lunedì 28 dicembre 2015

Non piove, capitalismo ladro



Gli uomini sono gli esseri più intelligenti del pianeta e però spesso si comportano come se fossero anche i più stupidi dell'universo. Pur conoscendo in anticipo le conseguenze che possono causare le loro azioni o taluni eventi naturali, si comportano con noncuranza. Fino a quando gravi ed urgenti circostanze non impongono di agire se non vogliono soccombere. Ed anche in tal caso spesso affrontano i problemi da un punto di vista dove hanno preminenza gli interessi particolari rispetto a quelli collettivi. Un esempio tra i tanti riguarda il tema dei mutamenti climatici.

Meglio un accordo che nessun accordo, potrebbero dire i saggi, e tuttavia il Protocollo di Kyoto è stato salutato come una svolta drammatica quando è stato approvato nel 1997, ma la maggior parte ora lo considerano un fallimento. Quello di Parigi non sortirà risultati tangibili e decisivi perché si tratta di un accordo che non vincola realmente nessuno, posto che i paesi possono recedere dall’accordo senza conseguenze, come fece il Canada col protocollo di Kyoto.

Ciò che è politicamente possibile non s’accorda con ciò che sarebbe realmente necessario. E anche l’intesa politicamente raggiunta, ossia il contenimento dell’aumento della temperatura entro 1,5 ° C, è semplicemente incompatibile con un’economia non pianificata e gli interessi degli Stati-nazione.

Infatti, si parla molto di cambiamenti climatici ma giammai di agire per cambiare l’anacronistico modo di produzione basato sull’estorsione di lavoro, nonché sulla distruzione e dissipazione di risorse naturali, allo scopo di consentire agli Stati di veder crescere il Pil e a pochi individui di continuare ad accumulare enormi ricchezze. In buona sostanza non abbiamo mai superato l’economia degli antichi greci e romani con la differenza che la nostra epoca non lascerà quasi nulla ai posteri che meriti di essere conservato e ammirato per la sua universale bellezza.  

*




Senza il cosiddetto effetto serra la vita sul nostro pianeta – almeno per come la conosciamo – non sarebbe possibile. Si tratta di un fenomeno atmosferico-climatico il cui equilibrio è molto delicato, regolato a sua volta da una serie di fenomeni che interagendo tra di loro regolano costantemente il contenuto dei gas serra in atmosfera.

Secondo la maggioranza degli studiosi di queste cose, le attività antropiche della nostra epoca industriale avrebbero contribuito all’alterazione di tale equilibrio, anche se vi concorrono altre forze e fattori “naturali” (ruolo degli oceani, delle nuvole, della precessione terrestre, ecc.). Insomma si tratta di questione assai complessa nei suoi dettagli e dovremmo stupirci nel sapere, per esempio, che l’acqua stessa (sotto forma di vapore) è il più importante gas serra.

Per dirla in breve, fortunatamente piove (o pioverà, si spera, entro l’epifania) e l’accumulo di vapore acqueo non ha lo stesso impatto di durata degli altri gas serra in eccesso nell’atmosfera, come per esempio il metano. Il metano, un potente gas a effetto serra in termini di assorbimento dell’infrarosso per molecola, ha una persistenza a livello molecolare “solo” di qualche decennio in atmosfera, mentre i clorofluorocarburi (CFC) possono persistere nell'atmosfera per centinaia o decine di migliaia di anni. E il loro effetto riscaldante, a livello molecolare, è migliaia di volte superiore a quello dell'anidride carbonica (CO2). La produzione dei clorofluorocarburi è ora vietata.

Le emissioni naturali di solito sono bilanciate da assorbimenti naturali. Gli oceani, per esempio, rilasciano circa 330 Gt (gigaton) di CO2 l'anno, secondo la temperatura e i tassi di fotosintesi del fitoplancton (*), ma di solito ne assorbono altrettante. Le enormi quantità di anidride carbonica (440 Gt) emessa dagli animali e dalla vegetazione viene assorbita dall'atmosfera e dalla fotosintesi delle piante. Le emissioni umane di CO2 sono stimate in 26,4 Gt all'anno, rispetto ai 23,5 Gt del 1990. Sembra piccola cosa, e però pare bastino queste piccole quantità eccedenti quelle naturali per alterare l’equilibrio, nonostante circa il 40% della CO2 immessa dall’attività antropica venga assorbita naturalmente (**).

Si parla molto ora di produzione e immissione in atmosfera della CO2, che è responsabile per due terzi del riscaldamento supplementare causato da tutti i gas serra emessi come risultato dell'attività umana, primo tra tutti l’impatto del vapore acqueo come gas serra, il quale è governato da quello della CO2  (a differenza dell'acqua l'anidride carbonica è un gas non condensabile nelle condizioni in cui si trova nella troposfera).

Dunque è in causa l’effetto riscaldante dell’anidride carbonica (che fa da scheletro alla fotosintesi e da supporto all'effetto serra "normale", però diventa pericolosa sopra una certa soglia per il sistema climatico) e la sua azione diretta sull’aumento del vapore acqueo: con l’aumento della temperatura la quantità di vapore acqueo nella troposfera superiore (da 5 a 10 chilometri di altezza) dovrebbe raddoppiare entro la fine di questo secolo. E per allora, non è difficile immaginarlo, sarà troppo tardi.

(*) Il fitoplancton è composto da organismi semplici e minuscoli, in tutto il mondo produce più del doppio di ossigeno e assorbe il doppio di CO2 rispetto alla foresta amazzonica. In pratica oltre la metà dell'ossigeno del pianeta deriva da questi microrganismi.  


(**) Secondo altre fonti tali variazioni non avrebbero effetti significativi sui cambiamenti climatici.

11 commenti:

  1. Un semplice grazie per questo suo post.

    GRAZIE!

    P.S: http://www.adnkronos.com/fatti/esteri/2015/12/28/usa-tornado-inondazioni-uccidono-persone_rcWbLpB25mOIWbfzcj25eP.html

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  2. P.P.S: http://www.ansa.it/sito/notizie/mondo/europa/2015/12/27/pazzo-inverno-sole-caldo-ma-anche-pioggia-record_eea66900-adfe-460a-b65a-763c8580bf1c.html

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  3. Fra i più stupidi dell'universo metterei anche certi fanatici che considerano la questione ambientale unicamente una truffa di cui si gioverebbero le economie forti a danno di quelle più deboli per imporre loro oneri aggiuntivi per impedirne la concorrenza, considerando tutti gli studi in materia semplici manipolazioni ideologiche (25 anni fa a Fisica, il chip sottopelle non lo mettevano, ora non saprei)
    Che il comunismo garantisse il diritto all'uguaglianza ma non a quello dell'intelligenza lo aveva detto Ehrenburg, se non ricordo male, e pour cause.

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    1. sono d'accordo, del resto la stupidità alberga sotto qualsiasi ombrello e parasole. e però la stupidità si presenta come falsa coscienza. Marx ed Engels hanno trascorso la maggior parte della loro vita a polemizzare con la falsa coscienza della porta accanto.

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    2. Lei, Midnight Blues, sarà uno scienziato ma usa gli artifici retorici di un consumato principe del foro; prende il mio discorso e lo colloca in territori categoriali funzionali ai suoi obbiettivi, diciamo così, critici ma estranei al mio ambito concettuale per poi ridicolizzarmi: mi include nella categoria marxista portandone come esempio Stalin e il suo lacchè Lysenko, mi fa sacerdote di una presunta religione marxista e infine mi sfida sul piano dell' oggettività scientifica argomentando che "l' acqua bolle a 100° sia nei paesi capitalisti che in quelli socialisti". Questo per ciò che riguarda il suo commento di ieri sul mio blog. Oggi (ma ogni giorno ha la sua pena) mi colloca nella categoria complottista (microchip?) e mi attribuisce un concetto dell' imperialismo (nord-sud, centro-periferia) che non diffondo perchè non condivido.

      Ribattere punto per punto le sue risibili critiche sarebbe tempo perso, non faccio proselitismo. Sia più serio quando legge le cose altrui. D' altra parte da milioni di mosche che si nutrono di merda mica bisogna dedurre che la merda sia buona! Non si inalberi in maniera così eccessiva, conti fino a tre prima di commentare e vedrà che ci guadagnerà in autostima. Faccia buon uso della sua, spero metaforica, pistola.

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  4. veniamo a quello che i dati scientifici non possono dire:

    1) i dati non illustrano una situazione di degenerazione ma di normale necessità dello status quo economico colto nelle sue linee fondamentali

    2)quindi il problema ha, per come la vedo, una radice sociale, non tecno-scientifica, perciò la soluzione è sociale oppure non c'è

    3)Per lo stesso motivo la politica internazionale, legata ad interessi nazionali antagonistici fra loro, più di tanto non interverrà

    4) i rapporti che si susseguono fin dagli anni 70 (Club di Roma, MIT ecc) allarmano -per lo più in maniera discontinua- le opinioni pubbliche ma non generano nessuna acquisizione coscienziale rilevante circa la possibilità di soluzione concreta del problema. Anzi. La montagna di dati, lasciata senza sintesi, partorisce topolini alla Rifkin, alla Latouche, compiute espressione di quelle opinioni pubbliche di cui sopra

    5) detto questo, mi sento autorizzato a scrivere, provocazione non fine a se stessa, che "tutta la faccenda del riscaldamento globale potrebbe essere una bufala" -usando peraltro il condizionale e specificando che ho considerazione per i numeri, i dati

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    1. il problema ha senz'altro un'origine sociale e anche una soluzione sociale ma i dati per illustrare il problema sono senz'alatro e com'è ovvio di natura tecno-scientifica;

      sulla questione degli allarmismi e segnatamente sul Rapporto del club di roma ho scritto in passato

      che la faccenda del riscaldamento sia una bufala non sono proprio d'accordo, così come non sono d'accordo nel vedere il problema esclusivamente dal lato non antropico

      su Rifkin e Latouche sono d'accordo.

      non so quale scambio di punti di vista sia avvenuto nel tuo blog, però vorrei che se ne discutesse con serenità.

      il mio commento sulla stupidità ovviamente non riguarda te, tutt'altro , anche se appunto non condivido il tuo punto di vista in tema di riscaldamento-bufala

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  5. Questo commento è stato eliminato dall'autore.

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  6. "Dans le jeu de l’homme,l’instinct de mort,l’instinct silencieux,est décidément bien placé,peut-être,à côté de l’égoïsme.Il tient la place du zéro dans la roulette.Le casino gagne toujours.La mort aussi.La loi des grands nombres travaille pour elle.C’est une loi sans défaut..." (cit.)

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