giovedì 24 ottobre 2019

Bisognerà avvertire il ministro degli Esteri



Stavo leggendo il primo volume delle Memorie di guerra di Lloyd George nell’unica traduzione italiana, cioè quella del 1933 della Mondadori, quando tra le pagine 64 e 65 compare il ritratto fotografico del “Conte Enrico Metternich, ambasciatore tedesco a Londra(1901-1912)”.  Qualcosa non mi torna. Per fortuna c’è internet, cioè il catalogo della Deutsche Nationalbibliothek, e non ci si scomoda nella consultazione di polverosi dizionari biografici. Infatti, a parte l’italianizzazione del nome Heinrich (o l'ipocoristico Heiko) in Enrico, uso maldestro in quegli anni ma poi anche in seguito, si tratta di un evidente errore poiché l’ambasciatore tedesco a Londra tra il 1901-1912 era non già Enrico (Heinrich) Metternich ma bensì Paul Wolff Metternich (1853 – 1934), figlio di Levin Wilhelm Anton Walburg Marie Hubert conte Wolff Metternich zur Gracht (1811 – 1869), un uomo che evidentemente non amava la sintesi, e della sua seconda moglie Josephne Maximiliane contessa Hompesch-Bollheim (1823 – 1858).

La mia curiosità conduce a indagare chi fosse la prima moglie di Levin. Si trattò di Marie Louise Weichs zur Wenne (1816 – 1838), nipote di Charlotte von der Leyen (1735 – 1807).  Questo cognome, von der Leyen, è quello di una famiglia dell’alta nobiltà tedesca, di una certa notorietà ancor oggi in Germania, e tra l’altro è il cognome maritale dell’attuale Presidente della Commissione Europea, Ursula von der Leyen, nata Albrecht, già ministro federale della Difesa. Pertanto, il marito della signora Ursula, cioè Heyko von der Leyen, sarebbe, come recita Wikipedia, “discendente di una nota famiglia nobile tedesca”, segnatamente della famiglia dei conti von der Leyen?

La cosa m’incuriosisce. Anche perché in un certo ramo dell’albero genealogico dei von der Leyen compare Maria Nives Ruffo della Scaletta (1898 - 1971), maritata con il principe Erwein von der Leyen nel 1924, e figlia di Antonio Ruffo e Ludovica Borghese. Mi chiedo se Ursula von der Leyen, nata Albrecht, sia imparentata, sia pure molto alla lontana e per il tramite del marito, con delle famiglie italiane?

Maria Nives era madre di numerosi figli, ma tra questi non figura il padre di Heyko von der Leyen, ossia di Ulrich Echter von der Leyen. Gli ascendenti di quest’ultimo si possono rintracciare fino al XVI secolo, arrivando ad Adolf von der Leyen e al suo omonimo figlio, ma non c’è tra questa dinastia familiare alcuna correlazione con il casato dei nobili von der Leyen. Ed infatti i von der Leyen da cui discende il marito di Ursula fu una famiglia tedesca di commercianti e industriali della seta, che costruì un’importante attività tessile a Krefeld nel XVIII secolo e fu elevata al rango baronale da Napoleone. Al suo apice, la famiglia consegnò la seta a gran parte dell'alta aristocrazia europea. Nel 1828, gli operai della fabbrica di Leyen si ribellarono ai loro datori di lavoro. Karl Marx descrisse questo fatto come la “rivolta dei primi lavoratori nella storia tedesca”.

Pertanto la famiglia di Heyko von der Leyen, marito di Ursula Albrecht, nulla ha a che vedere con l'antico casato dei Leyen, e quindi nemmeno con i Ruffo della Scaletta e i Borghese. All'uopo bisognerà avvertire il ministro degli Esteri, Luigi Di Maio, noto gaffeur, nel caso e sulla base di una troppo rapida consultazione di Wikipedia volesse brandire ad capocchiam l’albero genealogico degli antichi nobili Leyen per chiedere alla Presidente Ursula von der Leyen, con la scusa della supposta parentela italiana, più deficit in finanziaria da usare per Quota 100 e il RdC.

1 commento:

  1. uhmm,purtroppo anche io ho dato un'occhiato frettolosa a wiki a proposito di Ursula.Quella italiana cita archeologia-economia e finalmente medicina con plagio.
    La versione inglese infiocchetta la versione un po' meglio e giustifica l'indecisione con paura da rapimento.
    Quella francese dopo medicina aggiunge profondi studi a Stanford - che in quella inglese vengono citati invece come ''a housewife in Stanford, California, from 1992 to 1996, while her husband was a faculty member of Stanford University''
    In ogni caso: Elle déclarera ensuite qu’elle « a vécu plus qu’elle n’a étudié »
    La ragazza mi piace.

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