giovedì 8 marzo 2018

Campa cavallo

con aggiornamento alle ore 13.22


L’anno scorso un mio conoscente, un artigiano, chiuse i battenti della sua attività il 30 aprile e dal primo di maggio si mise in attesa di ricevere il primo accredito della pensione. Passò maggio, poi giugno e arrivò luglio. Nessuna traccia di accredito. Allora si è recato presso l’associazione di categoria per avere notizie. Dopo qualche giorno gli è stato comunicato dal suo patronato che, secondo l’Inps, mancava l’ultimo bollettino di versamenti. La stessa associazione di categoria provvide ad informare e documentare all’Inps che tale adempimento era avvenuto. Niente da fare. Allora l’interessato s’è recato personalmente presso la sede dell’Inps. Alla fine della storia ci sono voluti altri due mesi per vedersi accreditare quanto gli spettava.

Dopo 42 anni e 10 mesi di versamenti contributivi regolari, dopo aver lavorato una vita e contribuito a mantenere in piedi la baracca italica, l’Inps non ha trovato modo, a fronte della domanda di pensione, di verificare meglio se l’ultimo versamento contributivo effettivamente non era avvenuto, e, in tal caso, informare l’interessato. Questo è solo uno dei tanti, tantissimi, casi che si potrebbero illustrare a tale riguardo. Sempre l’anno scorso ne illustrai qui un altro. Allora, dopo cinque mesi dall’inoltro di un’istanza all’Inps, scrissi al presidente Boeri. Il giorno dopo che egli ricevette la raccomandata, a nostra volta ricevemmo risposta all’istanza. Per dire come (non) funzionano le cose.

Stamane mi recherò alla sede dell’Inps per curare un altro caso, sindrome di sciatteria inverosimile, sempre da parte dell’Inps. Chissà se per avere riscontro questa volta dovrò scrivere al nuovo presidente del consiglio dei ministri (in tal caso, campa cavallo), magari a quello in pectore che nei giorni scorsi ha affermato che metterà a posto quelle cose che gli italiani attendono da trent’anni. Egli, avendone trent’uno, forse non sa che l’attesa è da datare al 1861 (in Veneto dal 1866), se non prima.

La funzionaria dell'INPS mi ha risposto testuale: "Riferisca all'interessata che non deve preoccuparsi, nel nostro sistema EMens risulta tutto a posto; il flusso (?!!) è avvenuto, l'importante è che risulti a noi". Tentativo di replica: "Ma nel fascicolo dell'assicurato [nel sito INPS] non risultano trascritti i dati ...". Risposta secca: "Ah, per quello non ci posso fare nulla. Ripeto: l'importante è che risultino a noi". Mi veniva da dirgli, con tono fantozziano: "Com'è buona Lei, Illustrissima Funzionaria INPS ".

4 commenti:

  1. nella fretta stamane ho digitato un "All’ora". Mi sarà mai perdonato dai miei dodici lettori?

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  2. perdonata, perdonata ampiamente..

    Poi oggi è anche l'8 Marzo..
    Incredibilmente ho sentito il tuo pseudonimo in TV,a proposito di femminismo in Italia.
    Detto ciò si è pure detto che il "femminismo italico "prese distanze da Carletto , poichè nel processo di riproduzione, si fosse dimenticato del lavoro femminile , anche domestico.
    Che dici ?

    caino

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    1. caro, hai visto la puntata di passato e presente su rai storia dedicata a carla lonzi. non prese le distanza da Marx, bensi dal '68. E qui vale una distinzione sintetica: non fu un movimento giovanile e studentesco univoco. al suo interno, come si suol dire, tante e diverse anime. Olympe fu antesignana, la vera antesignana, dell'emancipazione delle donne.
      Marx non si è dimenticato del lavoro femminile e nemmeno di quello infantile. c'è un capitolo nel Capitale che parla di ciò. Lasciò però che se ne occupasse Engels, il quale l'ha fatto nel suo saggio: l'origine della famiglia della proprietà privata e dello stato. ciao

      abele

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