consigliere, J.M. Keynes, il quale era un consigliere troppo sensitivo ed impulsivo per una grande emergenza. Keynes è un economista attraente le cui dissertazioni in materia finanziaria ed economica, brillanti finché si vuole, ma poco profonde, possono fornire sempre una sorgente di innocuo divertimento ai suoi lettori, quando non siano prese troppo sul serio. […] Keynes è stato molto esaltato dal cancelliere dello Scacchiere e la sua firma ad un documento finanziario aveva un grande peso. Che questo sia avvenuto sembra assurdo, quando si pensi che ora nemmeno i suoi amici – anzi i suoi amici meno che mai – hanno ancora la più piccola fiducia nei suoi giudizi in materia finanziaria.»

In buona sostanza Lloyd George considerava Keynes un “volubile astrologo” (volatile soothsayer).


I brani citati sono tratti da: Memorie di guerra, I, Mondadori, pp. 291-93.

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