Chi
sono oggi i padroni della caverna? Nell’ancien régime – scriveva Diderot – erano
i re e i loro ministri, preti e dottori, apostoli e profeti, teologi e
politici, furfanti e ciarlatani, insomma il bel mondo, i padroni della
caverna platonica, la colossale fabbrica d’illusioni che alimentava speranze e
timori. Così ci racconta Massimo Bucciantini sulla prima del Domenicale
recensendo un paio di saggi di Gerardo Tocchini, conoscitore dell’epoca di
Diderot e Rousseau (missionari illuminati).
A
capo del grande spettacolo c’erano, mutatis mutandis, le stesse figure e
figurine colorate di oggi, ognuna adatta al suo ruolo. Con la differenza che
oggi qualsiasi spettacolo, malgrado tutto, riesce esteticamente fruibile. Vero
che l’attenzione alla bellezza si è elevata e tuttavia il gusto è soggetto al
mercato, che sa offrire temperatura e forza alle passioni individuali e
collettive. Ne ho avuta ennesima conferma la scorsa settimana: Brera praticamente deserta e al Poldi Pezzoli solo fantasmi, mentre davanti a Palazzo Reale c’erano
lunghe teorie di esteti che attendevano, per ore e al gelo, di entrare per
vedere Escher!
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