domenica 15 gennaio 2017

Il giocatore


Eugenio Scalfari è figlio di un croupier che lavorava ai tavoli del casinò di Sanremo, e lui stesso, il futuro bancario, giornalista, scrittore, filosofo, intellettuale vanesio, pare sia stato, anche se per poco, prima di tutto, ossia ben prima che l’ombelico di Raffaella Carrà scandalizzasse l’Italia, un croupier. Un mestiere come un altro. Questo solo per dire che Scalfari di roulette se ne intende come pochi, e va preso con attenzione e considerazione il giudizio che oggi esprime su Matteo Renzi: “assoluto è il mio giudizio sulla sua figura di statista. A me sembra piuttosto essere un perfetto giocatore di roulette”.


Come sembrano lontani quei tempi nei quali Scalfari scriveva amorosi versi: “Matteo Renzi ha un innato senso della politica, cioè una visione del bene comune” (domenica 1 giugno 2014).

E soggiungeva: per fortuna ha vinto Renzi, in tal modo sventando “il pericolo per la democrazia italiana e per l’Europa” rappresentato da Grillo. Da leggere tutto quell’editoriale, così come altri dello stesso tenore. A mia volta chiosavo: “Va notato che Renzi Matteo da una settimana non riesce più a scoreggiare come prima delle elezioni, in troppi gli tengono la lingua sul buco del culo”.

3 commenti:

  1. a leggere i commenti sotto gli ultimi tuoi recenti post sono in molti, e tutti collocati molto più a sinistra di Renzi, ad avere una visione del bene comune, ovviamente nell' interesse del paese e del suo popolo

    tutta roba che puzza di marcio

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  2. Dal titolo speravo in post dedicato a Dostoevskij, invece ci è toccato Scalfari.
    AG

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