È di un certo indubbio interesse l’ultima intervista
a Rossana Rossanda curata da Tommaso Di Francesco per il manifesto e pubblicata il 5 scorso. Ne propongo qualche frase
che reputo tra le più significative:
[…] la vecchia esclamazione di Brecht: «Compagni,
ricordiamoci dei rapporti di produzione» si potrebbe e si dovrebbe realizzare
ancora oggi. Ma dovremmo fare i conti con la liquidazione del marxismo avvenuta
nell’ultimo mezzo secolo, e alla quale neanche il manifesto si è realmente
opposto.
[…] per iniziare una ricostruzione, occorrerebbe un
atteggiamento molto più seriamente analitico e unitario. E probabilmente questo
esigerebbe anche un esame che non si è fatto sull’andamento dei cosiddetti «socialismi
reali».
Si
tratterebbe di fare quello che Stalin ha impedito, e cioè un bilancio serio del
leninismo alla fine della vita di Lenin […]. Insomma,
non è possibile risparmiarsi un lavoro molto ravvicinato, che in Italia non è
stato fatto nell’ultimo mezzo secolo.
Già possiamo immaginarceli, non dico quelli del Pd
(per carità, per carità, per carità ...), ma anche quelli di Liberi e uguali, per i quali ha votato
Rossanda, quindi i Bersani, Grasso, D’Alema, la Boldrini (!!), eccetera, mettersi di
lena buona a studiare i “rapporti di produzione”, dunque a fare i conti con
Lenin e Stalin.
È lo sviluppo reale del capitalismo che ha dato al
riformismo un’espressione teoricamente senza scrupoli, è la dinamica delle
contraddizioni reali, specialmente il contrasto fra la crescente ricchezza dei
pochi e il crescente pauperismo delle classi medie, che condanna il riformismo
alla sconfitta.
E dunque Rossana Rossanda ha ragione, ma ha scelto un
pubblico sbagliato: i partiti di lotta e di governo, cioè di lotta per il
potere e di governo dell’esistente (salutami a Lula).
il riferimento a Lula è quanto mai azzeccato, "ballare col diavolo" è pericoloso e il punto debole di ogni "comunista" è l' illusione di poter esserlo vivendo "impunemente" da "borghese"; una cosa che che "il capitalismo" concede sempre volentieri ma solo fino a che fa comodo a lui.
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