Scrive l’onesto Alessandro Gilioli: «La verità
giudiziaria ha stabilito la colpevolezza dei brigatisti, che ancora sostengono
di aver fatto tutto da soli. La ricerca della verità storica invece procede per
indizi e analisi logiche».
Lasciamo ai cultori del genere la analisi logiche, andiamo per analisi dei fatti reali.
Per colpire con armi semiautomatiche e automatiche
cinque persone sedute in auto a due metri di distanza ci sono voluti oltre
novanta colpi. Considerata l’entità di fuoco e vista la rosa dei colpi sulle
portiere e sui finestrini dell’auto, qualsiasi cacciatore di lepri potrà
confermare che a sparare sono stati dei dilettanti dei (a 91 bossoli corrispondono solo 68 proiettili, gli altri andarono a conficcarsi chissà dove). Posto che almeno due di
quelle armi si sono inceppate, qualsiasi armaiolo potrà confermare che a
compiere quell’azione erano tutt’altro che degli specialisti (una pistola cal. 9 corto s'inceppò perché caricata in modo non corretto). E il fatto che i brigatisti non fossero muniti ciascuno di un’arma di riserva può far dubitare sulla sufficienza delle
dotazioni per una simile operazione.
Pertanto, chi ha operato ha potuto approfittare
soprattutto dell’effetto sorpresa e sulla impreparazione della scorta.
Non va trascurato che il pubblico non si accontenta
della realtà, e c’è gente che per vendere il proprio prodotto e/o per fare
carriera è disposta a sostenere qualsiasi cosa. Tuttavia il cancan che i media
ci propinano su questa vicenda con regolare cadenza da decenni, persegue, ne
siano coscienti o meno i singoli attori, uno scopo principale: quello di negare
autonomia strategica e operativa alle Brigate Rosse.
Chi ha raccontato la verità, fin dalla sua
prima lettera, è stato Aldo Moro.
Non mi ricordo più chi scrisse della "geometrica potenza "?
RispondiEliminacaino
euclide?
Eliminano penso a Pitagora !
RispondiEliminacaino
come diceva nella prima lettera? "incontrollato potere" o qualcosa del genere
RispondiEliminami interessa più il lato interno del problema, le ricostruzioni dietrologiche dei sicofanti lasciano il tempo che trovano davanti ad un fenomeno chiaramente cioè contraddittoriamente politico
lato interno cioè le conseguenze della lotta armata sul movimento di allora e di oggi (?) sull' antagonismo sociale
se dal lato borghese si lamenta un vero mancato dibattito sulla faccenda (" La notte della Repubblica" ci ha provato ma il seguito è stato il solito gossip catto-comunista), senza accorgersi che non è certo un caso, constato che anche il lato che si vuole non-borghese non ne ha discusso
hai visto quanti commenti sono arrivati?
Eliminano, un dibattito serio non c'è mai stato, né si vuole ci sia
ho sentito che perfino Gaber, quando cantava in teatro una certa canzone, veniva contestato da una certa parte del pubblico
di Moro hanno fatto un santino, ma sappiamo bene chi era, e fino all'ultimo
Io ero un ragazzo, ma ricordo con particolare vivezza quei momenti. Una cosa voglio chiedere: se (e scusate l'inutile "se") i brigatisti, anziché uccidere, avessero liberato Moro, sarebbe cambiato qualcosa?
RispondiEliminaIo ho rispetto solo per gli uomini della scorta
RispondiEliminaRoberto