Ai vampiri non basta levarci il sangue, ci vogliono anche sfottere. Va in questo senso la proposta del solito Tremonti di ridurre le spese della casta politica e statale.
Scrive il Corriere: «Sette articoli al fulmicotone, nel tentativo di riportare la politica a quella dimensione di sobrietà (e credibilità) alla quale non si stanca di appellarsi il capo dello Stato Giorgio Napolitano».
Non si stanca di appellarsi, Giorgio Napolitano, ma vive con un appannaggio come neanche le monarchie d’Europa.
E vediamo i sette punti, tutt’altro che definitivi. Anzitutto quando una norma che fissa un principio al primo comma, stabilisce poi un’eccezione al comma successivo, di solito è una bufala (vedi molti articoli della costituzione, per esempio). Questa bozza nel suo complesso e ancor più nel dettaglio esemplifica i sintomi della malattia mortale di cui è affetta l'Italia: la stupidità di chi prende ancora sul serio i gaglioffi che a vario titolo ci governano da 150 anni.
Il primo articolo al fulmicotone riguarda i “compensi pubblici”, i quali non dovranno essere superiori a quelli erogati per i “corrispondenti titoli europei”. Cosa significa “compenso”, cosa comprende e cosa no? Quali indennità, diarie e rimborsi spese vi sono compresi? E se invece di “compenso” si fosse usata un’altra terminologia, quale per esempio “l’ammontare complessivo degli emolumenti, indennità e rimborsi comunque percepiti”? E quanto ai “titoli”, mentre dovrebbe essere semplice l’equiparazione di un deputato italiano con un collega degli altri parlamenti europei, molto meno pacifica è la parametrazione tra qualifiche tra i vari livelli amministrativi. Ma soprattutto Tremonti non stabilisce una “media”, ma solo che non si “può superare” il massimo europeo. In questo modo ci troveremo, in alcuni casi, con delle richieste di aumento dei “compensi” per “riposizionarli” sull’Europa.
Inoltre, va chiarito che ai sensi dello statuto unico entrato in vigore nel luglio 2009, i deputati al Parlamento europeo percepiscono, in generale, la stessa retribuzione. Sarebbe stato invece utile che la normativa italiana, per quanto riguarda il famigerato vitalizio (pensione), si uniformasse a quella europea: gli ex deputati avranno diritto a una pensione al compimento del 63° anno di età. La pensione ammonterà al 3,5% dell'indennità per ogni anno compiuto di esercizio del mandato, sino a un massimo complessivo del 70%. Bastava copiare, ministro.
Secondo articolo: auto blu. Si riduce la cilindrata, la quale non può essere superiore a 1600 cc., eccetto le auto blindate. Dubito, se entrerà in vigore il provvedimento, che la cilindrata massima resterà tale. Questo provvedimento mira solo al contenimento dei consumi di carburante (forse) ma non alla riduzione del numero delle auto, degli autisti e delle scorte. Con le solite eccezioni che poi diventeranno la regola: chi potrà dire a un prefetto o un questore di non aver diritto ad un’auto blindata per ragioni inerenti il suo ufficio?
Terzo articolo riguarda i voli di Stato. I quali devono essere limitati ai presidenti della repubblica, delle camere e del consiglio. Le “eccezioni” andranno autorizzate. La normativa vigente, a ben vedere, cioè il P.C.M., direttiva 21.09.2007, G.U. 24.09.2007, fissa già questi limiti e le eccezioni. Basta leggere, ministro. Il problema, appunto, come ogni cosa del resto, sono le eccezioni che diventano regola.
La perla del “provvedimento” Tremonti sta però all’articolo sei: la riduzione (non quantificata) del finanziamento pubblico dei partiti. Sbaglio o c’era stato un referendum?
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