sabato 31 marzo 2018

Nuovi costi della politica



Compatibilmente con il nuovo bilancio della Camera, suggerisco al presidente Fico l'approvvigionamento e distribuzione di block notes a quadretti grandi.

Questi, che se non altro dimostra applicazione e buona volontà, lo si potrebbe elevare a presidente della commissione affari costituzionale, che peggio della Maria Elena non farà. È questo un segno tangibile dell'auspicata fine di ogni politica specializzata, che fin dagli esordi di questa organizzazione rivoluzionaria di tipo nuovo è stata obiettivo prioritario (e prima ancora, come si ricorderà, di Berlusconi). 

5 commenti:

  1. LA CORDA È TESA

    Beppe Grillo, che poco prima del 4 marzo aveva scritto un post sulla "biodegradabilità" del M5S scagliandosi proprio contro la Lega, adesso strizza l'occhio al suo leader: "Salvini è uno che quando dice una cosa la mantiene, che è una cosa rara". Alla base di un possibile accordo politico tra Lega e M5S sembra rientri il reddito di cittadinanza, che però diventerebbe più simile ad un reddito di inclusione: le cifre da utilizzare sarebbero di molto inferiori rispetto ai 15 miliardi di euro sbandierati dai pentastellati in campagna elettorale. Il sociologo Domenico De Masi, autore del saggio Lavoro 2025: Il futuro dell'occupazione (e della disoccupazione), in un'intervista a Repubblica, avverte i "grillini" che il patto con la Lega è contro-natura e rischioso, e che la base di riferimento ("disoccupati, poveri, operai, periferie") potrebbe non accettare di veder accantonata tutta una serie di punti programmatici fondamentali, in primis il reddito di cittadinanza: "Se i sei milioni di poveri si infuriassero davvero, i soldi si troverebbero domattina. Il Welfare lo inventò Bismarck, che non era sicuramente di sinistra: nell'aria c'era vento rivoluzionario, stavano per arrivare il 1917 e la rivoluzione sovietica, e per ridurre una possibile reazione violenta degli operai si fece il welfare."

    Infine, dice De Masi, "non si può tirare troppo la corda. Nel 2007 in Italia 10 famiglie avevano la ricchezza di 3,5 milioni di italiani. Dopo la crisi, le stesse 10 famiglie hanno la ricchezza di 6 milioni di italiani. La corda è tesa".


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  2. fra lega e 5s non sono le differenze di programma(che possono diventare prodigiosamente in un attimo affinità) che dobbiamo guardare, in Italia da questo punto di vista ne abbiamo visti così tanti di contorcimenti che non dovremmo stupircene

    piuttosto è molto forte fra loro la concorrenza per espandersi presso i medesimi segmenti e classi sociali che rende a mio avviso molto difficile la formazione di un loro governo politico

    le piccole borghesie -con proletariato al seguito- di settentrione e meridione hanno aspettative diverse, le provenienze dal punto di vista geografico per lo più del tutto opposte dei dirigenti di lega e 5s ne danno rappresentazione.

    aspettative diverse ma non così diverse da rendere impensabile un futuro travaso di consenso dagli uni agli altri. ovviamente bisognerebbe far cadere molte posizioni consolidate. detto questo, sono posizioni con cui, se girasse il vento del populismo arrembante, entrambi saprebbero venire a patti. in ogni caso è uno step ancora lontano, prima c'è da rosicchiare fino all' osso il consenso di pd e fi


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    1. tutto dipende da come evolve il sistema nel suo insieme, economico-sociale-istituzionale, nazionale e internazionale

      sul rosicchiare fino all' osso il consenso di fi sono d'accordo, ma il pd resta pur sempre una riserva (indiana)

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    2. anche FI ha il suo zoccolo duro, largamente minoritario, anche quando il Berlusca ci lascerà. infatti dicevo fino all' osso, non oltre

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