La mia contrarietà al cosiddetto reddito di
cittadinanza non deriva da considerazioni di carattere finanziario, cioè di
copertura della spesa. Mi sembra chiaro che per come è attualmente distribuito
tra le diverse componenti sociali il reddito nazionale, e per come funzionano
le cose dal lato delle imposte, non c’è trippa. Basterebbe, al riguardo, tassare
con aliquote “europee” la successione, le donazioni, le polizze vita e simili.
E magari imporre aliquote i.v.a. progressive sui beni di lusso (il pellet da
riscaldamento ha la stessa aliquota dello champagne, per dire) ma questo non si
può fare per diversi motivi.
Del resto, con la tendenza in atto per quanto
riguarda le classi demografiche, la disoccupazione di massa, il ritiro del
capitale dalle attività produttive, il reddito di cittadinanza non sarebbe una
soluzione a lungo termine, ma solo un escamotage temporaneo, la monetizzazione della subalternità a
delle illusioni elettorali. Nessuno può negare questo stato di cose, che
procede con il solenne portamento di una realtà ineluttabile.
La mia contrarietà al reddito di cittadinanza deriva
principalmente dal fatto che quale sussidio di disoccupazione esso maschera l’umiliazione sociale degli emarginati,
e tende anzi a favorire tale stato di cose. Il sistema dovrebbe garantire, a
mente della Costituzione e di quella che passa per essere democrazia, anzitutto
un lavoro di dignità per tutti, cioè un lavoro che non sia mero sfruttamento. E
ciò non è possibile in una economia di predatori e predati, di padroni e di schiavi.
Potremmo
andare a votare una volta il mese, anche tutte le domeniche dell’anno, ma fino a quando rimarranno intonsi e solidi gli
attuali rapporti di proprietà e di sfruttamento, non vi sarà alcun significativo
cambiamento della situazione. Il reddito di cittadinanza, nella forma nella quale viene ipotizzato,
non è nulla di diverso da un assegno di mantenimento, ha lo scopo anzitutto di
garantire una certa stabilità e sopravvivenza del sistema, collocando il
mantenuto in una posizione di ridicola minorità e di costante ricatto e obbedienza.
Sul "reddito" di cittadinanza hanno fatto sempre gli esempi di paesi come Danimarca, Finlandia, Germania, che con noi c'entrano come i cavoli a merenda. Ma a qualcuno (molti) la proposta ha fatto effetto vedendo i risultati elettorali, soprattutto al Sud dove il M5S ha sbancato.
RispondiEliminaNota, il designato ministro del lavoro del M5S, Pasquale Tridico, si legge che sarebbe per la riduzione dell'orario di lavoro a parità di salario.
Il movimento alberghiero extralusso ha dentro un pò di tutto e credo però che "la somma non farà il totale". Ma io sono un cinico per natura.
Saluti,
Carlo.
Il "reddito di cittadinanza" è il bromuro.
RispondiEliminaIl "REDDITO DI CITTADINAZA" è il VIAGRA.
forme di reddito di cittadinanza esistono in tutti i paesi Ue, ma il punto è che l'Italia c'entra con gli altri paesi Ue "come i cavoli a merenda".
RispondiEliminaL'Italia non è Europa.
Un paese che vota con leggi elettorali incostituzionali,
Un paese che alle europee vota 40% Renzi, è fuori.
un paese che vota in massa Di Maio e Salvini è perduto.
Sarebbe almeno provinciale criticare il reddito di cittadinanza come ingiusto e inefficace, ma il fatto è che l'Italia è proprio out, con una costituzione laburista squalificata da una popolazione attiva spaventosamente bassa (e in buona parte raccomandati), da una popolazione inattiva esagerata - la maggior parte degli italiani ha forme di reddito o patrimoni che nulla hanno a che fare con il lavoro, e sono i primi a dire che non è giusto dare soldi per stare a casa.