Questo disperato paese rischia di trovarsi impiccato
a una promessa: quella del cosiddetto reddito di cittadinanza. Chi l’ha
promesso non potrà partecipare ad alcun governo senza rispondere concretamente
di ciò che è il fulcro del suo programma e in ragione del quale ha ricevuto largo
mandato dagli elettori. Altrimenti il consenso conquistato con tale promessa evaporerebbe.
E però il reddito di cittadinanza, in un paese con le
caratteristiche sociali e antropologiche dell’Italia (facciamo per finta che
sia un tutt’uno), e con uno dei debiti pubblici più alti dell’orbe terraqueo, è
un azzardo (per usare un termine impreciso ma educato).
Non voglio discutere sul tema delle risorse da
reperire e destinare a soddisfazione di tale impegno. Sarebbe inutile, e del
resto sarà il tempo a ristabilire la realtà dei fatti. Mi limito semplicemente
a due considerazioni.
Chi oggi è costretto a barcamenarsi tra lavori e
lavoretti precari, sudati e malpagati (sotto i mille euro), per quale motivo
non dovrebbe optare, sia pure temporaneamente, per un assegno mensile di quasi
ottocento euro? Poniamo pure che debba impegnarsi in questo e quello per
qualche ora il giorno o alla settimana per ricevere il sussidio agognato, per
quale motivo dovrebbe invece optare per un lavoro purchessia e per un salario
di fame?
E chi arranca per arrivare alla fine mese, pur
lavorando tutto il giorno per un salario di poco superiore ai mille euro, per
quale motivo dovrebbe essere contento di pagare imposte che vanno a mantenere
una pletora di disoccupati senza speranza di futuro stabile e solido impiego?
Preciso: questa non è esattamente la mia posizione
personale, ma è questione che verrebbe inevitabilmente a galla, di brutto.
Per ultimo: la mia personale considerazione per
Matteo Renzi è pari e anche meno di quella della stragrande maggioranza. È uno
che ha sempre vissuto nella logica perversa dei giochi a quiz e dell’imbroglio
(vedi lo “stai sereno”, il referendum, il “lascio la politica”, la legge
elettorale, solo per citare). E però, per quanto riguarda la decisione di non
dimettersi, cioè di fingere le dimissioni, ebbene in questa pazzia ravviso se
non altro del metodo. Ha detto: governino loro, ci dimostrino. Hic Rhodus, hic salta.
Se Renzi tiene fede, una volta nella sua vita, a
questa parola (ma c’è ovviamente da dubitare), cioè di stare all’opposizione
con tutto il Pd, non si potrà dire che è una mossa sbagliata. Tutt’altro.
http://www.quinternalab.org/teleriunioni/2018/febbraio-2018/541-il-comunismo-e-un-robot
RispondiEliminaSaluti
Tra l'altro, dato importante ma sottaciuto, l'80% delle tasse in questo paese delle banane, viene pagato da lavoratori dipendenti (pubblici e privati).
RispondiEliminaLe altre classi sociali lo sappiamo: Evadono!
hai ragione, infatti ho fatto rif. a lavoratori dipendenti
EliminaCredo che l’esito delle elezioni vada attentamente considerato e se vogliamo siamo solo all’inizio. Le prime sono ovviamente queste:
RispondiElimina1) Vincono le elezioni i partiti/movimenti/comitati elettorali, che si sono opposti alle politiche operate da Bruxelles e dal governo Monti e poi dai governi che lo hanno seguito;
2) Le elezioni mostrano chiaramente che i partiti nati dalla Resistenza e dalla “cosiddetta prima Repubblica” sono oramai morti e sepolti, questo non è un pessimo risultato, erano morti viventi che ammorbavano l’aria politica;
3) Il paese si divide seguendo una faglia storica, basterebbe confrontare una cartina della suddivisione del voto, con l’Italia del 1943/44, oppure l’Italia del primo medioevo; Questo fatto che si ripete ciclicamente, oltre a confermare il fallimento politico dell’unità d’Italia, credo che possa prefigurare in caso di gravissima crisi politica internazionale, non da escludere e sempre possibile, una prevedibile separazione o frantumazione dell’Italia; Il nord alla Germania e il sud agli americani, d’altra parte qui hanno le loro basi militari principali;
4) Si conferma che la crisi economica, che dura da ben 20 anni, porterà ad un’uscita a dx, con un nuovo tipo di fascismo, basato sulla caccia e sfruttamento bestiale degli extracomunitari e l’ulteriore precarizzazione del lavoro, la fine dell’assistenza sociale e di quanto nel bene o male si conosce prodotto nel novecento;
5) Restano sempre ampi spazi per fare politica, ma pensare alla rinascita di qualcosa di veramente democratico ci vorrà tempo, tanto tempo……L’unico dato positivo è che ora finalmente si è rotto quel rapporto negativo che legava chi si auto-definiva comunista o democratico, con quelli che affossavano la democrazia e i diritti.
6) Infine, un’osservazione sul voto nel meridione: è vero che può apparire clientelare alla ricerca di un sostegno economico il cosiddetto salario frutto del reddito di cittadinanza, ma lo è solo in parte. È la conferma storica che una rottura con il tradizionale collateralismo del meridione, che votava sempre per i candidati governativi. Le masse meridionali, come capita talvolta, si mettono all’avanguardia di scelte radicali, poi tradite – spesso è avvenuto o represse nel sangue – ritornano al classico rapporto clientelare;
7) Ultimo dato i vincitori dovranno cambiare il quadro istituzionale se vogliono avere successo e lì misureranno il loro reale consenso.
sono sostanzialmente d'accorso, potrei dire pienamente se io credessi nella riformabilità di questo sistema. e poi: riformabilità rispetto a cosa?
Eliminagrazie del commento
7) non sono d'accordo.
EliminaI vincitori sono tali perché hanno berciato tanto ma da un certo punto in poi non hanno toccato il quadro istituzionale. Tutti oggi dicono di fidarsi del povero Mattarella.
Né hanno messo mai in questione i fondamentali della società italiana, anzi.
Credono, bontà loro, che in Italia vi sia democrazia e un riformismo possibile...
sulla caccia e sfruttamento bestiale degli extracomunitari
Eliminali cacciano e poi li sfruttano?
Forse intendevi il viceversa , ma la schiavismo funziona in altro modo : LI PORTI e poi li sfrutti .
"asinistra" e "capitale" lavorano sempre in tandem.
ws
ma guarda,
RispondiEliminasul reddito di cittadinanza...
il paese non rischia nulla.
Si procederà con un cambio nominale, formale.
Tutto sembrerà cambiare affinché nulla cambi.
Oggi il reddito di cittadinanza ha solo un altro nome, si chiama pensioni retributive.
Tutta la spesa sociale in Italia è là.
Al posto di dare tutti i soldi al vecchio capofamiglia
che poi li distribuisce ai suoi
per mantenerli in minorità,
si manterrà in minorità direttamente tutta la famiglia creando nuovi capofamiglia, ma più piccini.
Questo deriva dal fatto che i patriarchi ad un certo punto, muoiono. In pratica si procede con la successione delle posizioni pensionistiche degli anni 80.
La spesa sarà la stessa.
sempre a debito pubblico naturalmente.
sulla mossa di Renzi:
RispondiElimina(non ha mai saputo quel che faceva)
Ha senso l'impuntarsi,
soprattutto "contro gli estremismi",
se il m5s sarà costretto a
interpretare il programma del pd.
Ed in effetti, nel rispetto delle istituzioni
in cui si sono ficcati,
ci sono buone probabilità
che ciò avvenga.
vedremo.