Eugenio Scalfari è figlio di un
croupier che lavorava ai tavoli del casinò di Sanremo, e lui stesso, il futuro
bancario, giornalista, scrittore, filosofo, intellettuale vanesio, pare sia
stato, anche se per poco, prima di tutto, ossia ben prima che l’ombelico di Raffaella Carrà scandalizzasse l’Italia, un croupier. Un mestiere come un altro. Questo solo per dire che Scalfari di roulette se ne intende come pochi, e va preso con attenzione e
considerazione il giudizio che oggi esprime su Matteo Renzi: “assoluto è il mio
giudizio sulla sua figura di statista. A me sembra piuttosto essere un perfetto
giocatore di roulette”.
Come sembrano lontani quei tempi nei quali Scalfari scriveva amorosi versi: “Matteo
Renzi ha un innato senso della politica, cioè una visione del bene comune”
(domenica 1 giugno 2014).
E soggiungeva: per fortuna ha vinto Renzi, in tal modo sventando “il pericolo per la democrazia italiana e per l’Europa” rappresentato da Grillo. Da leggere tutto quell’editoriale, così come altri dello stesso tenore. A mia volta chiosavo: “Va notato che Renzi Matteo da una settimana non riesce più a scoreggiare come prima delle elezioni, in troppi gli tengono la lingua sul buco del culo”.
a leggere i commenti sotto gli ultimi tuoi recenti post sono in molti, e tutti collocati molto più a sinistra di Renzi, ad avere una visione del bene comune, ovviamente nell' interesse del paese e del suo popolo
RispondiEliminatutta roba che puzza di marcio
come si dice? il mondo è bello perché avariato
EliminaDal titolo speravo in post dedicato a Dostoevskij, invece ci è toccato Scalfari.
RispondiEliminaAG