La
nostra è una civiltà in crisi che cerca di trovare risposte e soluzioni senza
voler seriamente occuparsi delle contraddizioni che sono motivo del suo declino.
D’altro canto non è vero che mancano risposte adeguate ai problemi. La prima risposta
è per la fatidica domanda: esiste alternativa a questo stato di cose? Bisogna
vedere che cosa s’intende per alternativa. Se si vuole mantenere il capitalismo senza avere le sue contraddizioni, questo è un inganno durato anche troppo a lungo.
Non
è vero nemmeno che la soppressione dell’iniziativa economica individuale mette
a rischio le libertà. Anzitutto perché l’iniziativa economica individuale è
ormai un fatto marginale laddove domina il monopolio. Poiché è di questo che si
tratta e non della libertà di coltivare l’insalata nell'orto. La libertà dei grandi monopoli d'imporre i propri interessi non garantisce né la bontà delle scelte né
le nostre libertà fondamentali, sempre più compromesse.
È
necessario anzitutto uscire dallo schema ideologico che il capitalismo sia un
sistema economico e sociale intramontabile.
Che il capitalismo quale modo di produzione storicamente determinato sia destinato
a essere superato a causa delle sue contraddizioni è un tema cui è già stato
risposto scientificamente. Per quanto riguarda il quando è evidente che si
tratta di un processo storico di lungo corso non privo d’incognite e pericoli.
Tuttavia,
come dicevo all’inizio, occuparsi realmente delle contraddizioni del sistema è
un tabù perché ciò significa mettere in discussione la sua stessa natura e
quegli interessi essenziali che riguardano non solo le élite dominanti ma tutti coloro che
trovano conveniente seguire la corrente. E dove ci porterà inevitabilmente la
corrente dovremmo saperlo ma anche in tal caso l’inerzia e l’atteggiamento
dello struzzo hanno il sopravvento.
Se si vuole mantenere il capitalismo senza avere le sue contraddizioni, questo è un inganno durato anche troppo a lungo
RispondiEliminail problema è che sul piano della fattibilita' non esiste nulla visto che il "socialismo reale" era solo il "capitalismo di un partito " che rispetto a quello "temperato dalla socialdemocrazia" era più inefficente , autoritario e pure meno rispettoso dei suoi "galeotti" (e quello "cinese" è solo un mix più "intelligente" dei due).
Poi per come ci concerà il capitalismo terminale sogneremo i due illustri "defunti" come "l' età dell' oro", ma "soluzioni" VERE sono ancora ben aldilà dall' essere solo pensate .
Chiedo: anche lei è tra quelli che aspettano la ricetta pronta, un po’ di questo e di quell’altro ma meno quest’altro? La storia non funziona così. Anzitutto cominciamo dalla contraddizione fondamentale e da come si sviluppa.
EliminaNel modo di produzione capitalistico il processo lavorativo si presenta solo come mezzo per il processo di valorizzazione (e in tal senso vanno viste le tendenze necessarie ad accorciare il tempo di lavoro per mezzo dello sviluppo della tecnica), ne consegue che la contraddizione tra valore d'uso e valore di scambio tende a divaricarsi sempre più con lo sviluppo della tecnologia applicato alla produzione. Tale dinamica è alla base della crisi generale storica del modo di produzione capitalistico.
Se non s’afferra ciò che sta avvenendo con questo processo dirompente in atto, inutile star qui a parlare poiché è proprio in nuce a questa stessa contraddizione che sta la risposta. E lasci stare la Russia medievale del dottor Zivago e il resto. La natura e la storia procedono per tentativi.
La natura e la storia procedono per tentativi.
Elimina...e possono anche finire in un vicolo cieco.
La contraddizione del capitalismo è infatti sempre più evidente , così come sempre più evidente la sua inarrestabile forza; e in queste condizioni manifestare certezza nelle "sorti progressive" della societa' a me sembra un atto di fede.
da parte mia ho affrontato l'argomento più volte per quanto riguarda i rischi d questo tipo. perciò nessuna certezza, ma neanche passiva rassegnazione.
Elimina...il capitalismo sia un sistema economico e sociale intramontabile
RispondiEliminaproprio perchè massimamente, potentemente sociale, la sensazione è che se tramontasse ci porterebbe per inerzia tutti con sè
la Sua oggettività ne nasconde la transitorietà, rimettendola però in gioco al momento opportuno