lunedì 14 dicembre 2015

Il profilo di rischio delle Boschi e Serracchiani


Domanda semplice: dopo tutto questo gran parlare di obbligazioni, quante sono ancora le obbligazioni bancarie nei portafogli dei risparmiatori? Ben 391,6 miliardi ad ottobre scorso. Che rischio corre chi le possiede? Risposta difficile? No, semplice anche questa. Chiedete alla banca che ve le ha vendute di ricomprarsele (quelle quotate basta guardare il prezzo per farsi un'idea) rifondendovi quantomeno il capitale investito. In base alla risposta della banca saprete il rischio che state correndo. Se poi a dirvi che tali obbligazioni non è disposta a ricomprarsele è, tanto per citare un esempio a caso, Unicredit, ebbene allora potete valutare appieno la veridicità delle affermazioni di “solidità” e “robustezza” del suo amministratore delegato, ossia il signor Ghizzoni.

Se invece decidete di starvene buoni e tranquilli e non porre alcuna domanda alla banca che vi ha venduto le proprie obbligazioni, poi non venite a dire che non sapevate nulla e che siete stati truffati in assoluta buona fede.



Se poi leggete sui giornali che bisogna regolamentare il mercato delle obbligazioni, rendendolo più trasparente, adeguando l’interesse corrisposto al rischio, e altre balle del genere, sappiate appunto che vi stanno prendendo, nuovamente, in giro. Ciò che si sta cercando di fare è di dare nuova veste al Gatto e alla Volpe, come già altre volte in passato. E se leggete, per esempio sul Sole 24ore, e credete che renderanno più corrispondente il profilo di rischio alla realtà dei pinocchietti, allora vuol dire che siete proprio dei pinocchietti. Per quale motivo? Semplice anche questo.

Secondo un’indagine di S&P-Banca mondiale in Italia risulta alfabetizzato in campo finanziario il 37 per cento degli adulti. Tale dato, a fronte di quello risultante dal censimento del 2001 è assolutamente irrealistico, laddove gli illetterati, cioè gli analfabeti, coloro senza alcun titolo di studio o in possesso della sola licenza elementare, costituivano invece il 36,5% della popolazione sopra i sei anni, circa 20 milioni sui 53 censiti. Secondo recenti dati Ocse un terzo degli italiani non sa nemmeno fare il conto della spesa, ultimissimi in classifica. Nella classifica dei 34 paesi più industrializzati del mondo, l’Italia è ultima (ultima!) per numero di giovani laureati (a nove anni dall'immatricolazione solo il 55% degli studenti consegue infatti il titolo universitario).

In modo più empirico: che cosa significa esattamente alfabetizzati in campo finanziario? Ma se spesso nemmeno il funzionario di banca sa esattamente delle schifezze che vende ai clienti? Quanti di noi riconosce tra la cerchia dei suoi conoscenti degli alfabetizzati in campo finanziario? Non fatemi il nome della presidente Serracchiani, per carità.

E allora, benedetti pinocchietti, a chi volete che le banche vendano le loro centinaia di miliardi di obbligazioni bancarie se i profili di rischio dovessero corrispondere effettivamente al livello di alfabetizzazione in campo finanziario degli italiani? Il profilo di rischio che il cliente della banca dovrebbe conoscere è proprio quello della banca e di chi la dirige! Il problema sarebbe poi a chi farlo redigere. Al ministro Boschi?

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Il prezzo del petrolio, a dollari costanti 2013, è caduto a livello del 1980 (37,36 $ al barile per il Brent). Un crollo del 63% rispetto al 2014. Il gas naturale è giù del 52% e il rame del 40 (tranne i paioli per la polenta), crollati il ferro, alluminio e platino. Questa settimana, il Dow Jones-AIG Commodity Index è sceso al livello più basso dal giugno 1999. E cadranno ancora i prezzi delle materie prime, così come gli indici borsistici (ma chi se ne frega). Standard & Poor ha avvertito di recente che il 50 per cento dei bonds energia sono “in difficoltà”, che tradotto per gli investitori della propria liquidazione significa: a rischio di default. Ci pensa il capitalismo a fornirvi la corda per appendervi.

Tutto ciò è espressione di un forte rallentamento economico globale in atto da anni e anni, anche se i corsi azionari e obbligazionari hanno continuato a salire alimentati dal credito a buon mercato e dai tagli sempre più spietati alla spesa pubblica. Dunque, nonostante le enormi iniezioni di denaro (acquisto di titoli) da parte delle banche centrali, l’economia mondiale sta conoscendo un altro picco della sua ininterrotta crisi (salvo in Italia, dove assestamenti di ciclo fanno gridare a un nuovo miracolo carocolito, anche se appena il 20% delle imprese effettuano corresponsioni regolari: cioè pagano alla regolare scadenza fornitori e creditori).


Questo sistema, che dal punto di vista finanziario ha in pancia centinaia di migliaia di fantamiliardi, è fallito. Basterebbe leggere i bilanci degli Stati per capirlo, o quelli delle banche con i triliardi di crediti inesigibili “problematici” (ma hanno pronto un sistema denominato in inglese per metterli in c…onto a pensionati e salariati). Perciò poi non venite a raccontare che dal primo gennaio i vostri risparmi sotto i 100mila euro sono al riparo da sorprese. Di sicuro a questo mondo c’è solo la morte.

2 commenti:

  1. Madame, quel "caracolito, o' miracolo!" messo lì tra le righe è un omaggio agli Squallor, per caso? Oppure è un test per verificare l'età media (e gli ascolti) dei suoi fedeli ma silenti lettori? :-)

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    1. a libera scelta vorrei dire, ma in realtà è un omaggio. ciao

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