martedì 15 ottobre 2019

Riflessioni demografiche



Perché siamo un Paese che fa sempre meno figli?

La risposta è, ovviamente, articolata. La compongono ragioni biologiche (calo drastico della fertilità maschile), ragioni sociologiche (diminuzione del numero delle donne in età fertile causa invecchiamento della popolazione), ragioni politiche (mancanza di adeguati programmi di sostegno alle famiglie). Detto ciò, dobbiamo essere onesti con noi stessi. Abbiamo compiuto 50 anni, smettiamola di lamentarci e di raccontarci favole della buona notte. Un ceto politico irresponsabile e la concentrazione di spermatozoi nel nostro seme non bastano a spiegare l’entità di questa ecatombe bianca. E nemmeno sono sufficienti la precarietà del lavoro o i servizi carenti. Il pragmatismo qui non spiega niente. La parte più amara di questa verità è che il calo demografico in Italia — e in Occidente — non accade per ragioni materiali e contingenti. Nessuna analisi delle nostre condizioni di vita materiale giustifica la nostra infecondità generazionale. La controprova è semplice. Basta voltarsi indietro: i nostri padri e le nostre madri nacquero, numerosi, sotto le bombe. La nostra infecondità, il nostro braccino corto con la vita, va imputata, invece, principalmente, a ragioni culturali e — mi si permetta il parolone, non a caso desueto — a ragioni «spirituali».

Così parlò, dalle colonne del Corriere della Sera, Antonio Scurati.

Conseguentemente, dovremmo desumere che quando le nostre nonne e bisnonne sfornavano mediamente 7-10 figli, lo facevano principalmente per “ragioni culturali” e – mi si permetta di riprendere il parolone di Scurati – per ragioni «spirituali».

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Posto che vi sono ragioni anche di tipo culturale, provasse Antonio Scurati a mantenere tre o quattro figli in età scolare con lo stipendio di operaio, d'infermiere e finanche d'insegnante. E con quali prospettive per quei figli? Non potremmo nemmeno mandarli ad arare i campi, visto che ormai anche i trattori sono senza pilota e assistiti da GPS.

1 commento:

  1. Un'altra cosa particolare da aggiungere è che, almeno in Italia, della questione "demografica" se ne occupino soprattutto i maschi. A palle sgonfie.

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